di Nicola Ricchitelli. Di solito sono i cognomi a pesare, ma nel suo caso anche il nome: e sì, perché dire del senatore Domenico Boraccino – detto “Mimì” – significa parlare di un nome legato indissolubilmente alla storia di Barletta. Fu prima di tutto l’essenza del Partito Comunista di Barletta, - il nipote Domenico ci parlerà dell’immancabile quotidiano dell’Unità sempre sotto braccio - una carriera ricca di soddisfazioni che lo porteranno prima all’elezione di sindaco nel lontano 1970 per poi ottenere uno scranno a Palazzo Madama e diventare quindi senatore – eletto nel collegio Barletta – Trani nella VI Legislatura che andò dal 25 maggio 1972 al 4 luglio 1976 – nel 1972 dopo aver rassegnato le dimissioni dalla carica di Sindaco. Fu convinto sostenitore della causa “Barletta provincia”, ma non potè gioire quella sera di Maggio del 2004 quando alle 20.33 il Senato approvò la Sesta Provincia pugliese, se non ricevere sulla sua tomba quei bigliettini di affetto da parte dei suoi concittadini “Mimì, hai vinto”. Cresciuto prima all’ombra, ora ne intraprende la scia Domenico Boraccino, 27 anni, nipote del famoso senatore un cammino intrapreso dapprima nel Partito Socialista per poi giungere nel partito di Antonio Didietro dell’Italia dei Valori.
D:Domenico di solito a pesare sono i cognomi, nel tuo caso anche il nome, che ricordo conservi di colui che per molti era il senatore Domenico Boraccino, ma che per te era prima di tutto un nonno?
R: «Per molti era Mimì per me era semplicemente "nonno". Di mio nonno ho un gran bel ricordo, un combattente nella vita politica un rappacificatore nella vita famigliare. Per lui la famiglia era molto importante anche se spesso gli sottraeva del tempo per dedicarlo a Barletta comunque non faceva mai mancare la sua presenza nella vita quotidiana. Non potrò mai dimenticare la sua immagine di uomo sia familiare che politico con un giornale sempre in tasca "l'unità" la sua giacca e il pensiero fisso di far diventare Barletta provincia».
D:Domenico, un cognome cosi importante quanto può pesare e quanto può esserti d'aiuto?
R:«Non ti nascondo che per me non è facile portare il nome ed il cognome di mio nonno diciamo che sono sotto i riflettori in senso politico ma allo stesso tempo mi permette di entrare più facilmente nelle case della gente di molti che hanno ancora il ricordo del senatore Mimì».
D:Domenico quale i valori di tuo nonno che porterai nella tua esperienza politica?
R:«Mio nonno mi ha lasciato un bagaglio politico non indifferente, ho avuto una scuola politica sin dai primi anni della mia vita, mi ha dimostrato come utilizzare la politica per aiutare la gente e per dare uno sviluppo ad una città senza mai chiedere niente in cambio. E il tempo gli ha dato ragione visto che ad oggi è ricordato ancora come uno dei migliori politici di Barletta».
D: Domenico hai già alle sue spalle nonostante i tuoi 27 anni una campagna elettorale – candidato alla circoscrizione Sette Frati con il Partito Socialista nel 2006 – che campagna elettorale ti aspetti?
R:«Come tutte le campagne elettorali sicuramente anche questa sarà molto avvincente. Io personalmente spero di poter avere un buon risultato e l'appoggio da parte di molti cittadini barlettani».
D:Cosi come accennato sopra, vanti una prima esperienza nel Partito Socialista, quali gli input offerti dal partito di Antonio Dipietro che ti hanno spinto ad intraprendere questa nuova avventura?
R: «La mia prima esperienza con i socialisti per me è stata un esperienza di "formazione" su come affrontare le elezioni. Mi sono avvicinato all'IDV durante le elezioni regionali e da subito ho trovato un bel gruppo affiatato e con tanta voglia di collaborare».
D:La sua tua è una candidatura giovane, un elemento che un po’ è mancato negli ultimi anni , cosa può dare un giovane alla politica? Come mai c’è sempre una certa titubanza nei confronti dei giovani negli ambienti politici?
