TRIPOLI. Le forze dei ribelli libici, che sembravano sul punto di crollare, sono avanzate verso ovest, riprendendo il controllo di alcune città in mano alle forze di Muammar Gheddafi, segnate dai raid aerei occidentali, e conquistando anche la città natale del rais. Incoraggiati dagli attacchi della coalizione, i ribelli hanno riconquistato il controllo di tutti i centri petroliferi della Libia orientale, così come la città di Bin Jawad.
Un portavoce della coalizione ribelle ha detto oggi che anche Sirte, città natale di Gheddafi, è stata conquistata dai rivoltosi, ma non è stato possibile avere una conferma indipendente della notizia.
Un giornalista straniero a Sirte, contattato da Reuters, ha detto che la città è tranquilla.
"E' confermato che Sirte è caduta nelle mani dei sostenitori della democrazia", ha detto Shamsiddin Abdulmolah, portavoce dei ribelli. Lo stesso portavoce ha spiegato che le forze di Gheddafi non hanno opposto grande resistenza.
Spari di festeggiamento sono risuonati a Bengasi, roccaforte dei ribelli, alla notizia della caduta di Sirte mentre un giornalista Reuters presente in città ha detto di aver sentito quattro esplosioni ieri notte. Non è chiaro se queste esplosioni, però, provenissero dalla città o dai sobborghi.
Il giornalista ha anche visto un convoglio di 20 veicoli militari, compresi mezzi con armi anti-aeree, abbandonare Sirte e spostarsi verso Tripoli, insieme a decine di abitanti in macchina.
L'avanzata lungo la costa mediterranea della Libia di un esercito scarsamente armato e poco coordinato lascia pensare che i raid aerei occidentali abbiano spostato l'equilibrio della battaglia, almeno ad est.
I ribelli, infatti, sono ora nuovamente in controllo dei centri petroliferi orientali - Es Sider, Ras Lanuf, Brega, Zueitina e Tobruk.
RIBELLI, A MISURATA ATTACCHI CESSATI - Sono cessati gli scontri tra insorti e forze governative a Misurata, la terza città della Libia e unico bastione della rivolta nella parte occidentale del paese. Lo ha detto all'agenzia Reuters uno degli insorti, stando al quale i lealisti controllano solo una piccola parte del centro abitato. "Per il 99 per cento la città è in mano nostra", ha affermato l'uomo che ha detto di chiamarsi Mohammed. Le forze fedeli a Muammar Gheddafi oggi avevano scatenato una nuova offensiva a colpi di artiglieria provocando, secondo un testimone, almeno otto morti e 24 feriti.
Un portavoce della coalizione ribelle ha detto oggi che anche Sirte, città natale di Gheddafi, è stata conquistata dai rivoltosi, ma non è stato possibile avere una conferma indipendente della notizia.
Un giornalista straniero a Sirte, contattato da Reuters, ha detto che la città è tranquilla.
"E' confermato che Sirte è caduta nelle mani dei sostenitori della democrazia", ha detto Shamsiddin Abdulmolah, portavoce dei ribelli. Lo stesso portavoce ha spiegato che le forze di Gheddafi non hanno opposto grande resistenza.
Spari di festeggiamento sono risuonati a Bengasi, roccaforte dei ribelli, alla notizia della caduta di Sirte mentre un giornalista Reuters presente in città ha detto di aver sentito quattro esplosioni ieri notte. Non è chiaro se queste esplosioni, però, provenissero dalla città o dai sobborghi.
Il giornalista ha anche visto un convoglio di 20 veicoli militari, compresi mezzi con armi anti-aeree, abbandonare Sirte e spostarsi verso Tripoli, insieme a decine di abitanti in macchina.
L'avanzata lungo la costa mediterranea della Libia di un esercito scarsamente armato e poco coordinato lascia pensare che i raid aerei occidentali abbiano spostato l'equilibrio della battaglia, almeno ad est.
I ribelli, infatti, sono ora nuovamente in controllo dei centri petroliferi orientali - Es Sider, Ras Lanuf, Brega, Zueitina e Tobruk.
RIBELLI, A MISURATA ATTACCHI CESSATI - Sono cessati gli scontri tra insorti e forze governative a Misurata, la terza città della Libia e unico bastione della rivolta nella parte occidentale del paese. Lo ha detto all'agenzia Reuters uno degli insorti, stando al quale i lealisti controllano solo una piccola parte del centro abitato. "Per il 99 per cento la città è in mano nostra", ha affermato l'uomo che ha detto di chiamarsi Mohammed. Le forze fedeli a Muammar Gheddafi oggi avevano scatenato una nuova offensiva a colpi di artiglieria provocando, secondo un testimone, almeno otto morti e 24 feriti.
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