BARI. Un gruppo di genitori di ragazzi diversamente abili e pazienti della riabilitazione dell'ambulatorio San Paolo di Bari hanno scritto una lettera al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e all'assessore regionale alla Sanita', Tommaso Fiore, chiedendo la continuita' terapeutica, diritto che fino ad oggi ''e' continuamente calpestato''. I genitori lamentano il fatto che verra' interrotto il rapporto di lavoro con i terapisti ai quali non saranno rinnovati i contratti e i loro figli saranno costretti ad interrompere le cure.
LA LETTERA - Nella lettera - inviata per conoscenza anche al presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna e a tutti i capigruppo consiliari - i genitori, in particolare, esprimono "l'estremo disagio" che vivono per la situazione dei loro figli "che, per l'ennesima volta, si trovano innanzi alla prospettiva, per via della interruzione del rapporto di lavoro con i terapisti della riabilitazione, di dover sospendere i loro piani terapeutici o di dover cambiare il loro terapista con cui, con grandi difficoltà e sacrifici, hanno instaurato un rapporto di collaborazione, fiducia e stima reciproca negli ultimi tre anni".
"Con questa lettera - concludono i genitori - noi chiediamo di rispettare il diritto alla continuità terapeutica, nell'ottica del rispetto del rapporto di fiducia che ognuno dei nostri figli ha creato con il proprio terapista, rinnovando in modo definitivo i loro contratti di lavoro".
LA LETTERA - Nella lettera - inviata per conoscenza anche al presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna e a tutti i capigruppo consiliari - i genitori, in particolare, esprimono "l'estremo disagio" che vivono per la situazione dei loro figli "che, per l'ennesima volta, si trovano innanzi alla prospettiva, per via della interruzione del rapporto di lavoro con i terapisti della riabilitazione, di dover sospendere i loro piani terapeutici o di dover cambiare il loro terapista con cui, con grandi difficoltà e sacrifici, hanno instaurato un rapporto di collaborazione, fiducia e stima reciproca negli ultimi tre anni".
"Con questa lettera - concludono i genitori - noi chiediamo di rispettare il diritto alla continuità terapeutica, nell'ottica del rispetto del rapporto di fiducia che ognuno dei nostri figli ha creato con il proprio terapista, rinnovando in modo definitivo i loro contratti di lavoro".
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