di Nicola Ricchitelli. Dopo Rosa Cascella (PD) e Annabella Corsini (La Buona politica) ancora una voce giovane di belle speranza nel consueto appuntamento quotidiano con lo Speciale Amministrative 2011. Ha tanto da dire Carmine Doronzo – candidato al consiglio comunale, 25 anni laureato in Scienze Politiche – anche se talvolta per lui parla il quasi decennale impegno nella società civile. Già a 15 anni, da rappresentante degli studenti diventa referente del sindacato studentesco prima, e Responsabile Organizzativo del Direttivo Nazionale dell'Unione degli Studenti (con sede a Roma) dopo. Responsabile tra l’altro della campagna per il finanziamento dell'edilizia scolastica, Carmine Doronzo è stato membro anche della Direzione Nazionale di Cittadinanza Attiva nel 2007, associazione di tutela dei consumatori. Nel corso degli anni ha promosso assemblee di quartiere con lo scopo di informare i cittadini su buone pratiche di partecipazione (es. il Bilancio Partecipato), e nel 2009 è stato promotore di un centro cittadino di raccolta di viveri e vestiario per le vittime del terremoto a L'Aquila. Da sempre è impegnato nella partecipazione attiva a movimenti ambientalisti, ad oggi è presidente dell'associazione Giovani Sognatori che ha vinto nel 2006 un bando ministeriale per la gestione di un centro di aggregazione giovanile e di impegno sociale. Dal maggio 2010, tra l’altro, è consigliere regionale dell'Arci Puglia, oltre ad essere tra i soci fondatori dell'Arci Carlo Cafiero di Barletta - associazione ricreativa con finalità politiche e sociali – insomma per Carmine Doronzo è giunto il momento di superare l’esame di maturità, un ragazzo così come potrete notare dall’intervista di forte personalità, nonostante i suoi 25 anni.
D:Signor Doronzo, la sua candidatura al consiglio comunale sembrerebbe una naturale conseguenza del suo oramai decennale impegno. Cosa vuol dire per lei politica e fare politica?
R:« Intanto mi piacerebbe che ci dessimo del tu. Ho 25 anni e ho iniziato ad interessarmi dei problemi collettivi esattamente 10 anni fa quando frequentavo la scuola superiore. All'epoca non sapevo cosa fosse la "politica", ma provavo un profondo sentimento di rabbia ogni qualvolta mi imbattevo in un'ingiustizia(piccola o grande che fosse). Da allora è iniziato quello che più che "percorso politico" definirei "impegno civico". L'attività nelle scuole, nella Camera del Lavoro, e poi ancora con il centro servizi dei Giovani Sognatori, la direzione nazionale di “Cittadinanzattiva” e l'Arci mi hanno formato tantissimo. Col tempo ho capito che la politica è l'insieme delle nostre azioni quotidiane, le strade che percorriamo, il pane che mangiamo e l'aria che respiriamo. Tutti facciamo politica nel nostro piccolo anche quando pensiamo di disinteressarci ad essa. E' proprio questo il primo messaggio che voglio dare alla cittadinanza».
D: Del suo attivismo giovanile qual è il ricordo più bello che conserva? Quale il momento più duro?
R:« Sicuramente il ricordo più bello è legato al Centro di raccolta di viveri e vestiario per i terremotati dell'Aquila, sito in via Paolo Ricci. Nonostante il momento tragico che viveva l'intero Paese, migliaia di cittadini barlettani decisero di prendere parte ad una grande azione di solidarietà, di cui mi feci promotore insieme a tanti altri ragazzi, fuori da steccati ideologici e distinguo politici.
Il momento più duro l'ho vissuto a Roma quando, da responsabile nazionale dell'UdS, ho conosciuto gli schemi perversi della politica odierna. Gli incontri personali con il ministro dell'Istruzione, il contatto diretto con i vertici della politica nazionale(associativa, partitica e sindacale) mi hanno aperto gli occhi su come si possa vivere e sopravvivere negli ambienti istituzionali, con enormi sacrifici, soprattutto quando si sceglie di non prostituirsi alle logiche del potere e mantenere un contatto diretto e partecipato con le persone di cui si rappresentano i bisogni».
