BARI. Polveri sottili al di sotto della media al centro di Bari, livelli più alti nelle vie esterne e trafficate. Inquinamento acustico sopra i limiti di legge, soprattutto i decibel registrati nelle ore notturne e l’assenza del piano di zonizzazione previsto dalla legge.
E’ questo il quadro complessivo emerso a Bari dalle analisi compiute dal Treno Verde, la storica campagna di Legambiente e Ferrovie dello Stato, realizzato quest’anno con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la collaborazione di ANCI e il contributo di Telecom, che ha lo scopo di monitorare lo stato d’inquinamento atmosferico e acustico nelle città italiane, grazie ai rilevamenti del laboratorio mobile dell’Istituto Sperimentale di RFI (Rete Ferroviaria Italiana). Il convoglio ambientalista da più di venti attraversa l’Italia per sensibilizzare i cittadini, sulle nuove possibilità di risparmio energetico e l’utilizzo delle fonti rinnovabili, grazie ad una mostra interattiva, incontri e convegni.
I dati finali relativi alla qualità dell’aria e ai livelli di rumore sono stati presentati questa mattina in conferenza stampa da Francesco Tarantini, presidente Legambiente Puglia, Giorgio Zampetti, coordinatore dell’ufficio scientifico di Legambiente, Giorgio Assennato, direttore generale ARPA Puglia, Maria Maugeri, consigliera delegata all'Ambiente Comune di Bari e Luca Ricciardi, responsabile del laboratorio mobile dell'Istituto Sperimentale di RFI.
LE ANALISI - Le analisi presentate sono il frutto delle 62 ore di monitoraggio effettuato dal laboratorio mobile dell’Istituto Sperimentale di RFI (Rete Ferroviaria Italiana), posizionato in via Roberto da Bari, angolo via Piccinni, in maniera ininterrotta dalle ore 10 di martedì 22 e durante le intere giornate di mercoledì 23 e giovedì 24 marzo.
Secondo quanto emerso dalle analisi del laboratorio mobile dell’Istituto Sperimentale di RFI nei tre giorni di campionamento, i valori delle polveri sottili, altamente dannose per la salute dell’uomo, non hanno mai superato il limite giornaliero di 50 mg/m3 come previsto dal D.lgs 155 del 2010. Le medie registrate sono state di 26 mg/m3 per il primo giorno, 31 mg/m3 nel secondo e 41 mg/m3 nel terzo. Valori che restano quindi al di sotto dei parametri di legge.
Negativo invece il dato ottenuto dalle analisi effettuate dallo staff del Treno Verde mercoledì 23 marzo che, con il Personal Dust Monit, il rilevatore itinerante di PM10 messo a disposizione da Con.Tec, ha monitorato per un'ora le polveri sottili per le vie di Bari.
Non trattandosi di una media giornaliera, ma di una singola media oraria, il trattamento di questi dati deve ritenersi parziale, utile tuttavia a fotografare il livello di polveri sottili che si possono respirare durante un normale spostamento a piedi in città.
Dalle ore 17.00 alle ore 18.00 l’esperto di Legambiente ha percorso il tragitto che da via Capruzzi va in via Giulio Petroni passando per via Amendola. Lungo questo percorso il Personal Dust Monit ha registrato una media oraria di PM10 pari a 88,7 mg/m3 (il limite giornaliero stabilito dalla legge è di 50 mg/m3) di cui il 29% costituito da PM2,5.
Il PM2,5 consiste in particelle con diametro pari a 2,5 micron, un quarto del PM10, tanto da risultare ancora più pericolose per la salute umana, perché riescono a penetrare nel punto più profondo dei polmoni. Da quest’anno anche la normativa italiana prevede un limite di riferimento di misurazione fissato dal D.lgs 155 del 2010, che stabilisce però solo un valore limite medio annuo a 25 mg/m3.
Sotto controllo anche i valori relativi a benzene, biossido di zolfo, monossido di azoto, monossido di carbonio e ozono.
"SODDISFATTI, QUADRO RASSICURANTE" - “Siamo soddisfatti del quadro rassicurante che emerge dai tre giorni di monitoraggio a Bari – ha dichiarato Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – ma questi dati non devono disimpegnare l’Amministrazione Comunale a fare di più e meglio per le aree ancora trafficate e inquinate della città, come ha dimostrato il rilevamento orario su via Capruzzi, via Amendola e via Giulio Petroni. Servono ulteriori interventi strutturali come l’aumento delle zone a traffico limitato e l’ampliamento dell’estensione delle isole pedonali e delle piste ciclabili, ancora poche, come previsto dalla programmazione comunale nei prossimi anni. Ma la situazione è ben peggiore in altre città capoluogo della Puglia. Occorre infatti ricordare – ha continuato Tarantini - che Trani e Foggia non hanno ancora una rete di monitoraggio fissa che fornisca dati costanti e aggiornati sulla qualità dell’aria. E’ assolutamente indispensabile attivare fin da subito nelle due città un sistema di monitoraggio ambientale di inquinamento atmosferico continuo, aggiornato e accessibile, così come è previsto dalla legge. Ad oggi, l’unica centralina attivata a Foggia è quella di ARPA Puglia nella sede del suo dipartimento”.
Il quadro relativo all’inquinamento acustico non è da sottovalutare. Decibel sempre oltre la norma. Il Comune di Bari non ha ancora predisposto la zonizzazione acustica del territorio, comunque la destinazione d’uso dell’area posta sotto indagine è assimilabile alla “Classe IV - aree di intensa attività umana”. Pertanto, discende che in tale zona i limiti acustici di immissione in Leq sono pari a 65 dB(A) in fascia diurna e 55 dB(A) in fascia notturna. I valori registrati nelle ore diurne sono stati rispettivamente di 68,5, 68,0 e 68,1 decibel, sempre sopra la norma. Più alti gli sforamenti notturni.
