Sanità: Fiore, inchiesta ha escluso cupola politico-mafiosa. Palese, confermata mala gestione

BARI. “La politica in Puglia (e non solo) è considerata un disvalore. Questo è in parte vero perché intervene troppo spesso nelle minuzie dell’amministrazione tentando di incunearsi nelle relative pieghe e rendendosi invasiva. Tutto questo rappresenta un elemento di debolezza della stessa politica”. E' quanto sostenuto dall’Assessore alle politiche della salute, Tommaso Fiore, che ha chiuso la seduta del Consiglio regionale largamente incentrata sugli sviluppi della una delle inchieste che hanno investito la sanità pugliese.
L’assessore ha ricordato i provvedimenti approvati in precedenza per migliorare la governance del sistema sanitario pugliese. Il processo di aggiustamento, tuttavia, – ha detto – ha bisogno di tempo, pazienza ed anche capacità di verificare nel merito gli atti giudiziari”, per capire se le procedure amministrative poste in essere abbiano potuto prestare il fianco a eventuali percorsi illeciti e, quindi, aggiustare il tiro.
L’inchiesta odierna – ha detto Fiore – ha una connotazione particolare, visto che è stato esclusa l’ipotesi che a monte ci fosse una cupola politico-mafiosa. “Quando ho assunto la conduzione dell’assessorato – ha aggiunto – ho avvertito una sensazione di grande disordine”. Le Aziende sanitarie usufruivano di troppa autonomia e questo ha facilitato le infiltrazioni nei singoli territori di situazioni di malaffare. Ora c’è un raccordo molto più stretto tra le stesse aziende e l’assessorato, che sicuramente consentirà di prestare meno il fianco a episodi come quelli di cui ci troviamo a parlare oggi.
Per il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale pugliese, Rocco Palese, “Vendola e la sinistra oggi hanno confermato in pieno la loro totale responsabilità politica nella mala gestione della sanità. Vendola limitandosi a ribadire che la sua posizione giudiziaria personale è stata archiviata senza mai rispondere alle nostre obiezioni politiche e, anzi, ammettendo di aver sottovalutato il peso degli interessi dell’ex assessore Tedesco; la maggioranza e soprattutto il Pd, ammettendo di non aver fatto nulla per cambiare un sistema sanitario completamente fuori controllo; l’assessore Nicastro facendo un distinguo quasi da pm tra inchieste e inchieste”. Lo dichiara il capogruppo del Pdl alla Regione, Rocco Palese.
“Il conflitto di interessi dell’assessore Tedesco, denunciato da Idv e respinto con forza da Vendola nel 2007 era ben noto al Presidente, proprio come la spartizione dei manager della sanità. Non solo dei direttori generali, di cui la Legge stessa affida la nomina alla Giunta, ma anche e soprattutto dei direttori amministrativi e sanitari, selezionati dagli elenchi degli iscritti ai partiti di sinistra, come testimoniano i grafici e le torte pubblicati nel 2005 dalla stampa”.
“I fatti emersi in questi giorni – aggiunge Palese – sono noti al Presidente da tre anni perché egli stesso, da indagato, fu chiamato a rispondere su questi fatti. Ebbene, da allora ad oggi cosa è cambiato? Nulla, nessuna Legge regionale, quasi nessuno di quei manager che risultano pluri - indagati in queste inchieste. Anzi, continuano le spartizioni di posti letto, reparti, primari, manager, presunti controllori che sono nominati o indicati dai controllati. Da garantisti abbiamo sempre detto che non è l’aspetto giudiziario ad interessarci, ma è innegabile che vi siano macroscopiche contraddizioni tra quel che dice il Presidente Vendola e quel che fanno i suoi uomini; tra chi non poteva non sapere e chi invece oggi può consentirsi di dire che non capiva il sistema, non conosceva a fondo coloro che nominava, non sapeva quel che si faceva intorno a lui. Il Presidente Vendola è persona troppo intelligente per poter dire ‘non sapevo'".
Sulla stessa lunghezza d'onda il commento del consigliere Massimo Cassano, che sostiene di essere dl tutto 'deluso' dal dibattito avuto in Aula e che "evitando di rispondere alle nostre domande, il Presidente Vendola anche oggi è fuggito dalle sue responsabilità politiche".
"Vendola dopo sei anni, e Fiore dopo tre di cui due da consulente, ci hanno detto che ci vuole tempo per cambiare il sistema. Ma ci vorranno secoli se non si comincia mai! Neanche oggi si è capito cosa è stato fatto per modificare i sistemi di controllo della spesa e dei servizi e l'invasione della politica nella gestione, né cosa si intende fare in futuro", conclude Cassano.

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto