Barletta, speciale amministrative 2011: intervista ad Annabella Corsini (La Buona Politica) candidata al consiglio comunale

di Nicola Ricchitelli. «Votarmi significa dare voce ad una giovane donna che non intende stare in silenzio a guardare»: iniziamo lì dove l’intervista finisce, spazio quest’oggi ad una ragazza di belle speranze, uno di quei nomi che può significare davvero cambiamento, in vista di una tornata elettorale che ancora una volta ci proporrà i soliti ed estenuanti nomi. Quest’oggi Giornale di Puglia ospita la voce di Annabella Corsini, 26 anni - laureanda in giurisprudenza - attuale vicepresidente del partito de “La Buona Politica”, partito fondato dal compianto ex sindaco Francesco Salerno. La Corsini vanta un'attiva partecipazione alle attività di questo movimento politico-culturale sin dalla prima ora, occupandosi dalle operazioni di segreteria all’organizzazione delle iniziative che in questi tre anni La Buona Politica ha presentato. Ha alle sue spalle una candidatura nel 2009 alle provinciali con la lista “I Giovani con Salerno”.

D: Annabella, sono due le peculiarità che salterebbero agli occhi guardando un suo manifesto, la sua può dirsi una candidatura giovane, ma soprattutto una candidatura donna, due elementi che sono un po’ mancati in questi ultimi anni in Consiglio comunale. Cosa può dare in più alla politica?

R:« Giovani e donne rappresentano parte della società tenuta per un tempo troppo lungo ai margini della vita politica a causa della miopia dei partiti. I giovani e le donne possono portare una brezza, che sa di entusiasmo, di senso civico, di competenza, di passione.. e credo che questi ingredienti possano solo far bene ad una politica che odora sempre più di stantio. Un consiglio comunale ha il dovere di essere rappresentativo della società civile nella sua interezza».

D: I numeri dell’ultimo consiglio comunale dicevano che su sei assessori, e 40 consiglieri comunali, solo in due – Mariagrazia Vitobello e Lucia Soricaro – erano donne, ad ogni tornata elettorale comunque non manca la presenza della donna nelle candidature, a tuo modo di vedere il fatto della scarsa eleggibilità delle donne è una questione di scarsa cultura popolare che vuole la donna impegnata nelle faccende domestiche e ad accudire la prole anziché in politica o cosa?

R: «L'attuale conformazione della giunta e del consiglio comunale di questa città la dice lunga sulla mancata interazione politica-donna. Mettere in lista le donne non è un'azione sufficiente, è necessario sostenerle queste candidature, che, purtroppo, molte volte servono solo a dare l'illusione, che il tal partito creda fermamente nella parità di genere e si adopererà per realizzarla. Candidature che si rivelano puntualmente di mera facciata. È altrettanto vero che gli ultimi strascichi della raffigurazione della donna quale angelo del focolare, aiuta i maschietti a difendere una delle loro ultime roccaforti. Dovremo penare un altro po' prima di vedere affermata la parità di genere non solo sotto il profilo meramente formale, ma soprattutto sotto quello sostanziale. Credo, però, che il vento stia cambiando. Il 17 maggio troveremo più di una cravatta appesa al chiodo».
D:Parliamo un po’ di primarie: da più parti si è gridato al successo, i 1283 voti presi dal partito de “La Buona Politica” sono stati giudicati un successo o un flop?

R:« Intanto, il primo risultato positivo è che le primarie – che noi abbiamo fortemente voluto - ci siano state, perchè la politica partecipata costituisce per il nostro movimento una condictio sine qua non. Altro risultato positivo è stato ottenere il 12% percento dei voti, se consideriamo, in primis, che i nostri “concorrenti” fossero rappresentanti di partiti ben strutturati e radicati nella città e in secundis, va sottolineato che in altre città le liste civiche partecipanti alle primarie con un proprio candidato hanno raggiunto a stento il 2-3%. Ergo, La Buona Politica il 20 febbraio scorso ha registrato sicuramente un successo».

D: Annabella, le recenti dichiarazioni di Paolo e Sabrina Salerno, l’addio di Raffaella Salerno, il partito “La Buona Politica” si identifica ancora nei valori, e nel progetto politico lasciato in eredità dal suo fondatore Francesco Salerno? Quali gli elementi di continuità? Mentre ci sono anche elementi di rottura?

R:« Premetto che questa bagarre non mi appassiona perchè la ritengo lesiva dell'unica persona alla quale va portato assoluto rispetto, Francesco Salerno. Mi piacerebbe però esplicitarlo questo benedetto progetto che rimbalza da una parte all'altra. Il progetto politico era un progetto ad personam, era cucito su misura e non si trattava di misure qualunque. Salerno è stato un politico dalle indiscutibili doti manageriali senza dimenticare l'esperienza maturata durante le sue due sindacature. Elementi questi che gli permettevano di affrontare di petto le situazioni. Il suo progetto politico non prevedeva una seconda battaglia in solitaria, mirava piuttosto a dimostrare che c'era una maniera più creativa, più inclusiva e più innovativa di "pensare" alla buona politica in quanto tale. Per quanto concerne il profilo programmatico e amministrativo la volontà era quella innanzitutto di educare alle buone prassi la classe politica e il rinnovamento della stessa. Azioni basilari al fine di una programmazione amministrativa proficua che rispondesse alle esigenze della comunità e non agli interessi di pochi. L'obiettivo è rimasto, la strategia è cambiata. Colgo questa occasione per sottolineare che La Buona Politica è abitata, animata non da marionette, ma al contrario da cervelli capaci ed autonomi, che in questi anni hanno lavorato strenuamente senza mai risparmiarsi e pertanto meritevoli di fiducia».
D: Il suo partito conta su candidature di candidati in passati schierati nella coalizione avversa, questo può essere un valore aggiunto o può penalizzarvi?

R:« Caratteristica predominante de “La Buona Politica” è sempre stata l'eterogeneità. Questo movimento ha sempre voluto raccontare uno spaccato della nostra società, una società variegata fatta da casalinghe, disoccupati, operai, impiegati, imprenditori, studenti, pensionati, professionisti etc. A noi interessa che i nostri candidati siano prima di tutto persone perbene, la precedente militanza nella coalizione avversa non ci sembra un motivo sufficiente per escludere e, quindi, non ci preoccupa. Piuttosto ci importa che condividano il sentimento che anima questo movimento e cioè la voglia di portare in questa città una politica buona e partecipata».
D:Tanti candidati sindaci, ma sarà ben più numeroso l’esercito degli aspiranti al consiglio comunale. Perchè votare Annabella Corsini?

R: «La mia candidatura si fonda su due ragioni una di genere e una di generazione. Ne faccio una questione di genere, perchè ritengo che in questi anni, in barba alle direttive regionali, nessuno si sia preoccupato delle esigenze delle donne barlettane. Assistere le donne nella conciliazione vita-lavoro fa bene alla comunità da un punto di vista sociale ed anche economico.Ne faccio una questione di generazione, perchè essere appellati “generazione lavoro ma”i provoca frustrazione. Frustrazione che non si sposa bene con l'entusiasmo di un giovane che si affaccia al mondo del lavoro. Alla base dell'azione pubblica, dell'azione politica dovrebbero esserci idee buone volte allo sviluppo di questo territorio, ma troppo spesso a determinare le azioni della classe politica sono le ragioni sbagliate, che diventano madri di figli ciechi. Ergo, votarmi significa dare voce ad una giovane donna che non intende stare in silenzio a guardare».

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