BARI. L’Università Lum Jean Monnet organizza la terza edizione del Corso di formazione per mediatori/conciliatori professionisti che inizierà il 31 marzo fino al 27 aprile. Alla luce del successo delle precedenti edizioni, per questo ciclo si è ritenuto opportuno organizzare contemporaneamente due corsi: uno presso la sede della Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali a Gioia del Colle e l’altro a Casamassima nelle aule del Rettorato.
L’obiettivo del corso è quello di introdurre i corsisti all’uso di strumenti extragiudiziali di gestione dei conflitti in modo da offrire un’opportunità di ulteriore elevata qualificazione professionale anche ai fini dell’accreditamento presso il servizio di mediazione/conciliazione delle Camere di Commercio o di organismi privati accreditati per la mediazione stragiudiziale professionale. Il conciliatore/mediatore avrà un ruolo sempre più importante, ponendosi come figura altamente specializzata, imparziale e neutrale, in grado di gestire efficacemente il contenzioso attraverso le più moderne tecniche di negoziazione e di facilitare l’accordo tra le parti orientandole verso la soluzione ottimale: questo in virtù delle disposizioni del decreto legislativo 4 marzo 2010 n.28 entrato in vigore il 20 marzo.
Il corso si articola in 54 ore con lezioni teoriche e pratiche e una prova finale consistente in una elaborazione e discussione di uno scritto su istituti ricompresi nel programma del corso. Il corso è rivolto a coloro che sono in possesso di un titolo di studio non inferiore al diploma di laurea universitaria triennale o a coloro che sono iscritti ad un ordine o collegio professionale. La quota di iscrizione è di 1000 euro.
La polemica innescata nei giorni scorsi dagli avvocati comprende un doppio profilo di criticità. Da un lato si contesta l’istituto della mediazione come passaggio obbligato per molte delle cause civili da ricomporre e dall’altro non si comprende l’allargamento alla qualifica di mediatori anche a chi possiede solo la laurea triennale. Roberto Martino, Preside della Facoltà di Giurisprudenza della Lum, interviene sulla questione. «L’allargamento ha una sua logica – spiega Martino – se si pensa che il mediatore, al di là delle competenze economico-giuridiche, debba orientare il proprio operato ispirandosi a principi e tecniche di negoziazione e mediazione tali da far emergere i reali interessi delle parti e cercare un punto di incontro, al di là della controversia che le vede in contrapposizione».
Sulle possibili carenze relative alla mancanza di una adeguata formazione giuridica Martino puntualizza che «l’attività di vigilanza del Ministero della Giustizia sui singoli organismi e il controllo che quest’ultimi effettuano sull’operato dei mediatori sembrano tali da scongiurare il pericolo che il deficit di cognizioni tecnico – giuridiche possa rappresentare un reale ostacolo alla mediazione, in quanto sarà inevitabile l’accantonamento di quei mediatori che non daranno buona prova di sè».
L’obiettivo del corso è quello di introdurre i corsisti all’uso di strumenti extragiudiziali di gestione dei conflitti in modo da offrire un’opportunità di ulteriore elevata qualificazione professionale anche ai fini dell’accreditamento presso il servizio di mediazione/conciliazione delle Camere di Commercio o di organismi privati accreditati per la mediazione stragiudiziale professionale. Il conciliatore/mediatore avrà un ruolo sempre più importante, ponendosi come figura altamente specializzata, imparziale e neutrale, in grado di gestire efficacemente il contenzioso attraverso le più moderne tecniche di negoziazione e di facilitare l’accordo tra le parti orientandole verso la soluzione ottimale: questo in virtù delle disposizioni del decreto legislativo 4 marzo 2010 n.28 entrato in vigore il 20 marzo.
Il corso si articola in 54 ore con lezioni teoriche e pratiche e una prova finale consistente in una elaborazione e discussione di uno scritto su istituti ricompresi nel programma del corso. Il corso è rivolto a coloro che sono in possesso di un titolo di studio non inferiore al diploma di laurea universitaria triennale o a coloro che sono iscritti ad un ordine o collegio professionale. La quota di iscrizione è di 1000 euro.
La polemica innescata nei giorni scorsi dagli avvocati comprende un doppio profilo di criticità. Da un lato si contesta l’istituto della mediazione come passaggio obbligato per molte delle cause civili da ricomporre e dall’altro non si comprende l’allargamento alla qualifica di mediatori anche a chi possiede solo la laurea triennale. Roberto Martino, Preside della Facoltà di Giurisprudenza della Lum, interviene sulla questione. «L’allargamento ha una sua logica – spiega Martino – se si pensa che il mediatore, al di là delle competenze economico-giuridiche, debba orientare il proprio operato ispirandosi a principi e tecniche di negoziazione e mediazione tali da far emergere i reali interessi delle parti e cercare un punto di incontro, al di là della controversia che le vede in contrapposizione».
Sulle possibili carenze relative alla mancanza di una adeguata formazione giuridica Martino puntualizza che «l’attività di vigilanza del Ministero della Giustizia sui singoli organismi e il controllo che quest’ultimi effettuano sull’operato dei mediatori sembrano tali da scongiurare il pericolo che il deficit di cognizioni tecnico – giuridiche possa rappresentare un reale ostacolo alla mediazione, in quanto sarà inevitabile l’accantonamento di quei mediatori che non daranno buona prova di sè».