di Roberta Calò. Giungono da fonti accreditate i primi risultati che sembrano iniziare a fare luce sui primi approfondimenti scientifici circa l’arma del delitto che uccisero la piccola Yara Gambirasio lo scorso 26 novembre.
Le ferite sottoposte all’attenzione dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo e della sua èquipe di collaboratori sembrerebbero causate da un’arma da taglio e da un oggetto contundente, forse un sasso o un punteruolo o un cacciavite.
Se effettivamente le armi offensive sono due, si potrebbe ipotizzare che gli aggressori fossero due e che abbiano agito con due armi differenti. Cadrebbe dunque l’idea che alcuni psicologi e criminologi avevano palesato intendendo l’omicidio come una situazione imprevista sfuggita di mano. Se ad agire non è stata una persona sembrerebbe più plausibile la versione di un piano premeditato.
Resta comunque certo che queste ferite non sarebbero state letali essendo la giovane morta per soffocamento.
Intanto si fa sempre più strada l’indiscrezione ancora non confermata dagli organi competenti che sarebbe stata isolata una traccia di dna sul cadavere ma resterebbe da verificare; il comandante dei Carabinieri di Bergamo, il colonnello Roberto Tortorella, si è limitato a dichiarare: “Non posso confermare, è un'indiscrezione”.
Circa gli eventuali resti presenti sotto le unghie della giovane ginnasta, invece, il procuratore aggiunto Massimo Meroni, fedele alla linea d’azione dei suoi colleghi che stanno serbando il massimo riserbo, ha detto: “Non mi risulta, attendiamo la relazione preliminare dei medici legali, quando sarà il momento ne riparleremo”.
Nessuna notizia trapela su nessun fronte né per i curiosi che inseguono lo scoop, né per chi soffre in silenzio e vive nella sua intimità il dolore come i coniugi Gambirasio, né per la piccola comunità di Brembate che trema dinanzi all’idea di un assassino che vaga ancora libero per le vie della cittadina e che potrebbe mietere altre vittime. Forse per rispetto o forse per limitare l’attenzione mediatica, gli inquirenti hanno limitato al massimo qualsiasi fuga di informazioni illudendosi forse così di smorzare l’interesse dell’opinione pubblica che di tutta risposta non può far altro che fantasticare e liberare illazioni su quanto possa effettivamente essere accaduto.
In soccorso degli abitanti di Brembate giunge il supporto della chiesa nella voce del parroco locale don Corinno e di Don Mazzi; quest’ultimo avrebbe esordito dichiarando: “Sono qui perché voglio parlarvi degli adolescenti, ma voglio parlare soprattutto agli adolescenti”.
Don Mazzi, che da sempre cura e segue soprattutto i giovani, ha reso noti i dieci comandamenti che secondo lui un adolescente dovrebbe seguire: “Createvi amicizie vere. Non legatevi a bulli, a doppiogiochisti. I vostri amici siano i vostri coetanei. Difendetevi dal computer. Legate tanto e bene con il padre, perché l'adolescenza è il tempo dei padri”.
Prosegue illuminando i ragazzi sui pericoli della società moderna invitandoli a riconoscere i veri valori della vita optando per forme di divertimento consone all’età e ad una morale rigorosa: “Non confondete il divertimento con lo sballo o la trasgressione. Yara è stata assassinata, ma c'è chi assassina i vostri figli in un altro modo, lasciandoli vivi, ma morti dentro. Troppi assassini girano attorno alla parola divertimento. Non fatevi assassinare da chi vi lascia una vita fasulla addosso”.
Poi si rivolge agli adulti cercando di stimolare la loro responsabilità di genitori e di educatori: “Padri abituatevi ad ascoltare i vostri figli. Incontriamo troppo spesso padri che sono ancora adolescenti, che inseguono l'auto di grossa cilindrata, il cellulare ultimo modello, amano giocare, pensano a buttar giù la pancia e, se hanno tempo, stanno con la famiglia. La crisi dell'Italia è la crisi dei padri e dove non ci sono padri c'è la crisi della struttura sociale”.
L’ultima preghiera è un richiamo per tutti alla fede come vera fonte di salvezza : “Legatevi a Dio. Fermatevi nel silenzio ad ascoltare il vostro bisogno di tenerezza e cogliete la tenerezza di Dio”.