D: Signor Doronzo, guardando il suo curriculum senza ombra di dubbio non vi si può nascondere che il suo attivismo è sconvolgente, ma non solo, sembra denotare quasi una naturale predisposizione alla politica. A suo modo di vedere politici si nasce o si diventa?
R:«Questo è un punto molto importante su cui vorrei spiegarmi bene. La mia cultura politica si basa sulla convinzione che chiunque possa e debba trasformarsi in un cittadino attivo(indipendentemente dal colore della pelle, dall'età, dal sesso e dall'estrazione sociale). Al tempo stesso credo che per trovare risposte istituzionali ai bisogni delle persone serva molto studio, molto impegno e una buona conoscenza degli ambienti nei quali si interviene. Per dirla in breve: a tutti bisogna riconoscere il diritto di far sentire la propria voce, ai migliori di essi l'onere e l'onore di rappresentarla. Questo non vuol dire, come ci fanno credere, che soltanto i professionisti devono occuparsi di politica. Anzi, il degrado culturale e sociale che ci circonda è proprio causato da professionisti così "votati" alla politica che si sono trasformati in politici di professione. Al contrario, penso che sarebbe auspicabile che, insieme ai medici e agli avvocati, ricoprano cariche istituzionali anche gli operai, gli studenti, i precari, i braccianti, i neolaureati, purché essi abbiano piena contezza delle ricadute collettive delle proprie azioni e soprattutto una buona esperienza alle spalle. Insomma la politica dovrebbe accogliere tutti, ma "politici" non ci si improvvisa da un giorno all'altro! L'esatto contrario si sta verificando a Barletta in questi giorni con partiti che candidano perfetti sconosciuti e ragazzini troppo ingenui, pur di tirare un poco d'acqua al proprio mulino».
D: Signor Doronzo chi sono i suoi modelli politici e cosa si aspetta dalla politica?
R:« I miei modelli vanno cercati nelle popolazioni vicine e lontane che resistono ad ogni forma di sfruttamento capitalistico, nei comuni virtuosi che mettono al primo posto la tutela dei beni comuni, e nei tanti cittadini onesti che non arrivano alla fine del mese ma non per questo si arrendono o cedono alle lusinghe del potere.
Quello che mi aspetto, con il mio impegno, è una grande ondata di partecipazione che consenta di spazzare via il marcio del Palazzo per garantire un futuro lavorativo e dignitoso alle nuove generazioni. Non mi faccio illusioni, ma penso al tempo stesso che non cambierà mai niente se non ci trasformiamo in artefici del cambiamento. Una delle citazioni che preferisco è "Se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme la realtà comincia!"».
D: Si stanno concludendo questi cinque anni di amministrazione Maffei. Dal suo punto di vista cosa ci lascia in eredità questa amministrazione nel bene e nel male e che voto ne diamo?
R:« Sono stato molto critico in questi anni nei confronti dell'amministrazione. Non vorrei più vedere una città sommersa dal cemento e dagli affari edilizi, intasata dal traffico, con una periferia abbandonata in cui aumentano i casi di microcriminalità, con una totale assenza di politiche giovanili e la mancanza di strategie ambientali ed economiche per il futuro. Nonostante ciò credo che la qualità di una squadra la faccia solo in parte un buon allenatore. Quali sono i "campioni" che siedono in consiglio comunale? Credo che ci sia molto da imputare alla qualità di questo organo nell'azione di governo(non dimentichiamoci che esistono dei collegamenti politici diretti tra consiglieri e assessori). Per esempio l'eliminazione dell'addizionale Irpef che oggi grava pesantemente sulle casse comunali ha fatto un piccolo sconto a qualche super ricco e un grave danno ai veri bisognosi. Servono nuove soggettività in grado di opporsi a queste logiche scellerate. E sicuramente non possiamo pescarle a destra ma bisogna rivoluzionare il centrosinistra e la sinistra cittadina. Rispetto a questo, se guardo al ricco tessuto associativo e alla forza di alcuni movimenti, ho buone ragioni per credere che qualcosa nei prossimi anni cambierà. Sono certo che il sindaco Maffei abbia letto questo cambiamento: non a caso nella sua campagna elettorale parla di acqua pubblica, scuola pubblica, no al nucleare, reddito di formazione».
D: Cosa direbbe a quei giovani come lei, che in cambio di 50 euro (in caso di vittoria, o altrimenti 30 euro), vendono il proprio voto?
