Barletta, essere mamme ed essere al mondo: intervista alle volontarie del Centro di Aiuto alle Gestanti e alle Mamme in difficoltà

di Nicola Ricchitelli. Realtà invisibili e mondi sommersi. Quest’oggi, anziché proporvi la solita intervista al politico di turno, siamo andati lì dove il politico di non vi andrebbe mai, e vi proponiamo l’intervista realizzata con le volontarie del Centro di Aiuto alle Gestanti e alle Mamme in difficoltà - Associazione “Comitato Progetto Uomo” onlus – nella sede di Barletta. Il centro – sito nella sede temporanea della Chiesa di S.Benedetto – inaugurato un anno fa si rivolge alle donne che per qualsiasi problema di carattere economico, lavorativo, familiare, personale, hanno difficoltà ad accettare la gravidanza e a crescere i loro piccoli. Il servizio offre consigli, vicinanza umana ed aiuto concreto che va dall'abbigliamento, alla fornitura di corredini per la nascita del bambino, di elementi di arredo (carrozzini, lettini, seggioloni, ecc.), di alimenti e prodotti sanitari e per l'igiene relativamente ai neonati dalla nascita fino al compimento del primo anno d'età. E' una iniziativa a sostegno della maternità e per la diffusione di una cultura a favore della vita e della famiglia che l'Associazione persegue da oltre quindici anni. Sorta nella città di Bisceglie, e approdata nella città di Barletta un anno fa, sapendo di poter far conto sulla sensibilità di tanti amici barlettani. Il progetto ha trovato la pronta accoglienza di don Enzo Misuriello, parroco di san Benedetto, che ha messo a disposizione l'ambiente per i colloqui e la distribuzione degli aiuti. La sede è provvisoria, nell'attesa del radicamento del servizio e quindi della possibilità di poter usufruire di una sede propria. Di seguito ecco la chiacchierata realizzata con le volontarie del centro, con la speranza di lettura tra l’altro di chi nel corso di questi giorni ha accolto l’invito di Giornale di Puglia a farsi intervistare e che in futuro possa sedere e risedere tra i banchi del consiglio comunale, Barletta è questa e soprattutto questa.

D: Cosa significa vivere in una realtà invisibile? Quanti i mondi sommersi e invisibili ancora da scoprire?

R:«Le realtà sommerse, ovvero ‘invisibili’ ai mezzi di comunicazione e talvolta anche alle
istituzioni presenti sul territorio, sono quelle delle tante famiglie che vivono in difficoltà
economica, di genitori extracomunitari, di ragazze madri minorenni. Sempre più spesso queste famiglie si rivolgono al nostro sportello, sito provvisoriamente presso la Parrocchia San Benedetto a Barletta, chiedendoci aiuto materiale, vicinanza umana e supporto psicologico. Purtroppo ci rincresce constatare che negli ultimi mesi la maggior affluenza al nostro sportello rappresenta solo un piccolo campanello di allarme di un’emergenza sociale in aumento, che coinvolge un numero sempre maggiore di nuclei familiari a Barletta».

D: Cosa significa fare volontariato in un mondo che ti considera solo in base al numero di zeri del conto corrente?

R:«Paradossalmente la società attuale considera il denaro ed il tempo come due valori di eguale
caratura, ovvero percepisce entrambi come una risorsa tanto fondamentale quanto di natura limitata. Nondimeno, sempre spesso più spesso sia il denaro che il tempo sono oggetto di spreco. Secondo la nostra visione il volontario, invece, è una persona che ha imparato ad apprezzare il tempo e a custodirne il valore: per tale motivo sceglie di usarlo con oculatezza, lo reinveste in piccole azioni capaci di ripagarlo sul piano personale senza alcun scopo di lucro e ha come
obiettivo quello di prendersi cura di chi si trova in uno stato di fragilità».