E’ questo il quadro complessivo emerso a Bari dalle analisi compiute dal Treno Verde, la storica campagna di Legambiente e Ferrovie dello Stato, realizzato quest’anno con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la collaborazione di ANCI e il contributo di Telecom, che ha lo scopo di monitorare lo stato d’inquinamento atmosferico e acustico nelle città italiane, grazie ai rilevamenti del laboratorio mobile dell’Istituto Sperimentale di RFI (Rete Ferroviaria Italiana). Il convoglio ambientalista da più di venti attraversa l’Italia per sensibilizzare i cittadini, sulle nuove possibilità di risparmio energetico e l’utilizzo delle fonti rinnovabili, grazie ad una mostra interattiva, incontri e convegni.
I dati finali relativi alla qualità dell’aria e ai livelli di rumore sono stati presentati questa mattina in conferenza stampa da Francesco Tarantini, presidente Legambiente Puglia, Giorgio Zampetti, coordinatore dell’ufficio scientifico di Legambiente, Giorgio Assennato, direttore generale ARPA Puglia, Maria Maugeri, consigliera delegata all'Ambiente Comune di Bari e Luca Ricciardi, responsabile del laboratorio mobile dell'Istituto Sperimentale di RFI.
LE ANALISI - Le analisi presentate sono il frutto delle 62 ore di monitoraggio effettuato dal laboratorio mobile dell’Istituto Sperimentale di RFI (Rete Ferroviaria Italiana), posizionato in via Roberto da Bari, angolo via Piccinni, in maniera ininterrotta dalle ore 10 di martedì 22 e durante le intere giornate di mercoledì 23 e giovedì 24 marzo.
Secondo quanto emerso dalle analisi del laboratorio mobile dell’Istituto Sperimentale di RFI nei tre giorni di campionamento, i valori delle polveri sottili, altamente dannose per la salute dell’uomo, non hanno mai superato il limite giornaliero di 50 mg/m3 come previsto dal D.lgs 155 del 2010. Le medie registrate sono state di 26 mg/m3 per il primo giorno, 31 mg/m3 nel secondo e 41 mg/m3 nel terzo. Valori che restano quindi al di sotto dei parametri di legge.
Negativo invece il dato ottenuto dalle analisi effettuate dallo staff del Treno Verde mercoledì 23 marzo che, con il Personal Dust Monit, il rilevatore itinerante di PM10 messo a disposizione da Con.Tec, ha monitorato per un'ora le polveri sottili per le vie di Bari.
Non trattandosi di una media giornaliera, ma di una singola media oraria, il trattamento di questi dati deve ritenersi parziale, utile tuttavia a fotografare il livello di polveri sottili che si possono respirare durante un normale spostamento a piedi in città.
Dalle ore 17.00 alle ore 18.00 l’esperto di Legambiente ha percorso il tragitto che da via Capruzzi va in via Giulio Petroni passando per via Amendola. Lungo questo percorso il Personal Dust Monit ha registrato una media oraria di PM10 pari a 88,7 mg/m3 (il limite giornaliero stabilito dalla legge è di 50 mg/m3) di cui il 29% costituito da PM2,5.
Il PM2,5 consiste in particelle con diametro pari a 2,5 micron, un quarto del PM10, tanto da risultare ancora più pericolose per la salute umana, perché riescono a penetrare nel punto più profondo dei polmoni. Da quest’anno anche la normativa italiana prevede un limite di riferimento di misurazione fissato dal D.lgs 155 del 2010, che stabilisce però solo un valore limite medio annuo a 25 mg/m3.
Sotto controllo anche i valori relativi a benzene, biossido di zolfo, monossido di azoto, monossido di carbonio e ozono.
"SODDISFATTI, QUADRO RASSICURANTE" - “Siamo soddisfatti del quadro rassicurante che emerge dai tre giorni di monitoraggio a Bari – ha dichiarato Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – ma questi dati non devono disimpegnare l’Amministrazione Comunale a fare di più e meglio per le aree ancora trafficate e inquinate della città, come ha dimostrato il rilevamento orario su via Capruzzi, via Amendola e via Giulio Petroni. Servono ulteriori interventi strutturali come l’aumento delle zone a traffico limitato e l’ampliamento dell’estensione delle isole pedonali e delle piste ciclabili, ancora poche, come previsto dalla programmazione comunale nei prossimi anni. Ma la situazione è ben peggiore in altre città capoluogo della Puglia. Occorre infatti ricordare – ha continuato Tarantini - che Trani e Foggia non hanno ancora una rete di monitoraggio fissa che fornisca dati costanti e aggiornati sulla qualità dell’aria. E’ assolutamente indispensabile attivare fin da subito nelle due città un sistema di monitoraggio ambientale di inquinamento atmosferico continuo, aggiornato e accessibile, così come è previsto dalla legge. Ad oggi, l’unica centralina attivata a Foggia è quella di ARPA Puglia nella sede del suo dipartimento”.
Il quadro relativo all’inquinamento acustico non è da sottovalutare. Decibel sempre oltre la norma. Il Comune di Bari non ha ancora predisposto la zonizzazione acustica del territorio, comunque la destinazione d’uso dell’area posta sotto indagine è assimilabile alla “Classe IV - aree di intensa attività umana”. Pertanto, discende che in tale zona i limiti acustici di immissione in Leq sono pari a 65 dB(A) in fascia diurna e 55 dB(A) in fascia notturna. I valori registrati nelle ore diurne sono stati rispettivamente di 68,5, 68,0 e 68,1 decibel, sempre sopra la norma. Più alti gli sforamenti notturni.