R:« Un giovane alla politica può portare tante idee, innovazione e voglia di fare. Non ti nego che prima i giovani in politica erano visti con una certa diffidenza, ma da un pò di tempo gli stessi partiti stanno investendo in una politica giovane, una politica nuova sotto certi aspetti che può portare al raggiungimento di parecchi risultati».
D: I quasi 11.000 votanti delle primarie farebbero pensare ad una vittoria già scritta, quali potrebbero essere le questioni e i motivi che potrebbero portare ad una debacle? Ma soprattutto, viste le tante forze in campo quale l’avversario che potrebbe insidiarvi in una qualche maniera?
R: «Il risultato delle primarie è stato un grande risultato per tutto il centro - sinistra, un risultato democratico deciso dalla gente che utilizza per la prima volta questo strumento (le primarie) per decidere il proprio candidato sindaco. Comunque il risultato delle primarie è un risultato indicativo e non si deve pensare assolutamente già ad una vittoria. Credere di aver già vinto può essere uno dei motivi che ci può portare a perdere queste elezioni.Ad oggi tutti partono sullo stesso piano e qualsiasi candidato può presentare vero un pericolo».
D: Volendo dare un voto a questi cinque anni di amministrazione Maffei che voto daresti? Nel caso di vittoria quali dovranno essere gli elementi di continuità rispetto ai cinque anni appena passati e quali quelli di rottura?
R: «A questa amministrazioni gli do un 7, un amministrazione che ha peccato in alcuni momenti ma che è stata molto impegnata nello sviluppo della città, uno sviluppo programmato nei prossimi anni a partire dai lavori per eliminare i vari passaggi a livello fino allo sviluppo delle litoranee e del porto così come presentato dallo stesso sindaco Maffei con il progetto "Waterfront". Sicuramente gli elementi di continuità da portare avanti sono quelli dello sviluppo di Barletta, quelli di rottura sono quelli che limitano le attività barlettane come quelle serali e che porta i nostri giovani a spostarsi fuori Barletta limitando tali attività».
D: Numerosissimi candidati sindaco, ma soprattutto sarà ben più numeroso l’esercito degli aspiranti al consiglio comunale, in cosa si distingue Domenico Braccino e perché votare Domenico Borraccino?
R: "Io sono un volto giovane della politica ma con un grande passato. Ammiro parecchio mio Nonno per quello che ha dato alla politica barlettana e nazionale. Lui si è impegnato parecchio per lo sviluppo di Barletta e io proprio come lui ho tante idee e voglia di fare per questa città. Voglio vedere una Barletta sviluppata nel turismo con un progetto che guardi a 360° su tutte le attività barlettane dal settore agricolo fino al settore commerciale occupandomi di tutti i problemi e cercando di risolvere tali problematiche. Voglio dare una svolta a Barletta e con l'aiuto di tutti credo che questo sia possibile".
D:Domenico di solito a pesare sono i cognomi, nel tuo caso anche il nome, che ricordo conservi di colui che per molti era il senatore Domenico Boraccino, ma che per te era prima di tutto un nonno?
R: «Per molti era Mimì per me era semplicemente "nonno". Di mio nonno ho un gran bel ricordo, un combattente nella vita politica un rappacificatore nella vita famigliare. Per lui la famiglia era molto importante anche se spesso gli sottraeva del tempo per dedicarlo a Barletta comunque non faceva mai mancare la sua presenza nella vita quotidiana. Non potrò mai dimenticare la sua immagine di uomo sia familiare che politico con un giornale sempre in tasca "l'unità" la sua giacca e il pensiero fisso di far diventare Barletta provincia».
D:Domenico, un cognome cosi importante quanto può pesare e quanto può esserti d'aiuto?
R:«Non ti nascondo che per me non è facile portare il nome ed il cognome di mio nonno diciamo che sono sotto i riflettori in senso politico ma allo stesso tempo mi permette di entrare più facilmente nelle case della gente di molti che hanno ancora il ricordo del senatore Mimì».
D:Domenico quale i valori di tuo nonno che porterai nella tua esperienza politica?
