di Nicola Ricchitelli. Ancora un'intervista per Giornale di Puglia in questo lungo cammino che ci porterà verso le amministrative del 15 e 16 Maggio. Oggi è la volta di Riccardo Memeo – candidato al consiglio comunale - medico specialista in formazione in cardiologia, 30 anni, di cui 15 dedicati alla passione politica. Una passione politica che inizia con Forza Italia, e con il Popolo della Libertà poi, in passato ha ricoperto il ruolo di coordinatore cittadino nonché membro del coordinamento provinciale dei Giovani di Forza Italia. In ambito universitario vanta l’esperienza di consigliere della Facoltà di Medicina e chirurgia, nonché quella di senatore accademico, risultando primo degli eletti nelle elezioni universitarie del 2005. Attualmente ricopre il ruolo di coordinatore regionale e dirigente nazionale dei giovani del PdL. Come al solito tanti gli argomenti toccati nelle nostre breve incursioni al fine di conoscere personalità e pensiero di coloro che intendono sedere tra i banchi del consiglio comunale.
D: Riccardo, di solito nelle nostre intervista partiamo con la più classica delle domande: quali i motivi di questa candidatura?
R:«Faccio politica da ormai 15 anni, ho fatto un percorso politico militando sempre nello stesso partito, oggi sono il Coordinatore Regionale e un dirigente nazionale dei Giovani del PdL: ritengo di aver raggiunto la maturità politica per misurarmi in questa sfida».
D: Ad oggi registriamo ben otto candidati sindaci, senza escludere che nelle prossime ore possano essere di più, ma sarà ben più numeroso l’esercito degli aspiranti al consiglio comunale: in cosa si distingue Riccardo Memeo?
R:«Senza alcuna presunzione, credo che i punti di forza (e anche di maggiore orgoglio)della mia candidatura siano fondamentalmente tre. Per prima cosa, come poc’anzi detto, la mia candidatura non è improvvisata, e non nasce certo da una improvvisa o improvvida ambizione personale, ma è il frutto di un cammino lungo anni, e di un progetto che coinvolge tanti amici che stanno dimostrando di credere in me. In secondo luogo, a differenza di quasi tutti gli altri esponenti politici cittadini, posso rivendicare con orgoglio il fatto di non aver mai cambiato né partito né schieramento politico, rimanendo sempre dalla stessa parte, e rinunciando a quell’opportunismo, che ha fatto la fortuna di molti politici locali. Infine, mi piace sottolineare un altro aspetto: per quando ami la politica, io non faccio il “politico” di mestiere. Sono un medico, amo il mio lavoro, e credo che l’impegno politico debba venire solo dopo la propria realizzazione professionale. Non credo ai mestieranti, ai professionisti della politica, perché rischiano di subordinare gli interessi generali al proprio percorso personale».
D: Cinque anni di amministrazione Maffei: cosa lascia in eredità questa amministrazione c’è qualcosa da salvare?
R:«Il mio giudizio sull’operato di questa Amministrazione è assolutamente negativo: non avrei avuto difficoltà a riconoscere degli eventuali meriti di questo Sindaco, se solo ce ne fossero. La realtà è che questi cinque anni sono passati senza che l’attuale Giunta abbia fatto nulla per lasciare il segno. Nessun barlettano può ricordare anche un solo provvedimento che abbia caratterizzato l’operato di questa Amministrazione. Hanno passato il tempo a litigare, a contendersi poltrone, a fare rimpasti di Giunta durati mesi, e i problemi della città nel frattempo sono rimasti intatti, e anzi si sono aggravati. Quello che mi fa più impressione di questi politici che da vent’anni amministrano continuativamente Barletta, è il loro completo distacco dalla realtà di tutti i giorni, che invece tutti i cittadini vivono sulla loro pelle».
D: In caso di vittoria della vostra coalizione quali gli interventi primari per far ripartire questa città ?
