di Vittorio Polito
Chi di noi non è stato attratto dalle note musicali delle bande in occasione di festività religiose o militari. Anzi da bambini seguivamo ed affiancavamo le stesse per non perdere alcuna nota, poiché solitamente la musica delle bande, ad eccezione delle marce funebri o di pezzi sinfonici, attrae, affascina e rallegra. Per non parlare degli intenditori che seguono puntualmente le esecuzioni bandistiche di musica operistica che si svolgono in città e paesi in occasione di feste civili, militari e religiose.
Vitaliano Iannuzzi, docente di pianoforte principale presso il Conservatorio di Musica “Niccolò Piccinni” di Bari, musicista versatile, compositore ed autore di numerose pubblicazioni, con il volume “Per chi suona la banda?” (pagg. 288, € 28 - Levante Editori, Bari), ha voluto risvegliare un po’ le coscienze su un patrimonio spesso ignorato, ma che merita di essere preso in seria considerazione, soprattutto, da parte delle Amministrazioni comunali.
L’autore, in questo libro, ha studiato la cultura musicale a Spinazzola, un Comune in provincia di Bari, confinante con la Basilicata, attraverso una serie di ricerche storiche relative alla banda di quella città , diretta dal 1950 al 1956, dal Maestro Sabino Jannuzzi con il nome di “Gran Concerto Musicale Pugliese – G. Verdi”. Va ricordato che Spinazzola vanta un glorioso figlio, il papa Innocenzo XII (Antonio Pignatelli), che ha regnato dal 1691 al 1700. Un Papa che determinò una svolta nella storia della Chiesa, mettendo fine al nepotismo.
Iannuzzi fa una breve storia delle bande attraverso fatti, cronaca e, soprattutto, consultando la documentazione storica presente negli archivi comunali di Spinazzola.
Il volume riporta anche molte curiosità relative a politici, attori, quotidiani e sottolinea come il maestro Sabino Jannuzzi, direttore pro-tempore del complesso bandistico “Città di Monterosso Almo”, è stato un innovatore nell’inserire le donne in banda, come testimonia una foto pubblicata sul quotidiano siciliano “Corriere di Sicilia” del 29 agosto 1956, favorendo così la notorietà di quella banda. Anche la RAI ha dato spazio alla banda di Monterosso Almo diffondendo il 19 maggio 1960 un programma musicale dal vivo.
La pubblicazione riporta, tra l’altro, alcune disposizioni legislative e documenti sulla Pubblica Istruzione riservate ai maestri di musica e agli alunni, ed è corredata da moltissime illustrazioni, foto, documenti e spartiti musicali che comprovano il lavoro certosino fatto dall’autore. In sostanza si tratta di un volume-documento, destinato agli appassionati ed ai cultori di musica, che non dovrebbe mancare in nessuna biblioteca, soprattutto in quelle degli istituti musicali, non dimenticando che la musica bandistica è musica popolare fatta dal popolo per il popolo, ma è anche, secondo Riccardo Muti, “patrimonio nazionale ed espressione profonda della cultura musicale italiana”. Riccardo Muti, infatti, in occasione della settimana Santa è quasi sempre a Molfetta per ascoltare le musiche delle bande a lui molto care. Anche il celebre flautista Severino Gazzelloni ha suonato per anni nella banda musicale del Comune di Sora.
Il prof. Savino Saraceno, che presenta l’opera, si dice certo che la pubblicazione di Iannuzzi «verrà apprezzata da tanti, d’ogni estrazione, e certamente contribuirà a mantenere, ancor più, viva la cultura e l’amore per la musica in genere e per le bande in particolare».
Non va dimenticato che le bande musicali, svolgono una funzione culturale e di aggregazione sociale e, nella nostra Puglia se ne contano ben 96.
Le foto sono dell’Archivio storico-fotografico “Adduasio”.
Chi di noi non è stato attratto dalle note musicali delle bande in occasione di festività religiose o militari. Anzi da bambini seguivamo ed affiancavamo le stesse per non perdere alcuna nota, poiché solitamente la musica delle bande, ad eccezione delle marce funebri o di pezzi sinfonici, attrae, affascina e rallegra. Per non parlare degli intenditori che seguono puntualmente le esecuzioni bandistiche di musica operistica che si svolgono in città e paesi in occasione di feste civili, militari e religiose.
Vitaliano Iannuzzi, docente di pianoforte principale presso il Conservatorio di Musica “Niccolò Piccinni” di Bari, musicista versatile, compositore ed autore di numerose pubblicazioni, con il volume “Per chi suona la banda?” (pagg. 288, € 28 - Levante Editori, Bari), ha voluto risvegliare un po’ le coscienze su un patrimonio spesso ignorato, ma che merita di essere preso in seria considerazione, soprattutto, da parte delle Amministrazioni comunali.
L’autore, in questo libro, ha studiato la cultura musicale a Spinazzola, un Comune in provincia di Bari, confinante con la Basilicata, attraverso una serie di ricerche storiche relative alla banda di quella città , diretta dal 1950 al 1956, dal Maestro Sabino Jannuzzi con il nome di “Gran Concerto Musicale Pugliese – G. Verdi”. Va ricordato che Spinazzola vanta un glorioso figlio, il papa Innocenzo XII (Antonio Pignatelli), che ha regnato dal 1691 al 1700. Un Papa che determinò una svolta nella storia della Chiesa, mettendo fine al nepotismo.
Iannuzzi fa una breve storia delle bande attraverso fatti, cronaca e, soprattutto, consultando la documentazione storica presente negli archivi comunali di Spinazzola.
Il volume riporta anche molte curiosità relative a politici, attori, quotidiani e sottolinea come il maestro Sabino Jannuzzi, direttore pro-tempore del complesso bandistico “Città di Monterosso Almo”, è stato un innovatore nell’inserire le donne in banda, come testimonia una foto pubblicata sul quotidiano siciliano “Corriere di Sicilia” del 29 agosto 1956, favorendo così la notorietà di quella banda. Anche la RAI ha dato spazio alla banda di Monterosso Almo diffondendo il 19 maggio 1960 un programma musicale dal vivo.
La pubblicazione riporta, tra l’altro, alcune disposizioni legislative e documenti sulla Pubblica Istruzione riservate ai maestri di musica e agli alunni, ed è corredata da moltissime illustrazioni, foto, documenti e spartiti musicali che comprovano il lavoro certosino fatto dall’autore. In sostanza si tratta di un volume-documento, destinato agli appassionati ed ai cultori di musica, che non dovrebbe mancare in nessuna biblioteca, soprattutto in quelle degli istituti musicali, non dimenticando che la musica bandistica è musica popolare fatta dal popolo per il popolo, ma è anche, secondo Riccardo Muti, “patrimonio nazionale ed espressione profonda della cultura musicale italiana”. Riccardo Muti, infatti, in occasione della settimana Santa è quasi sempre a Molfetta per ascoltare le musiche delle bande a lui molto care. Anche il celebre flautista Severino Gazzelloni ha suonato per anni nella banda musicale del Comune di Sora.
Il prof. Savino Saraceno, che presenta l’opera, si dice certo che la pubblicazione di Iannuzzi «verrà apprezzata da tanti, d’ogni estrazione, e certamente contribuirà a mantenere, ancor più, viva la cultura e l’amore per la musica in genere e per le bande in particolare».
Non va dimenticato che le bande musicali, svolgono una funzione culturale e di aggregazione sociale e, nella nostra Puglia se ne contano ben 96.
Le foto sono dell’Archivio storico-fotografico “Adduasio”.
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