BARI. Il sindaco Michele Emiliano è intervenuto questa mattina, nell'auditorium della Cittadella della Cultura, al dibattito sulle deroghe alle aperture domenicali e festive nel settore del commercio dal titolo "La festa non si vende" promosso dalla segreteria nazionale della Filcams Cgil.
"Nella vita - ha dichiarato Emiliano - non bisogna accettare mai i soprusi e soprattutto bisogna cercare di intervenire in aiuto di chi li subisce. Per com'è formulata oggi, la legge regionale è un sopruso, le cui ragioni hanno a che fare con quei misteri della politica che rigetto con tutto me stesso. Unico caso in Italia, infatti, la Regione Puglia obbliga tutti i negozi all'apertura domenicale attraverso una legge che ha invertito il rapporto tra lavoro e riposo. Prima che intervenisse questo provvedimento, il Comune di Bari aveva dimezzato il numero delle domeniche lavorative: l'amministrazione guidata da Di Cagno Abbrescia aveva previsto 60 aperture l'anno, noi le avevamo ridotte a 27. Le abbiamo ridotte perché il riposo domenicale è uno dei più antichi diritti del lavoratore. La domenica é come l'articolo 18 della Costituzione, è come lo Statuto dei lavoratori. Il suo valore è antico, infatti di domenica si fermano gli uffici, le banche, vengono razionalizzati i servizi, proprio per tutelare quel principio generale e la sua rilevanza sociale. C'è anche una ragione economica, infatti laddove con pervicacia si è praticata la sistematica apertura domenicale si è ottenuto un solo risultato: la grande distribuzione ha distrutto il piccolo commercio e, dopodiché, non ha più avuto bisogno di aprire ogni domenica. In un regime come quello pugliese, che vede una presenza altissima di ipermercati, rischiamo di piegare il piccolo commercio determinando una ricaduta pesantissima. Non dimentichiamo che tutelare il piccolo commercio, evitando la chiusura di centinaia di esercizi, significa avere strade più frequentate e controllate, quartieri con più servizi, perché non tutti hanno la possibilità di rifornirsi negli ipermercati, anzi, sono in tanti a fare affidamento sui negozi di vicinato.
Nonostante ciò, abbiamo dovuto subire una legge regionale, unica in Italia, che obbliga i sindaci a derogare al riposo domenicale. Ho provato in tutti i modi a contrastarla da sindaco e da segretario regionale del PD, ma persi la battaglia con la Regione Puglia. Le ragioni di quella scelta vanno richieste alla Giunta regionale ma sostengo che, anche alla luce dell'iniziativa odierna, possiamo tornare a chiedere che le cose tornino com'erano prima, dando ai sindaci la possibilità di concertare con tutte le parti quando aprire e quando no, a seconda dei luoghi e delle circostanze. O in alternativa, sarei favorevole ad una nuova legge limitativa delle aperture domenicali. È necessario quindi dare insieme un segnale alla Regione, affinché l'attuale legge venga modificata. Se ci fosse la volontà, non ci vorrebbe neanche molto tempo per farlo: così come in poche settimane ci fu il blitz per emanare l'attuale legge, altrettanto in fretta il provvedimento si potrà aggiustare visto che tutti i sindacati e le organizzazioni delle imprese del commercio sono d'accordo ad avviare l'iter legislativo per questo cambiamento".
All'incontro odierno sono stati invitati a partecipare il segretario generale nazionale della Filcams Cgil Franco Martini, l'assessore alle Attività produttive della Regione Puglia Loredana Capone, il segretario generale della CGIL Puglia Gianni Forte, il segretario generale della Filcams Cgil Puglia Mary Manocchio, il presidente della Camera di commercio Sandro Ambrosi e il presidente Confesercenti Puglia Ottavio Severo. Ha moderato i lavori il vicedirettore del Corriere del Mezzogiorno Maddalena Tulanti.
"Nella vita - ha dichiarato Emiliano - non bisogna accettare mai i soprusi e soprattutto bisogna cercare di intervenire in aiuto di chi li subisce. Per com'è formulata oggi, la legge regionale è un sopruso, le cui ragioni hanno a che fare con quei misteri della politica che rigetto con tutto me stesso. Unico caso in Italia, infatti, la Regione Puglia obbliga tutti i negozi all'apertura domenicale attraverso una legge che ha invertito il rapporto tra lavoro e riposo. Prima che intervenisse questo provvedimento, il Comune di Bari aveva dimezzato il numero delle domeniche lavorative: l'amministrazione guidata da Di Cagno Abbrescia aveva previsto 60 aperture l'anno, noi le avevamo ridotte a 27. Le abbiamo ridotte perché il riposo domenicale è uno dei più antichi diritti del lavoratore. La domenica é come l'articolo 18 della Costituzione, è come lo Statuto dei lavoratori. Il suo valore è antico, infatti di domenica si fermano gli uffici, le banche, vengono razionalizzati i servizi, proprio per tutelare quel principio generale e la sua rilevanza sociale. C'è anche una ragione economica, infatti laddove con pervicacia si è praticata la sistematica apertura domenicale si è ottenuto un solo risultato: la grande distribuzione ha distrutto il piccolo commercio e, dopodiché, non ha più avuto bisogno di aprire ogni domenica. In un regime come quello pugliese, che vede una presenza altissima di ipermercati, rischiamo di piegare il piccolo commercio determinando una ricaduta pesantissima. Non dimentichiamo che tutelare il piccolo commercio, evitando la chiusura di centinaia di esercizi, significa avere strade più frequentate e controllate, quartieri con più servizi, perché non tutti hanno la possibilità di rifornirsi negli ipermercati, anzi, sono in tanti a fare affidamento sui negozi di vicinato.
Nonostante ciò, abbiamo dovuto subire una legge regionale, unica in Italia, che obbliga i sindaci a derogare al riposo domenicale. Ho provato in tutti i modi a contrastarla da sindaco e da segretario regionale del PD, ma persi la battaglia con la Regione Puglia. Le ragioni di quella scelta vanno richieste alla Giunta regionale ma sostengo che, anche alla luce dell'iniziativa odierna, possiamo tornare a chiedere che le cose tornino com'erano prima, dando ai sindaci la possibilità di concertare con tutte le parti quando aprire e quando no, a seconda dei luoghi e delle circostanze. O in alternativa, sarei favorevole ad una nuova legge limitativa delle aperture domenicali. È necessario quindi dare insieme un segnale alla Regione, affinché l'attuale legge venga modificata. Se ci fosse la volontà, non ci vorrebbe neanche molto tempo per farlo: così come in poche settimane ci fu il blitz per emanare l'attuale legge, altrettanto in fretta il provvedimento si potrà aggiustare visto che tutti i sindacati e le organizzazioni delle imprese del commercio sono d'accordo ad avviare l'iter legislativo per questo cambiamento".
All'incontro odierno sono stati invitati a partecipare il segretario generale nazionale della Filcams Cgil Franco Martini, l'assessore alle Attività produttive della Regione Puglia Loredana Capone, il segretario generale della CGIL Puglia Gianni Forte, il segretario generale della Filcams Cgil Puglia Mary Manocchio, il presidente della Camera di commercio Sandro Ambrosi e il presidente Confesercenti Puglia Ottavio Severo. Ha moderato i lavori il vicedirettore del Corriere del Mezzogiorno Maddalena Tulanti.