R:«C’è innanzitutto da lavorare molto sulla vivibilità : questa è una città inquinata, sporca, caotica, senza un vero piano per regolarizzare il traffico, senza servizi di trasporto pubblico. Bisogna permettere ai barlettani di vivere meglio la loro città . Un capitolo a parte meritano i giovani: a loro bisogna garantire spazi sia di divertimento sano che di cultura; un esempio su tutti è la biblioteca comunale: è impensabile che una città capoluogo che conta decine di migliaia di studenti abbia una sala studio di poche decine di posti. E poi c’è urgente bisogno di capire di cosa vogliamo vivere in questa città : dopo la crisi del tessile calzaturiero Barletta è diventata una città senz’anima, che non sa a quale settore affidare il proprio sviluppo. Io credo che uno degli sbocchi obbligati di questa crisi profonda sia lo sviluppo del turismo, soprattutto inteso come crescita delle strutture ricettive, e poi un sostegno concreto ad un settore vitale della nostra economia cittadina che è l’agricoltura».
D: La vostra coalizione in passato è stato teatro di emigrazione verso altri lidi. Secondo il tuo modo di vedere i motivi sono da ricercarsi all’interno della coalizione o nella personalità di questi?
R:«Io non voglio giudicare le scelte politiche personali. È ovvio che una coalizione che governa ininterrottamente da vent’anni la città ha certamente qualche arma di seduzione in più rispetto all’opposizione, e diciamo che più di qualcuno in questi anni si è fatto “sedurre”… Tuttavia penso che negli ultimi anni la classe dirigente del centrodestra barlettano sia cresciuta, e lo dimostra il raggiungimento di risultati importanti come l’elezione di Giovanni Alfarano a Consigliere Regionale lo scorso anno. L’auspicio è che anche queste elezioni premino chi è rimasto da questa parte a combattere, e non è caduto in tentazione!».
D:La competizione sarà dura. Quanto credete alla possibilità di andare al palazzo di città dopo piu di vent’anni? E, quindi, vota Riccardo Memeo perché?
R:«La competizione è dura, perché un regime politico ventennale non è facile da scardinare, ma sappiamo anche che c’è un sacco di gente stanca di votare sempre le stesse persone, che vuole affrancarsi da un sistema elettorale clientelare, e che, per dirla con un unico termine, vuole cambiare. Credo che la mia candidatura sia proprio nel solco del cambiamento: eleggere un consigliere comunale giovane, che nella vita ha una sua dimensione lavorativa, che ha a cuore i valori della coerenza e dell’amore per la città , può rappresentare un tassello importante per provare a rivoluzionare, finalmente in meglio, la nostra Barletta».
D: Riccardo, di solito nelle nostre intervista partiamo con la più classica delle domande: quali i motivi di questa candidatura?
R:«Faccio politica da ormai 15 anni, ho fatto un percorso politico militando sempre nello stesso partito, oggi sono il Coordinatore Regionale e un dirigente nazionale dei Giovani del PdL: ritengo di aver raggiunto la maturità politica per misurarmi in questa sfida».
D: Ad oggi registriamo ben otto candidati sindaci, senza escludere che nelle prossime ore possano essere di più, ma sarà ben più numeroso l’esercito degli aspiranti al consiglio comunale: in cosa si distingue Riccardo Memeo?
R:«Senza alcuna presunzione, credo che i punti di forza (e anche di maggiore orgoglio)della mia candidatura siano fondamentalmente tre. Per prima cosa, come poc’anzi detto, la mia candidatura non è improvvisata, e non nasce certo da una improvvisa o improvvida ambizione personale, ma è il frutto di un cammino lungo anni, e di un progetto che coinvolge tanti amici che stanno dimostrando di credere in me. In secondo luogo, a differenza di quasi tutti gli altri esponenti politici cittadini, posso rivendicare con orgoglio il fatto di non aver mai cambiato né partito né schieramento politico, rimanendo sempre dalla stessa parte, e rinunciando a quell’opportunismo, che ha fatto la fortuna di molti politici locali. Infine, mi piace sottolineare un altro aspetto: per quando ami la politica, io non faccio il “politico” di mestiere. Sono un medico, amo il mio lavoro, e credo che l’impegno politico debba venire solo dopo la propria realizzazione professionale. Non credo ai mestieranti, ai professionisti della politica, perché rischiano di subordinare gli interessi generali al proprio percorso personale».
