Peschereccio esploso nel '94: Ris, non escluso colpo arma da fuoco

BARI. Non e' esclusa la compatibilita' con un colpo di arma da fuoco di almeno uno dei fori visibili su uno dei tiranti del motopesca Francesco padre, esploso il 4 novembre 1994 per cause mai accertate al largo delle coste del Montenegro nel corso della guerra nei Balcani, con a bordo cinque pescatori di Molfetta, in provincia di Bari. E' il risultato degli accertamenti compiuti dalla sezione balistica dei carabinieri del Ris di Roma, si e' appreso a Bari. Altri fori visibili sul natante, che si trova su un fondale a 243 metri di profondita' insieme ai resti di quattro pescatori, potrebbero essere stati causati da schegge.
Intanto il comitato 'Francesco Padre, verita' e giustizia ha scritto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, chiedendo un intervento per finanziare "le operazioni di ispezione, e verosimilmente di recupero di resti umani e di piccole parti del peschereccio". Il comitato farà un pubblico appello domani mattina nel porto di Molfetta. Nella lettera, firmata da Maria Pansini, presidente del Comitato e figlia del comandante del motopesca affondato, si chiede anche a Napolitano di ricevere una delegazione dei parenti delle vittime.

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