R:«Mio nonno mi ha lasciato un bagaglio politico non indifferente, ho avuto una scuola politica sin dai primi anni della mia vita, mi ha dimostrato come utilizzare la politica per aiutare la gente e per dare uno sviluppo ad una città senza mai chiedere niente in cambio. E il tempo gli ha dato ragione visto che ad oggi è ricordato ancora come uno dei migliori politici di Barletta».
D: Domenico hai già alle sue spalle nonostante i tuoi 27 anni una campagna elettorale – candidato alla circoscrizione Sette Frati con il Partito Socialista nel 2006 – che campagna elettorale ti aspetti?
R:«Come tutte le campagne elettorali sicuramente anche questa sarà molto avvincente. Io personalmente spero di poter avere un buon risultato e l'appoggio da parte di molti cittadini barlettani».
D:Cosi come accennato sopra, vanti una prima esperienza nel Partito Socialista, quali gli input offerti dal partito di Antonio Dipietro che ti hanno spinto ad intraprendere questa nuova avventura?
R: «La mia prima esperienza con i socialisti per me è stata un esperienza di "formazione" su come affrontare le elezioni. Mi sono avvicinato all'IDV durante le elezioni regionali e da subito ho trovato un bel gruppo affiatato e con tanta voglia di collaborare».
D:La sua tua è una candidatura giovane, un elemento che un po’ è mancato negli ultimi anni , cosa può dare un giovane alla politica? Come mai c’è sempre una certa titubanza nei confronti dei giovani negli ambienti politici?
R:« Un giovane alla politica può portare tante idee, innovazione e voglia di fare. Non ti nego che prima i giovani in politica erano visti con una certa diffidenza, ma da un pò di tempo gli stessi partiti stanno investendo in una politica giovane, una politica nuova sotto certi aspetti che può portare al raggiungimento di parecchi risultati».
D: I quasi 11.000 votanti delle primarie farebbero pensare ad una vittoria già scritta, quali potrebbero essere le questioni e i motivi che potrebbero portare ad una debacle? Ma soprattutto, viste le tante forze in campo quale l’avversario che potrebbe insidiarvi in una qualche maniera?
R: «Il risultato delle primarie è stato un grande risultato per tutto il centro - sinistra, un risultato democratico deciso dalla gente che utilizza per la prima volta questo strumento (le primarie) per decidere il proprio candidato sindaco. Comunque il risultato delle primarie è un risultato indicativo e non si deve pensare assolutamente già ad una vittoria. Credere di aver già vinto può essere uno dei motivi che ci può portare a perdere queste elezioni.Ad oggi tutti partono sullo stesso piano e qualsiasi candidato può presentare vero un pericolo».
D: Volendo dare un voto a questi cinque anni di amministrazione Maffei che voto daresti? Nel caso di vittoria quali dovranno essere gli elementi di continuità rispetto ai cinque anni appena passati e quali quelli di rottura?
R: «A questa amministrazioni gli do un 7, un amministrazione che ha peccato in alcuni momenti ma che è stata molto impegnata nello sviluppo della città, uno sviluppo programmato nei prossimi anni a partire dai lavori per eliminare i vari passaggi a livello fino allo sviluppo delle litoranee e del porto così come presentato dallo stesso sindaco Maffei con il progetto "Waterfront". Sicuramente gli elementi di continuità da portare avanti sono quelli dello sviluppo di Barletta, quelli di rottura sono quelli che limitano le attività barlettane come quelle serali e che porta i nostri giovani a spostarsi fuori Barletta limitando tali attività».
D: Numerosissimi candidati sindaco, ma soprattutto sarà ben più numeroso l’esercito degli aspiranti al consiglio comunale, in cosa si distingue Domenico Braccino e perché votare Domenico Borraccino?
R: "Io sono un volto giovane della politica ma con un grande passato. Ammiro parecchio mio Nonno per quello che ha dato alla politica barlettana e nazionale. Lui si è impegnato parecchio per lo sviluppo di Barletta e io proprio come lui ho tante idee e voglia di fare per questa città. Voglio vedere una Barletta sviluppata nel turismo con un progetto che guardi a 360° su tutte le attività barlettane dal settore agricolo fino al settore commerciale occupandomi di tutti i problemi e cercando di risolvere tali problematiche. Voglio dare una svolta a Barletta e con l'aiuto di tutti credo che questo sia possibile".