di Manuela Merico. E' lo slogan della pubblicità di Carlo Chionna, imprenditore di moda disposto davvero a tutto pur di salvare il Made In Italy, perfino a parafrasare Garibaldi per rimanere indelebile nel tempo. Non per altro "Dio salvi il Made In Italy" è il pay off impresso su tutte le etichette delle collezioni dello stilista.
Ebbene sì, il Sig. Chionna è proprio colui che si fece fotografare nei panni del gladiatore crocifisso nel giugno 2010 per protestare contro coloro che fanno moda italiana affidandosi a produzioni estere. L'imprenditore, che nel primo anno ci rimise di tasca sua nove milioni e duecentomila euro per produrre la collezione, in Italia, aveva già promesso di continuare la battaglia con forti pubblicità che potessero smuovere l'opinione pubblica e sociale. Infatti, per lui, la legge Reguzzoni è solo un primo passo verso il vero Made in Italy; il cittadino in primo luogo dovrebbe acquistare 100% Made in Italy in modo da scoraggiare tutte le case di moda a produrre all'estero.
Famoso per le sue continue partecipazioni a programmi radio e tv, Carlo Chionna riguardo ai 150 anni dell'unità d'Italia, esordisce così: "Stiamo demolendo giorno dopo giorno quello che il mondo intero ci invidia: la moda italiana. Senza l'autentico Made in Italy si parlerà di noi italiani solo per la mafia, la pizza e gli spaghetti. E' un'offesa alla nostra cultura, alle nostre eccellenze, alla nostra industria, alla nostra, ormai residua, credibilità ."
Al centro delle sue preoccupazioni, inoltre, sono le quantità enormi di etichette contraffatte vendute al grossista ed al cliente finale attraversando pochi se non perfino nulli controlli.
Non resta che impegnarci personalmente in questa "battaglia" iniziando a metter da parte gli acquisti condizionati dalla società e scegliere ciò che veramente ci conquista.
Ebbene sì, il Sig. Chionna è proprio colui che si fece fotografare nei panni del gladiatore crocifisso nel giugno 2010 per protestare contro coloro che fanno moda italiana affidandosi a produzioni estere. L'imprenditore, che nel primo anno ci rimise di tasca sua nove milioni e duecentomila euro per produrre la collezione, in Italia, aveva già promesso di continuare la battaglia con forti pubblicità che potessero smuovere l'opinione pubblica e sociale. Infatti, per lui, la legge Reguzzoni è solo un primo passo verso il vero Made in Italy; il cittadino in primo luogo dovrebbe acquistare 100% Made in Italy in modo da scoraggiare tutte le case di moda a produrre all'estero.
Famoso per le sue continue partecipazioni a programmi radio e tv, Carlo Chionna riguardo ai 150 anni dell'unità d'Italia, esordisce così: "Stiamo demolendo giorno dopo giorno quello che il mondo intero ci invidia: la moda italiana. Senza l'autentico Made in Italy si parlerà di noi italiani solo per la mafia, la pizza e gli spaghetti. E' un'offesa alla nostra cultura, alle nostre eccellenze, alla nostra industria, alla nostra, ormai residua, credibilità ."
Al centro delle sue preoccupazioni, inoltre, sono le quantità enormi di etichette contraffatte vendute al grossista ed al cliente finale attraversando pochi se non perfino nulli controlli.
Non resta che impegnarci personalmente in questa "battaglia" iniziando a metter da parte gli acquisti condizionati dalla società e scegliere ciò che veramente ci conquista.
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