D: Cinque anni di amministrazione Maffei: cosa lascia in eredità questa amministrazione c’è qualcosa da salvare?
R:«Il mio giudizio sull’operato di questa Amministrazione è assolutamente negativo: non avrei avuto difficoltà a riconoscere degli eventuali meriti di questo Sindaco, se solo ce ne fossero. La realtà è che questi cinque anni sono passati senza che l’attuale Giunta abbia fatto nulla per lasciare il segno. Nessun barlettano può ricordare anche un solo provvedimento che abbia caratterizzato l’operato di questa Amministrazione. Hanno passato il tempo a litigare, a contendersi poltrone, a fare rimpasti di Giunta durati mesi, e i problemi della città nel frattempo sono rimasti intatti, e anzi si sono aggravati. Quello che mi fa più impressione di questi politici che da vent’anni amministrano continuativamente Barletta, è il loro completo distacco dalla realtà di tutti i giorni, che invece tutti i cittadini vivono sulla loro pelle».
D: In caso di vittoria della vostra coalizione quali gli interventi primari per far ripartire questa città ?
R:«C’è innanzitutto da lavorare molto sulla vivibilità : questa è una città inquinata, sporca, caotica, senza un vero piano per regolarizzare il traffico, senza servizi di trasporto pubblico. Bisogna permettere ai barlettani di vivere meglio la loro città . Un capitolo a parte meritano i giovani: a loro bisogna garantire spazi sia di divertimento sano che di cultura; un esempio su tutti è la biblioteca comunale: è impensabile che una città capoluogo che conta decine di migliaia di studenti abbia una sala studio di poche decine di posti. E poi c’è urgente bisogno di capire di cosa vogliamo vivere in questa città : dopo la crisi del tessile calzaturiero Barletta è diventata una città senz’anima, che non sa a quale settore affidare il proprio sviluppo. Io credo che uno degli sbocchi obbligati di questa crisi profonda sia lo sviluppo del turismo, soprattutto inteso come crescita delle strutture ricettive, e poi un sostegno concreto ad un settore vitale della nostra economia cittadina che è l’agricoltura».
D: La vostra coalizione in passato è stato teatro di emigrazione verso altri lidi. Secondo il tuo modo di vedere i motivi sono da ricercarsi all’interno della coalizione o nella personalità di questi?
R:«Io non voglio giudicare le scelte politiche personali. È ovvio che una coalizione che governa ininterrottamente da vent’anni la città ha certamente qualche arma di seduzione in più rispetto all’opposizione, e diciamo che più di qualcuno in questi anni si è fatto “sedurre”… Tuttavia penso che negli ultimi anni la classe dirigente del centrodestra barlettano sia cresciuta, e lo dimostra il raggiungimento di risultati importanti come l’elezione di Giovanni Alfarano a Consigliere Regionale lo scorso anno. L’auspicio è che anche queste elezioni premino chi è rimasto da questa parte a combattere, e non è caduto in tentazione!».
D:La competizione sarà dura. Quanto credete alla possibilità di andare al palazzo di città dopo piu di vent’anni? E, quindi, vota Riccardo Memeo perché?
R:«La competizione è dura, perché un regime politico ventennale non è facile da scardinare, ma sappiamo anche che c’è un sacco di gente stanca di votare sempre le stesse persone, che vuole affrancarsi da un sistema elettorale clientelare, e che, per dirla con un unico termine, vuole cambiare. Credo che la mia candidatura sia proprio nel solco del cambiamento: eleggere un consigliere comunale giovane, che nella vita ha una sua dimensione lavorativa, che ha a cuore i valori della coerenza e dell’amore per la città , può rappresentare un tassello importante per provare a rivoluzionare, finalmente in meglio, la nostra Barletta».