D: Il Centro di Aiuto del Comitato Progetto Uomo” inizia il suo percorso circa un anno fa, un
progetto che si rivolge alle donne, donne che per qualsiasi problema di carattere economico, lavorativo, familiare, personale, hanno difficoltà ad accettare la gravidanza e a crescere i loro piccoli. Ma non solo, il centro offre tutta una serie di servizi che va dall’aiuto psicologico all’aiuto concreto attraverso la fornitura di vestiario e quant’altro. Dopo all’incirca un anno di attività volendo fare un bilancio com’è la situazione qui a Barletta?quanto avete fatto e quanto ancora c’è da fare?


R:«A poco più di un anno dall’inaugurazione dello sportello CPU a Barletta, possiamo ritenerci
fieri dei risultati raggiunti: in questi mesi siamo riusciti ad aiutare una decina di neomamme e
gestanti offrendo loro prodotti per la cura di sé e del loro bambino. Di certo però le situazioni di disagio sociale esistenti nella nostra città sono di gran lunga più numerose: per tale motivo
l’obiettivo di Comitato Progetto Uomo per il 2011 consiste, in primis, nel creare una rete con gli
altri attori presenti sul territorio ed operanti nel sociale (servizi sociali, consultori, ospedale, comune, psicologi, parrocchie, altri enti di assistenza). La creazione di un tale sistema rappresenta per noi un obiettivo improrogabile per poter raggiungere tutti i nuclei familiari in difficoltà, anche quelli ‘sommersi’, e offrire loro risposte concrete e supporto».

D: Quanto è diffuso il fenomeno delle ragazze madri qui a Barletta? È un fenomeno dovuto più ad una mancanza di cultura e di informazione o di estrazione sociale?

R:«Riteniamo che il fenomeno delle ragazze madri sia una realtà estremamente complessa: tuttavia
a Barletta sembra sia piuttosto diffuso tra ragazze minorenni che, anche dopo la nascita del loro
bambino, continuano a vivere nella loro famiglia di origine in condizioni economiche spesso molto precarie».

D: Tra le vostre attività c’è l’assistenza ai bambini cardiopatici, quanto è diffuso il fenomeno?

R:«In realtà a Barletta finora non è mai capitato un caso simile. Invece, lo sportello di Comitato
Progetto Uomo con sede a Bisceglie dispone di una struttura attrezzata e di volontari che hanno
maturato un’esperienza pluriennale nell’assistenza dei bambini cardiopatici».

D: Cosa significa essere mamma e quanto è difficile esserlo ai giorni d’oggi?

R:«Riteniamo che al giorno d’oggi essere mamma sia molto più difficile rispetto al passato. I motivi sono molteplici e possono dipendere: dallo stile di vita di una società esasperatamente consumistica che vede il mettere al mondo dei figli un limite se non un vero ostacolo alla propria realizzazione; dal bombardamento dei mass media diretto alle mamme e, cosa ancora più orripilante ai loro bambini, di un futuro incerto, di numerosi problemi economici, ambientali, sanitari, politici e quant’altro che inducono al pessimismo; dalla diffusione di una cultura della violenza che si traduce sempre più di frequente in orribili fatti di cronaca che creano sfiducia nel prossimo. Queste forti pressioni socioculturali di certo non possono rassicurare la futura mamma, non l’aiutano nel suo già difficile ruolo ma possono solo contribuire ad alimentare le sue insicurezze e timori. Noi cerchiamo di fare un “lavoro” che vada nel verso opposto».

D: Una donna che decide di abortire quante e quali sono le domande che spesso si pone? Quale l’unica risposta che dovrebbe darsi?

R:«Comprendere le ragioni di una donna che ha scelto di ricorrere all’aborto non è una questione
semplice: in tale frangente spesso l’unica consigliera è la paura, unita a tanta disperazione e
solitudine. Il Comitato Progetto Uomo non ha la presunzione di avere tutte le risposte ai mille
quesiti che si pone una donna in procinto di abortire. Tuttavia, noi volontari ci adoperiamo per
aiutarla a scegliere in maniera più consapevole, e quindi più rispettosa nei confronti di sé e del
nascituro, ciò che la sua coscienza di donna e di madre in definitiva le suggerisce. La donna ha
nel suo DNA la vocazione naturale ad accogliere la vita, è fatta per dare la vita».