R:« Abbiamo lanciato la campagna elettorale con una forte denuncia alla compravendita dei voti. Quello che direi ai tanti giovani che vendono il proprio voto è quello che dico tutti i giorni alle ragazze e ai ragazzi che incontro: "oltre che illegale è da sciocchi investire il proprio voto per 50 €. Sarebbe come se il politico di turno ti desse 10 € all'anno, 83 centesimi al mese, 3 centesimi al giorno, per poter fare i propri comodi nel Palazzo per ben 5 anni, anche a tuo discapito".
Mi fa tanta rabbia incontrare ragazzi perennemente incazzati perché non trovano un lavoro, o perché non sanno come mantenere i propri studi, e poi vederli umiliati da politicanti disonesti per un'elemosina di 3 centesimi al giorno. Fortunatamente, con un'opera di sensibilizzazione capillare, stiamo riuscendo a tirare fuori molte persone da questa assurda tentazione. L'altro invito è quello di denunciare queste pratiche. Lo dico pubblicamente, chiunque sa deve denunciare affinché non accada mai più».
D: Signor Doronzo, aldilà dei tanti proclami e dei tanti progetti annunciati, quali sono, a suo modo di vedere, gli interventi primari e urgenti da attuare utili per far ripartire Barletta?
R:« Barletta deve ripartire e può farlo. Bisogna agire su due piani, soprattutto in questo periodo di crisi: uno è quello sociale, garantendo ai più deboli di non restare indietro, l'altro è quello degli investimenti e della riconversione economica, puntando sulle eccellenze del settore produttivo, sul patrimonio culturale e naturale, sul turismo e sul comparto agroalimentare. Una nostra proposta, diventata centrale nel programma del sindaco Maffei, e per la quale ci batteremo con le unghie e con i denti per la sua rapida realizzazione, è quella del Reddito di Formazione. Crediamo che soltanto investendo in formazione e garantendo un'indipendenza economica dei più giovani si possa porre la base per una città realmente inclusiva e solidale che trattenga e non lasci emigrare i propri "cervelli". A questo va aggiunto un piano sociale che non trascuri i disoccupati, i nuovi poveri, i portatori di handicap, gli anziani, e che si doti di seri strumenti di controllo tesi ad eliminare ogni forma di certificazione falsa. Per quanto riguarda il rilancio economico credo che, al di là di grandi progetti su cui sicuramente investire, si possa puntare subito sulla promozione di consorzi e sulla sponsorizzazione di prodotti locali sul mercato internazionale(penso al settore del manifatturiero e dell'agricoltura). Inoltre occorre potenziare gli uffici pubblici che si occupano di progettazione e sviluppo, mettendoli in rete con il sistema universitario. Il grande volano economico della Barletta del futuro sarà il turismo. Intorno a questo si dovrà discutere a lungo senza tralasciare elementi essenziali: l'incremento dei servizi sulla litoranea di ponente, la tutela e la maggiore fruizione del patrimonio storico e culturale, la salvaguardia dell'ambiente e la valorizzazione del territorio dell'Ofanto. A questi settori bisogna guardare con interesse anche per la creazione di poli universitari d'eccellenza sul nostro territorio. Se uscissimo dai populismi e dai discorsi utopici, ci accorgeremmo che, se fatte con criterio, queste sfide possono essere alla nostra portata».
D: Signor Doronzo, la domanda sorge dai tanti cambi di casacca visti negli ultimi tempi: potrebbe mai immaginarsi tra cinque anni nelle fila del Pdl? Come giustificherebbe questo ai suoi elettori?
R:«Non scherziamo. Il mio è un progetto indipendente e collettivo che nasce dalle associazioni e dai movimenti che lottano per la pace, per la tutela della Costituzione, per l'acqua pubblica, contro il nucleare, per la scuola e l'università pubblica, per l'informazione libera. Ogni mia scelta è condivisa con decine di persone, le stesse a cui dovrò dare conto in ogni momento delle mie azioni. Il mio passaggio al PDL sarebbe come se Eraclio si incamminasse verso Castel Del Monte, una cosa impossibile!».
D: Tanti candidati sindaci, ma sarà ben più numeroso l’esercito degli aspiranti al consiglio comunale. Perché votare Carmine Doronzo al Consiglio Comunale?
