TARANTO. Un'area di circa 8.000 metri quadrati, all'interno della quale si trovava un laboratorio-caseificio con annesso punto vendita risultato privo di autorizzazioni allo scarico delle acque reflue industriali, e' stata sequestrata in localita' 'San Basilio' a Mottola da militari della Guardia di Finanza di Taranto in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione della Asl jonica.
Il terreno circostante, pur ricoperto di verde, era adibito a discarica abusiva: tutto intorno erano stati depositati e abbandonati in modo incontrollato rifiuti non pericolosi costituiti da materiale di risulta, legno, ferro e plastica. Nell'area insiste anche un fabbricato rurale fatiscente di 40 metri quadrati, utilizzato per rifugio di animali, interamente ricoperto da pannelli di eternit danneggiati.
L'esposizione agli agenti atmosferici, l'eta' e lo stato di conservazione del materiale hanno determinato una loro progressiva disgregazione con dispersione di fibre di amianto nell'ambiente circostante generando un potenziale pericolo per l'incolumita' e la salute pubblica. E' stato, infine, accertato che i liquidi di lavorazione del caseificio anziche' essere stoccati in una cisterna apposita per il successivo smaltimento a cura di una ditta autorizzata, venivano sversati direttamente in una fossa biologica a tenuta interrata. Il controllo, che rientra nell'ambito di una attivita' congiunta con la Asl gia' programmata, si e' conclusa con la denuncia di due persone all'Autorita' Giudiziaria per violazione del testo Unico in materia ambientale.
Il terreno circostante, pur ricoperto di verde, era adibito a discarica abusiva: tutto intorno erano stati depositati e abbandonati in modo incontrollato rifiuti non pericolosi costituiti da materiale di risulta, legno, ferro e plastica. Nell'area insiste anche un fabbricato rurale fatiscente di 40 metri quadrati, utilizzato per rifugio di animali, interamente ricoperto da pannelli di eternit danneggiati.
L'esposizione agli agenti atmosferici, l'eta' e lo stato di conservazione del materiale hanno determinato una loro progressiva disgregazione con dispersione di fibre di amianto nell'ambiente circostante generando un potenziale pericolo per l'incolumita' e la salute pubblica. E' stato, infine, accertato che i liquidi di lavorazione del caseificio anziche' essere stoccati in una cisterna apposita per il successivo smaltimento a cura di una ditta autorizzata, venivano sversati direttamente in una fossa biologica a tenuta interrata. Il controllo, che rientra nell'ambito di una attivita' congiunta con la Asl gia' programmata, si e' conclusa con la denuncia di due persone all'Autorita' Giudiziaria per violazione del testo Unico in materia ambientale.