Sarah: Cosima, Ivano piaceva anche a Mariangela

di Roberta Calò. "Ivano e Sabrina sapevo solo che erano amici, e che Ivano le piaceva, ma piaceva a tutti. Anche a Mariangela piaceva in realtà". Esordisce così Cosima Misseri nel corso di un'intervista a Pomeriggio Cinque.
La donna, madre e moglie di Sabrina e Michele Misseri, entrambi indagati per l'omicidio di Sarah Scazzi, torna indietro nei mesi e racconta: "Dovevano andare in spiaggia - spiega - e quest'ultima (Mariangela, ndr) fece in modo di non chiamare Sarah perchè altrimenti Ivano non avrebbe dato loro retta. Non si riferiva solo a Sabrina, ma anche a lei e a qualche altra ragazza".
Spiega nuovamente le dinamiche di quel 26 agosto 2010 in cui la piccola Sarah Scazzi è morta: "Ho sentito il cellulare squillare - racconta - ed era Sabrina che mi disse che quel giorno sarebbe dovuta venire Sarah per andare al mare ma non si trovava, mi chiese se l'avessi vista io e mi disse che zia Concetta era già in caserma a fare la denuncia. In seguito ho richiamato sia Sabrina che Concetta ipotizzando che Sarah potesse essere stata vittima di un incidente e che forse potesse essere all'ospedale. Chiamai anche mio marito per chiedergli se l'avesse vista. Mai avrei pensato a un rapimento".
Cosima, che da sempre ha avuto un ruolo centrale nella regia della vicenda, ma la cui posizione resta ancora oscura agli occhi di inquirenti e investigatori, spiega di voler rimanere vicino al marito: "perchè lo vedo così indifeso. Poi quando si è sposati - spiega - bisogna stare vicino al proprio compagno nella ricchezza, nella povertà, nella salute e nella malattia, insomma nel bene e nel male, quindi ho deciso che non lo abbandonerò. Ho saputo - chiarisce - le motivazioni per le quali mio marito ha incolpato Sabrina e per questo non lo abbandonerò. Comunque i carabinieri sanno tutto quello che Michele mi ha riferito". Quello che a primo acchito vorrebbe apparire come il gesto di una moglie premurosa, in realtà si rivela la già nota crociata per scagionare la figlia sfruttando come sempre gli organi di stampa e la visibilità mediatica per far leva sull'opinione pubblica.

LA LETTERA DI MICHELE - Sotto la lente di ingrandimento resta comunque la lettera di Michele Misseri, l'ennesima versione dell'uomo inzialmente reo confesso, poi testimone chiave nella chiamata in correità della figlia Sabrina.
"Io - scrive Michele Misseri - vorrei che i carabinieri del Ris mi portassero ad Avetrana. Mi sono ricordato che sotto, nel garage, c'è una prova che mi è venuta in mente adesso di quel giorno, il 26 agosto 2010. Quando il trattore non partiva avevo lì a fianco un compressore ad aria che utilizzavo per spolverare il motore. Ero arrabbiatissimo, non riuscivo a controllarmi. In quel momento Sarah è scesa da sola nel garage e mi ha detto: 'Zio, perchè stai gridando?'. Io non mi ero accorto di lei, e poi vedendola le ho detto: 'Sarah vattene'. Ma Sarah era sempre davanti e io non volevo che stesse davanti. L'ho presa non so dove. L'ho sollevata per dirle vattene. A quel punto mi è venuto un calore alla testa. Sarah forse mi ha fatto male. Ricordo in maniera confusa che lei mi ha dato un calcio".
"Sul trattore - spiega - tenevo appoggiata una corda. Quando Sarah si è girata, le ho messo la corda al collo. In quel momento non mi rendevo conto che la stavo uccidendo. Sarah in mano aveva il telefonino che vibrava, è caduto per terra, si è aperto in due perdendo la batteria. Sarah cadendo è andata a sbattere con la testa tra il manico e il serbatoio del compressore: ecco perchè il segno sul collo sembrava una cinta e non una corda. Un'altra corda, uguale a quella usata per uccidere, è sulla motozappa che sta sotto il garage. Non volevo uccidere Sarah. Dopodichè l'ho coperta con un grosso cartone e anche il compressore perchè avevo sentito mia figlia Sabrina che mi chiedeva: 'Papà hai visto Sarah?'. E io ho detto una bugia perché la povera Sarah era già morta. Ho detto a Sabrina che forse Sarah era ancora a casa sua e lei mi ha risposto: 'Se arriva falla aspettare'. In quel momento ho fatto sparire il corpo di Sarah mettendolo in macchina".

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