BARI. ''Seguiamo con trepidazione la battaglia contro l'incubo radioattivo a Fukushima, prendiamo atto della riflessione annunciata dal ministro Romani, ma il governo centrale sappia che il referendum si dovra' tenere, a meno che non intervenga un provvedimento forte e chiaro di stop del programma nucleare''. Come quella di tutto il mondo, l'attenzione del presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, e' rivolta alla lotta dei volontari, ''piccoli eroi anonimi'', per spegnere i reattori della centrale giapponese.
''Sarebbe utile una grande preghiera collettiva - fa notare Introna - perche' se la fusione non si ferma l'impianto potrebbe esplodere, con conseguenze devastanti per l'intero pianeta. Ma servirebbero anche notizie piu' precise e circostanziate da parte del Giappone, al quale rinnoviamo tutta la nostra solidarieta' e ammirazione. Il quadro della situazione va chiarito e i pericoli vanno indicati senza reticenze''.
''Allo stesso tempo - continua - nella cattiva sorte di un Paese che rischia di vedere aggravata l'immane tragedia che lo ha colpito, fa piacere che sia pure con qualche ritardo il ministro Romani e lo stesso Veronesi, grande oncologo la cui adesione al nucleare desto' sorpresa, abbiano espresso dubbi su progetti che vanno ripensati. Il ministro dello sviluppo economico ora parla di scelte condivise, ma quello che ci sarebbe da condividere e' un piano energetico nazionale che respinga l'uranio e adotti le fonti rinnovabili, l'energia pulita, il solare, l'eolico, uno sviluppo energetico ecocompatibile col rispetto per l'ambiente e per la salute della gente''.
''Non vorremmo che prima del programma nucleare venga invece cancellato il referendum abrogativo - osserva il presidente Introna - l'emozione per quanto sta accadendo in Giappone sta richiamando giustamente alla riflessione i governi dei Paesi, ma e' ancora piu' giusto che la consultazione popolare referendaria si possa effettuare regolarmente e che i cittadini riescano ad esprimere la loro libera opinione sul futuro del nucleare italiano''.
''Sarebbe utile una grande preghiera collettiva - fa notare Introna - perche' se la fusione non si ferma l'impianto potrebbe esplodere, con conseguenze devastanti per l'intero pianeta. Ma servirebbero anche notizie piu' precise e circostanziate da parte del Giappone, al quale rinnoviamo tutta la nostra solidarieta' e ammirazione. Il quadro della situazione va chiarito e i pericoli vanno indicati senza reticenze''.
''Allo stesso tempo - continua - nella cattiva sorte di un Paese che rischia di vedere aggravata l'immane tragedia che lo ha colpito, fa piacere che sia pure con qualche ritardo il ministro Romani e lo stesso Veronesi, grande oncologo la cui adesione al nucleare desto' sorpresa, abbiano espresso dubbi su progetti che vanno ripensati. Il ministro dello sviluppo economico ora parla di scelte condivise, ma quello che ci sarebbe da condividere e' un piano energetico nazionale che respinga l'uranio e adotti le fonti rinnovabili, l'energia pulita, il solare, l'eolico, uno sviluppo energetico ecocompatibile col rispetto per l'ambiente e per la salute della gente''.
''Non vorremmo che prima del programma nucleare venga invece cancellato il referendum abrogativo - osserva il presidente Introna - l'emozione per quanto sta accadendo in Giappone sta richiamando giustamente alla riflessione i governi dei Paesi, ma e' ancora piu' giusto che la consultazione popolare referendaria si possa effettuare regolarmente e che i cittadini riescano ad esprimere la loro libera opinione sul futuro del nucleare italiano''.