di Bruno Acconciajoco. A poche settimane dalla tornata elettorale comunale, la prima della seconda decade del secondo millennio, voglio esprimere – a chi avrà la lucida pazienza di leggere queste poche righe - alcune brevi considerazioni.
Se la politica è partecipazione, e la partecipazione è democrazia, dovrei essere molto contento.
Dico questo perché ho la possibilità , da elettore –eleggibile- non candidato, di poter contare sulla scelta di ben 9 candidati sindaci e su tantissime liste con all’interno circa 32 candidati per lista.
Ovvero alcune centinaia di candidati per soli 32 posti da consigliere. Se fosse un concorso pubblico sarebbe tra i più duri da superare (sic!).
Questo la dice lunga sulla voglia di contribuire al bene comune che i cittadini barlettani hanno.
La mia non è triste ironia, ma serena soddisfazione per i miei concittadini candidati in grado tutti di poter assumere e ricoprire un così importante munus pubblico.
Ora noi siamo tutti elettori (o meglio non lo sono gli infradiciottenni e poche altre persone) e siamo tutti eleggibili al Comune (tranne i già menzionati infradiciottenni e coloro che sono ineleggibili e poche altre persone), ma siamo tutti consapevoli di questo?
Tutti i candidati al Consiglio Comunale esprimono, firmando la propria candidatura, una dichiarazione d’impegno a contribuire con metodo democratico all’amministrazione della cosa pubblica barlettana. Certo lo esprimono implicitamente e, se e qualora vengano eletti, e quindi il loro impegno è - mi si consenta la terminologia giuscivilistica - “sospensivamente condizionato” al risultato elettorale.
Allora faccio una proposta ideologica, ma concretamente azionabile. Diamo un senso alla partecipazione democratica alla vita cittadina. Tutti i candidati al Consiglio Comunale, e alla carica di Sindaco, s’impegnino (eletti o non) a perseguire il loro personale programma politico democraticamente e (aggiungo) pacificamente a prescindere dal risultato.
Ne cives ad arma ruant, insomma, come dicevano i latini pacificamente senz’armi senza troppe polemiche e lavorando per la città .
Tutti i candidati eleggibili dovrebbero a mio avviso dare contezza della loro attività politica nei cinque anni che seguiranno. E dovranno farlo subito. A partire da ora. A partire dalla firma della candidatura.
Indice della misurazione della partecipazione all’attività politica, a titolo non esaustivo, potranno essere articoli, interventi, proposte in qualsiasi modo esternate, militanza, associazionismo, volontariato, servizi alla collettività , partecipazione a convegni, insomma qualsiasi modo è valido purché si dimostri impegno e partecipazione.
Impegno a partecipazione civile, senz’armi che nel gergo democratico vuole dire senza scontri esacerbati, senza fuochi fatui e senza franchi tiratori, ma all’interno della lista civica, del movimento o del partito al quale appartengono.
Se però il 22 maggio 2016, o nella diversa data fissata per le prossime elezioni amministrative, si vedrà che questo o quel candidato (eletto o no) non avrà fatto nulla per la città di Barletta non avrà discusso, nè provato a farlo, non avrà proposto né disposto alcunché, allora dovrebbe essere dichiarato ineleggibile.
A mio avviso (ma forse sono un po’ estremista) ineleggibile per legge, ma se non è possibile ovviamente per legge, che sia ineleggibile per la legge morale cui tante volte ci appelliamo ma troppo spesso dimentichiamo.
Sempre in nome della legge morale, l’impegno maggiore deve proprio essere il nostro ovvero quello della massa, degli elettori eleggibili non candidati, degli aventi diritto al voto, affinché esercitino il loro strumento scegliendosi bene la classe dirigente locale e soprattutto chiedendosi (come diceva il Presidente J.F. Kennedy) non cosa possa fare Barletta per loro, ma cosa loro possano fare per Barletta.E per Barletta c’e’ da fare… e anche tanto.
Se la politica è partecipazione, e la partecipazione è democrazia, dovrei essere molto contento.
Dico questo perché ho la possibilità , da elettore –eleggibile- non candidato, di poter contare sulla scelta di ben 9 candidati sindaci e su tantissime liste con all’interno circa 32 candidati per lista.
Ovvero alcune centinaia di candidati per soli 32 posti da consigliere. Se fosse un concorso pubblico sarebbe tra i più duri da superare (sic!).
Questo la dice lunga sulla voglia di contribuire al bene comune che i cittadini barlettani hanno.
La mia non è triste ironia, ma serena soddisfazione per i miei concittadini candidati in grado tutti di poter assumere e ricoprire un così importante munus pubblico.
Ora noi siamo tutti elettori (o meglio non lo sono gli infradiciottenni e poche altre persone) e siamo tutti eleggibili al Comune (tranne i già menzionati infradiciottenni e coloro che sono ineleggibili e poche altre persone), ma siamo tutti consapevoli di questo?
Tutti i candidati al Consiglio Comunale esprimono, firmando la propria candidatura, una dichiarazione d’impegno a contribuire con metodo democratico all’amministrazione della cosa pubblica barlettana. Certo lo esprimono implicitamente e, se e qualora vengano eletti, e quindi il loro impegno è - mi si consenta la terminologia giuscivilistica - “sospensivamente condizionato” al risultato elettorale.
Allora faccio una proposta ideologica, ma concretamente azionabile. Diamo un senso alla partecipazione democratica alla vita cittadina. Tutti i candidati al Consiglio Comunale, e alla carica di Sindaco, s’impegnino (eletti o non) a perseguire il loro personale programma politico democraticamente e (aggiungo) pacificamente a prescindere dal risultato.
Ne cives ad arma ruant, insomma, come dicevano i latini pacificamente senz’armi senza troppe polemiche e lavorando per la città .
Tutti i candidati eleggibili dovrebbero a mio avviso dare contezza della loro attività politica nei cinque anni che seguiranno. E dovranno farlo subito. A partire da ora. A partire dalla firma della candidatura.
Indice della misurazione della partecipazione all’attività politica, a titolo non esaustivo, potranno essere articoli, interventi, proposte in qualsiasi modo esternate, militanza, associazionismo, volontariato, servizi alla collettività , partecipazione a convegni, insomma qualsiasi modo è valido purché si dimostri impegno e partecipazione.
Impegno a partecipazione civile, senz’armi che nel gergo democratico vuole dire senza scontri esacerbati, senza fuochi fatui e senza franchi tiratori, ma all’interno della lista civica, del movimento o del partito al quale appartengono.
Se però il 22 maggio 2016, o nella diversa data fissata per le prossime elezioni amministrative, si vedrà che questo o quel candidato (eletto o no) non avrà fatto nulla per la città di Barletta non avrà discusso, nè provato a farlo, non avrà proposto né disposto alcunché, allora dovrebbe essere dichiarato ineleggibile.
A mio avviso (ma forse sono un po’ estremista) ineleggibile per legge, ma se non è possibile ovviamente per legge, che sia ineleggibile per la legge morale cui tante volte ci appelliamo ma troppo spesso dimentichiamo.
Sempre in nome della legge morale, l’impegno maggiore deve proprio essere il nostro ovvero quello della massa, degli elettori eleggibili non candidati, degli aventi diritto al voto, affinché esercitino il loro strumento scegliendosi bene la classe dirigente locale e soprattutto chiedendosi (come diceva il Presidente J.F. Kennedy) non cosa possa fare Barletta per loro, ma cosa loro possano fare per Barletta.E per Barletta c’e’ da fare… e anche tanto.