di Roberta Calò. “Trovo giusto che ci sia stato chiesto un campione di saliva per l'estrazione del nostro Dna: servirà alle indagini, per escludere subito eventuali piste investigative non buone e concentrarsi su altro, senza perdere tempo”. Queste le parole di uno dei tanti papà volontariamente sottopostosi ai prelevi di Dna effettuati dagli investigatori per stringere la cerchia dei frequentatori del centro sportivo. “Per quanto mi riguarda - ha detto il genitore - sono assolutamente d'accordo con questa iniziativa degli inquirenti: se io facessi l'investigatore lo farei a tutti, il prelievo. Lo farei - aggiunge - alle persone che erano a contatto con Yara, anche alle nostre stesse figlie: loro, ad esempio, frequentavano gli stessi luoghi di Yara, ad esempio gli spogliatoi della palestra. Chi ci dice che il Dna trovato sui guanti di Yara non sia il loro? Meglio subito sgombrare il campo da possibili dubbi”. Ha posto il suo appunto anche il sindaco della cittadina Diego Locatelli: “Noi cittadini siamo ovviamente disponibili a farci prelevare il Dna ma ovviamente l'iniziativa deve avere una logica, un interesse investigativo, altrimenti non ha senso. Non credo che possa partire dalla gente: devono essere gli inquirenti, eventualmente, a ritenerlo opportuno”. Intanto circa le indiscrezioni che fornivano una spiegazione dei segni presenti sulla schiena della vittima e ricollegate ad un codice della ginnastica ritmica, la Federazione Ginnastica D’Italia punta i piedi: “Nel rispetto della famiglia Gambirasio e delle indagini in corso, la Federazione Ginnastica d'Italia non desidera prestarsi ad interpretazioni di segni presenti sul corpo della piccola Yara che da indiscrezioni giornalistiche, diffuse attraverso alcuni programmi televisivi, sarebbero riconducibili alla simbologia del codice dei punteggi della ritmica”. Non mancano invece manifestazioni di violenza nei confronti degli assassini; su uno striscione appeso alla cancellata i un’azienda di Chignolo D’Isola, luogo in cui è stata ritrovato il cadavere, compare la scritta: “'Assassini - Noi non molliamo e non vi perdoniamo. Se vi troviamo, vi lapidiamo. Bastardi criminali”. Parallelamente proseguono per vie diverse dimostrazioni di cordoglio e di compassione come richiesta di una giustizia sia divina che terrena e come supporto alla famiglia Gambirasio chiusa nel suo dolore dal giorno dal ritrovamento.; per le strade di Brembate infatti non mancano fiaccolate promosse dal parroco Don Corinno e dai suoi fedeli.
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