di Nicola Zuccaro. "Mamma non ne posso più". Così esternava la propria disperazione una studentessa che, dopo essere scesa dal bus della Linea 2 dell'Amtab, si gettava fra le braccia della madre pronta ad attenderla nel pomeriggio di Lunedì 4 Aprile in Piazza Moro. Lo stato d'animo manifestato da questa adolescente è significativo della tensione e del nervosismo che da mesi si tocca e si respira in città, indipendentemente dal fatto di essere chi più chi meno viaggiatore sulle linee del trasporto pubblico urbano. Nell'episodio menzionato in apertura viene citata Piazza Moro; la piazza centrale di Bari per eccellenza, perchè oltre che sede della stazione ferroviaria è il punto di snodo della mobilità cittadina per chi non è automunito. Qui, dal tardo pomeriggio sino a sera se non sino a notte inoltrata, viene rilevata, da qualche settimana, la presenza di extracomunitari; in aumento negli ultimi giorni a seguito delle fughe quotidiane dalla tendopoli di Manduria. La loro provenienza è facilmente desunta dall'aspetto truce, trasandato, che prelude alle precarie condizioni igienico-sanitarie con le quali si rivolgono per chiedere una sigaretta al primo passante. Costui, come altri, percorre frettolosamente oltre alla centrale Piazza Moro anche la contigua Piazza Umberto (già luogo cittadino frequentato tutti i giorni e in tutti gli orari da gente di colore), per paura di essere assalito. Un livello di guardia che cresce dalle 20 in poi quando, la concomitante chiusura dei negozi nel far calare il buio completo sull'intera zona, favorisce il ritrovo di questi disperati. Bari è diventata così la succursale di Manduria e per evitare che divenga una seconda Lampedusa diviene sempre più indispensabile che gli organi di sicurezza elaborino un piano per l'ordine pubblico mirato a tutelare quei cittadini che non potendo usufruire nè di bus nè di auto sono costretti a spostamenti pedonali da un punto all'altro della città.