D: Una donna, una ragazza decide di abortire, si rivolge al vostro centro, quali le azioni che
adottate affinché torni sui suoi passi?


R:«Nell’approccio con la donna che ha preso in considerazione la possibilità di ricorrere all’aborto, ci rendiamo conto che vive un momento di confusione sul da farsi, di paura della reazione dei familiari, di solitudine nell’affrontare il problema. Come associazione, allora, non stigmatizziamo la sua idea di abortire ma ci poniamo accanto a lei, condividendo le sue inquietudini, esprimendole la nostra solidarietà, la nostra vicinanza per avere il coraggio di fare l’unica scelta possibile, non quella buona, ma quella giusta: far vivere. Facciamo soltanto sentire una voce diversa, quella che riteniamo più vicina al suo cuore. Poi sarà lei a decidere. Sembra strano, ma basta così poco per scegliere la vita. Ciò si verifica soprattutto con ragazze madri o comunque giovani prive del supporto della loro famiglia di origine».

D: Aborto chirurgico, aborto chimico… aborto, l’idea che l’embrione è in qualche modo vita a stento viene accettata da molti. Quale la vostra posizione sull’aborto?

R:«Comitato Progetto Uomo è un’associazione pro vita e quindi inevitabilmente la nostra lotta è la
difesa di questo diritto: lo facciamo però utilizzando mezzi ‘non violenti’ ovvero organizzando
incontri di formazione-informazione sui provvedimenti locali e nazionali che tutelano o,
sfortunatamente, minacciano la vita. In definitiva: la nostra posizione rispetto all’aborto è culturalmente propositiva, poiché la vita dei bambini è un dono troppo grande per reprimerlo con un semplice atto chirurgico o chimico».

D: Si avvicinano le elezioni, c’è qualcosa che vorreste dire alla politica? Quanto la politica ha
detto fatto per voi fino ad ora? Ha più detto o più fatto?


R:«Finora il supporto che lo sportello CPU di Barletta ha ricevuto proviene unicamente dalla gente
comune e dalla sua preziosa sensibilità. Tuttavia ci auguriamo che in futuro la politica prenda
dei provvedimenti reali a sostegno della famiglia e collabori con tutte quelle associazioni sociali che, come noi, a Barletta operano in maniera del tutto gratuita. Infatti il Comitato Progetto Uomo è da sempre molto attento a seguire il panorama politico e le sue scelte in materia di tutela della vita e della famiglia: tuttavia, siamo un’associazione assolutamente laica ed apartitica, quindi capaci di collaborare con tutte le ‘persone’ e con tutti quegli organismi che si pongono a tutela della vita umana e della famiglia costituzionale».

D: In conclusione vogliamo lanciare un ultimo appello alle mamme che si apprestano ad affrontare una gravidanza e che magari si trovano nelle difficoltà di farlo? Ma soprattutto vogliamo lanciare un appello a tutte quelle famiglie in difficoltà?

R:«Diventare mamme e in generale creare un nucleo familiare non sono più gesti naturali, come lo
erano in passato. Le difficoltà che si incontrano sembrano essere prevalentemente di tipo economico, unite ad una diffusa indifferenza sociale e culturale verso la famiglia e le sue
problematicità. In questo clima ideologico è tuttavia fondamentale ricordare sempre alle giovani mamme che la donna racchiude in sé un dono ineguagliabile: ella è in grado di dare vita alla vita.
Noi volontari del Comitato Progetto Uomo ci auguriamo vivamente che nelle giovani generazioni
questo messaggio, così semplice anche se talvolta problematico, non venga mai dimenticato».

Le volontarie del Centro di Aiuto alle Gestanti e alle Mamme in difficoltà
Associazione “Comitato Progetto Uomo” onlus
Sede di Barletta

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