BARI. Due ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite da carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando provinciale di Bari in relazione all'omicidio di Raffaele Pirro, 73 anni, imprenditore edile, avvenuto a meta' luglio dello scorso anno sulla strada statale 100 in territorio di Capurso.
L'uomo venne freddato con un colpo di pistola alla nuca in una piazzola di sosta della statale. Il corpo venne trovato vicino alla sua auto. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica. L'uomo era separato.
LE DINAMICHE - I criminali entrarono in azione nella tarda serata del 15 luglio scorso quando inseguirono la vittima fin dal momento in cui lascio' un noto circolo ricreativo nel centro di Bari per far rientro nella sua villa in un residence a Casamassima. Secondo gli investigatori R. L., fermato pochi giorni dopo, era alla guida di un furgone e avrebbe tamponato volutamente la Jaguar di Pirro costringendolo a fermarsi. Qui sarebbe stato raggiunto dal fratello e dall'amico. Insieme avrebbero freddato l'imprenditore barese. Ad armare la mano degli assassini la paura che Pirro portasse a termine l'azione giudiziaria intentata contro un'impresa edile materana per la quale i fratelli lavoravano in sub appalto.
Pirro, infatti, aveva comunicato, anche tramite il suo avvocato, che aveva intenzione di procedere all'iscrizione di ipoteche su alcuni immobili costruiti a Gioia del Colle dall'impresa materana, impedendo cosi' di fatto la vendita dei manufatti completati. Un disagio economico che si ripercuoteva anche sulle piccole imprese subappaltatrici, in un momento in cui i fratelli si trovavano in difficolta' finanziarie. Di qui, secondo gli inquirenti, la decisione di uccidere l'imprenditore barese, con la complicita' di C. Quest'ultimo, oltre che essere amico fraterno di R. L., era anche lui interessato alle sorte dell'azienda materana in quanto spesso e volentieri provvedeva all'installazione dei condizionatori nelle abitazioni e nelle ville costruite dall'impresa.
LA TESTIMONIANZA DECISIVA - A incastrare R. L., pero', fu la testimonianza di alcuni automobilisti che la notte fra il 15 e il 16 luglio scorsi transitavano sullo stesso tratto della statale 100. In modo particolare un uomo, che stava rientrando a casa, noto' perfettamente i quattro (la vittima e i tre presunti sicari) nella piazzola di sosta ma soprattutto riusci' a prendere la targa del furgone guidato da R.L.. Decisamente poco credibile la tesi fornita durante il primo interrogatorio: l'uomo disse agli inquirenti che vi era stato un imprevisto tamponamento tra il suo furgone e l'auto della vittima che li aveva costretti a fermarsi nella prima piazzola di sosta.
Qui improvvisamente erano stati raggiunti, raccontava a luglio L., da un'auto con a bordo due uomini, il passeggero scendeva e impugnata una pistola aveva freddato l'imprenditore Pirro. R. L., poi, sarebbe scappato per paura. Una versione che non aveva convinto gli investigatori. Il fermo era stato convalidato. Le indagini di questi mesi, soprattutto le risultanze dei tabulati dei telefonini dei tre uomini e dei loro contatti e l'esame delle impronte lasciate sulle vetture, hanno consentito agli inquirenti di completare il quadro dei responsabili dell'omicidio e le modalita' con le quali e' accaduto.
L'uomo venne freddato con un colpo di pistola alla nuca in una piazzola di sosta della statale. Il corpo venne trovato vicino alla sua auto. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica. L'uomo era separato.
Il luogo dell'omicidio di Pirro |
Pirro, infatti, aveva comunicato, anche tramite il suo avvocato, che aveva intenzione di procedere all'iscrizione di ipoteche su alcuni immobili costruiti a Gioia del Colle dall'impresa materana, impedendo cosi' di fatto la vendita dei manufatti completati. Un disagio economico che si ripercuoteva anche sulle piccole imprese subappaltatrici, in un momento in cui i fratelli si trovavano in difficolta' finanziarie. Di qui, secondo gli inquirenti, la decisione di uccidere l'imprenditore barese, con la complicita' di C. Quest'ultimo, oltre che essere amico fraterno di R. L., era anche lui interessato alle sorte dell'azienda materana in quanto spesso e volentieri provvedeva all'installazione dei condizionatori nelle abitazioni e nelle ville costruite dall'impresa.
LA TESTIMONIANZA DECISIVA - A incastrare R. L., pero', fu la testimonianza di alcuni automobilisti che la notte fra il 15 e il 16 luglio scorsi transitavano sullo stesso tratto della statale 100. In modo particolare un uomo, che stava rientrando a casa, noto' perfettamente i quattro (la vittima e i tre presunti sicari) nella piazzola di sosta ma soprattutto riusci' a prendere la targa del furgone guidato da R.L.. Decisamente poco credibile la tesi fornita durante il primo interrogatorio: l'uomo disse agli inquirenti che vi era stato un imprevisto tamponamento tra il suo furgone e l'auto della vittima che li aveva costretti a fermarsi nella prima piazzola di sosta.
Qui improvvisamente erano stati raggiunti, raccontava a luglio L., da un'auto con a bordo due uomini, il passeggero scendeva e impugnata una pistola aveva freddato l'imprenditore Pirro. R. L., poi, sarebbe scappato per paura. Una versione che non aveva convinto gli investigatori. Il fermo era stato convalidato. Le indagini di questi mesi, soprattutto le risultanze dei tabulati dei telefonini dei tre uomini e dei loro contatti e l'esame delle impronte lasciate sulle vetture, hanno consentito agli inquirenti di completare il quadro dei responsabili dell'omicidio e le modalita' con le quali e' accaduto.