A Chignolo d’isola invece, luogo del ritrovamento, è stato soppresso lo spettacolo teatrale previsto per sabato 12 marzo; l’evento che fa parte della “13ª rassegna teatrale delle compagnie dell'Isola”, sarà sostituito da una fiaccolata, come comunicato dal presidente Promoisola, Silvano Ravasio, che partirà alle 20.30 dalle dal sagrato della chiesa parrocchiale verso via Bedeschi, dove è stato trovato il corpo.
Le iniziative religiose e commemorative di questo paese che continua a ricercare nella fede quella luce che ancora non giunge dalla giustizia legale, vogliono arrivare lontano.
I sacerdoti di Brembate infatti hanno fatto sapere che vogliono promuovere due iniziative. La prima prevede la pubblicazione di un libretto da distribuire alle famiglie che dovrebbe raccogliere le testimonianze che tante persone hanno lasciato nei registri posti sull'altare laterale della chiesa parrocchiale di Brembate Sopra; la seconda riguarda le missioni, in Ecuador e Malawi, di due religiosi originari del paese, padre Leonardo e di suor Ornella. Il primo sta realizzando un salone per la formazione dei catechisti, la seconda sta sistemando un refettorio per 37 ragazze dell'eta' di Yara. A loro sara' chiesto di dedicare le due strutture alla ragazzina uccisa. Queste iniziative mirano, come spiega don Corinno, a non dimenticare quanto è accaduto e quanto sta accadendo nei cuori di chi soffre per la piccola Yara: “E' il mistero del dolore innocente Mistero e' qualcosa che ci sovrasta, di cui riusciamo a intravedere il significato solo se riusciamo a guardare con gli occhi della fede. Yara e' l'innocente che ci obbliga a prendere coscienza del peccato in noi e intorno a noi, ma che ci ricorda anche che il bene c'e', sempre e comunque, perche' il mondo e' abitato da Dio, perche' Gesu' e' l'Emmanuele, il Dio con noi. Abbiamo una certezza: Yara e' nelle mani di Dio. E le mani di Dio sono mani di padre. Anzi, di madre tenerissima”.
Le ferite sottoposte all’attenzione dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo e della sua èquipe di collaboratori sembrerebbero causate da un’arma da taglio e da un oggetto contundente, forse un sasso o un punteruolo o un cacciavite.
Se effettivamente le armi offensive sono due, si potrebbe ipotizzare che gli aggressori fossero due e che abbiano agito con due armi differenti. Cadrebbe dunque l’idea che alcuni psicologi e criminologi avevano palesato intendendo l’omicidio come una situazione imprevista sfuggita di mano. Se ad agire non è stata una persona sembrerebbe più plausibile la versione di un piano premeditato.
Resta comunque certo che queste ferite non sarebbero state letali essendo la giovane morta per soffocamento.
Intanto si fa sempre più strada l’indiscrezione ancora non confermata dagli organi competenti che sarebbe stata isolata una traccia di dna sul cadavere ma resterebbe da verificare; il comandante dei Carabinieri di Bergamo, il colonnello Roberto Tortorella, si è limitato a dichiarare: “Non posso confermare, è un'indiscrezione”.
Circa gli eventuali resti presenti sotto le unghie della giovane ginnasta, invece, il procuratore aggiunto Massimo Meroni, fedele alla linea d’azione dei suoi colleghi che stanno serbando il massimo riserbo, ha detto: “Non mi risulta, attendiamo la relazione preliminare dei medici legali, quando sarà il momento ne riparleremo”.
Nessuna notizia trapela su nessun fronte né per i curiosi che inseguono lo scoop, né per chi soffre in silenzio e vive nella sua intimità il dolore come i coniugi Gambirasio, né per la piccola comunità di Brembate che trema dinanzi all’idea di un assassino che vaga ancora libero per le vie della cittadina e che potrebbe mietere altre vittime. Forse per rispetto o forse per limitare l’attenzione mediatica, gli inquirenti hanno limitato al massimo qualsiasi fuga di informazioni illudendosi forse così di smorzare l’interesse dell’opinione pubblica che di tutta risposta non può far altro che fantasticare e liberare illazioni su quanto possa effettivamente essere accaduto.
