Sarah: ci risiamo, Michele Misseri cambia ancora versione

di Roberta Calò. Michele Misseri in una prima versione aveva dichiarato di aver ucciso la nipote Sarah Scazzi; in seconda battuta si dichiarò innocente facendo ricadere l'accusa sulla figlia Sabrina. Ora fa nuovamente marcia indietro. Michele Misseri scrive un'ennesima lettera in cui fornisce la nuova versione dei fatti. Secondo l'ultima testimonianza Sarah sarebbe scesa in garage dallo zio, il quale, adirato dal motore del suo trattore che non partiva, aveva chiesto alla nipote di allontanarsi. La ragazza, non avendo dato ascolto a quanto riferito dallo zio, sarebbe stata strangolata dall'uomo in uno scatto d'ira violento. La notizia sarebbe stata resa nota dalla trasmissione "La vita in diretta"; il legale dell'indagato, avv. Francesco De Cristofaro, non avrebbe fornito nè conferme nè smentite, si è limitato a comunicare che tra lui e il suo cliente è in corso uno scambio epistolare.
La versione coinciderebbe casualmente con quanto raccontato dalla moglie dell'imputato, Cosima Misseri, riferendo ad una chiacchierata avuta con il marito: "dice che quel giorno stava arrabbiatissimo per il trattore e Sarah gli ha chiesto 'zio, perchè urli?'. Lui le ha detto 'vattene che è meglio' ma Sarah ha continuato. Allora lui l'ha spostata di peso e poi le ha buttato la corda".
Resta ancora in dubbio l'effettiva spontaneità della versione essendo l'uomo, come dimostrato nel corso dei mesi, estremamente soggiogato dalla influenza muliebre e da quella mediatica. La moglie ha concluso spiegando che la figlia Sabrina "è arrabbiata con il padre, non capisce perché deve rimanere in galera. Se fosse colpevole starebbe più tranquilla. I chili che sta perdendo mia figlia li sta prendendo mio marito che si è liberato la coscienza".
La Procura intanto avrebbe incaricato i carabinieri di sequestrare un compressore nel garage di casa Misseri. In una lettera inviata all'altra figlia Valentina, Michele aveva scritto che Sarah, dopo essere stata strangolata, aveva sbattuto la testa contro il compressore.
Il rimpallo di responsabilità in questa indagine senza fine sembrerebbe quasi una strumentalizzazione forzata degli eventi e delle testimonianze per deviare una pesante condanna a carico di un solo e ancora ignoto colpevole e per protrarre ad oltranza le instabili indagini al momento ferme sugli unici dati certi, invariati ma insufficienti: i rilevamenti biologici.