In soccorso degli abitanti di Brembate giunge il supporto della chiesa nella voce del parroco locale don Corinno e di Don Mazzi; quest’ultimo avrebbe esordito dichiarando: “Sono qui perché voglio parlarvi degli adolescenti, ma voglio parlare soprattutto agli adolescenti”.
Don Mazzi, che da sempre cura e segue soprattutto i giovani, ha reso noti i dieci comandamenti che secondo lui un adolescente dovrebbe seguire: “Createvi amicizie vere. Non legatevi a bulli, a doppiogiochisti. I vostri amici siano i vostri coetanei. Difendetevi dal computer. Legate tanto e bene con il padre, perché l'adolescenza è il tempo dei padri”.
Prosegue illuminando i ragazzi sui pericoli della società moderna invitandoli a riconoscere i veri valori della vita optando per forme di divertimento consone all’età e ad una morale rigorosa: “Non confondete il divertimento con lo sballo o la trasgressione. Yara è stata assassinata, ma c'è chi assassina i vostri figli in un altro modo, lasciandoli vivi, ma morti dentro. Troppi assassini girano attorno alla parola divertimento. Non fatevi assassinare da chi vi lascia una vita fasulla addosso”.
Poi si rivolge agli adulti cercando di stimolare la loro responsabilità di genitori e di educatori: “Padri abituatevi ad ascoltare i vostri figli. Incontriamo troppo spesso padri che sono ancora adolescenti, che inseguono l'auto di grossa cilindrata, il cellulare ultimo modello, amano giocare, pensano a buttar giù la pancia e, se hanno tempo, stanno con la famiglia. La crisi dell'Italia è la crisi dei padri e dove non ci sono padri c'è la crisi della struttura sociale”.
L’ultima preghiera è un richiamo per tutti alla fede come vera fonte di salvezza : “Legatevi a Dio. Fermatevi nel silenzio ad ascoltare il vostro bisogno di tenerezza e cogliete la tenerezza di Dio”.
A Chignolo d’isola invece, luogo del ritrovamento, è stato soppresso lo spettacolo teatrale previsto per sabato 12 marzo; l’evento che fa parte della “13ª rassegna teatrale delle compagnie dell'Isola”, sarà sostituito da una fiaccolata, come comunicato dal presidente Promoisola, Silvano Ravasio, che partirà alle 20.30 dalle dal sagrato della chiesa parrocchiale verso via Bedeschi, dove è stato trovato il corpo.
Le iniziative religiose e commemorative di questo paese che continua a ricercare nella fede quella luce che ancora non giunge dalla giustizia legale, vogliono arrivare lontano.
I sacerdoti di Brembate infatti hanno fatto sapere che vogliono promuovere due iniziative. La prima prevede la pubblicazione di un libretto da distribuire alle famiglie che dovrebbe raccogliere le testimonianze che tante persone hanno lasciato nei registri posti sull'altare laterale della chiesa parrocchiale di Brembate Sopra; la seconda riguarda le missioni, in Ecuador e Malawi, di due religiosi originari del paese, padre Leonardo e di suor Ornella. Il primo sta realizzando un salone per la formazione dei catechisti, la seconda sta sistemando un refettorio per 37 ragazze dell'eta' di Yara. A loro sara' chiesto di dedicare le due strutture alla ragazzina uccisa. Queste iniziative mirano, come spiega don Corinno, a non dimenticare quanto è accaduto e quanto sta accadendo nei cuori di chi soffre per la piccola Yara: “E' il mistero del dolore innocente Mistero e' qualcosa che ci sovrasta, di cui riusciamo a intravedere il significato solo se riusciamo a guardare con gli occhi della fede. Yara e' l'innocente che ci obbliga a prendere coscienza del peccato in noi e intorno a noi, ma che ci ricorda anche che il bene c'e', sempre e comunque, perche' il mondo e' abitato da Dio, perche' Gesu' e' l'Emmanuele, il Dio con noi. Abbiamo una certezza: Yara e' nelle mani di Dio. E le mani di Dio sono mani di padre. Anzi, di madre tenerissima”.
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