R:« Votare Carmine Doronzo vuol dire votare centinaia di donne e uomini barlettani, soprattutto giovani, che credono in una città migliore, avendo le carte in regola per cambiarla per davvero.
Per soffermarmi sulle mie priorità programmatiche ci vorrebbe molto spazio, mi limito ad elencare qui solo alcune delle parole d'ordine che rendono collettiva la mia candidatura: Bilancio Partecipato; Open Source; Open Data; Rifiuti Zero; Reddito di Formazione; Fontane pubbliche con acqua frizzante; Incentivi per la filiera corta; Turismo Digitale; Energie Rinnovabili; Diritto alla Casa; Mobilità Sostenibile; Più verde e più socialità in periferia; Palestre Popolari; Centri di aggregazione. Per migliorare la nostra città e per creare nuovi posti di lavoro bisogna innovare, mettendo al centro i bisogni degli ultimi. Il mio obiettivo è questo. Per tutti gli approfondimenti, a partire da lunedi, rimando al sito».
D:Signor Doronzo, la sua candidatura al consiglio comunale sembrerebbe una naturale conseguenza del suo oramai decennale impegno. Cosa vuol dire per lei politica e fare politica?
R:« Intanto mi piacerebbe che ci dessimo del tu. Ho 25 anni e ho iniziato ad interessarmi dei problemi collettivi esattamente 10 anni fa quando frequentavo la scuola superiore. All'epoca non sapevo cosa fosse la "politica", ma provavo un profondo sentimento di rabbia ogni qualvolta mi imbattevo in un'ingiustizia(piccola o grande che fosse). Da allora è iniziato quello che più che "percorso politico" definirei "impegno civico". L'attività nelle scuole, nella Camera del Lavoro, e poi ancora con il centro servizi dei Giovani Sognatori, la direzione nazionale di “Cittadinanzattiva” e l'Arci mi hanno formato tantissimo. Col tempo ho capito che la politica è l'insieme delle nostre azioni quotidiane, le strade che percorriamo, il pane che mangiamo e l'aria che respiriamo. Tutti facciamo politica nel nostro piccolo anche quando pensiamo di disinteressarci ad essa. E' proprio questo il primo messaggio che voglio dare alla cittadinanza».
D: Del suo attivismo giovanile qual è il ricordo più bello che conserva? Quale il momento più duro?
R:« Sicuramente il ricordo più bello è legato al Centro di raccolta di viveri e vestiario per i terremotati dell'Aquila, sito in via Paolo Ricci. Nonostante il momento tragico che viveva l'intero Paese, migliaia di cittadini barlettani decisero di prendere parte ad una grande azione di solidarietà, di cui mi feci promotore insieme a tanti altri ragazzi, fuori da steccati ideologici e distinguo politici.
Il momento più duro l'ho vissuto a Roma quando, da responsabile nazionale dell'UdS, ho conosciuto gli schemi perversi della politica odierna. Gli incontri personali con il ministro dell'Istruzione, il contatto diretto con i vertici della politica nazionale(associativa, partitica e sindacale) mi hanno aperto gli occhi su come si possa vivere e sopravvivere negli ambienti istituzionali, con enormi sacrifici, soprattutto quando si sceglie di non prostituirsi alle logiche del potere e mantenere un contatto diretto e partecipato con le persone di cui si rappresentano i bisogni».
D: Signor Doronzo, guardando il suo curriculum senza ombra di dubbio non vi si può nascondere che il suo attivismo è sconvolgente, ma non solo, sembra denotare quasi una naturale predisposizione alla politica. A suo modo di vedere politici si nasce o si diventa?
R:«Questo è un punto molto importante su cui vorrei spiegarmi bene. La mia cultura politica si basa sulla convinzione che chiunque possa e debba trasformarsi in un cittadino attivo(indipendentemente dal colore della pelle, dall'età, dal sesso e dall'estrazione sociale). Al tempo stesso credo che per trovare risposte istituzionali ai bisogni delle persone serva molto studio, molto impegno e una buona conoscenza degli ambienti nei quali si interviene. Per dirla in breve: a tutti bisogna riconoscere il diritto di far sentire la propria voce, ai migliori di essi l'onere e l'onore di rappresentarla. Questo non vuol dire, come ci fanno credere, che soltanto i professionisti devono occuparsi di politica. Anzi, il degrado culturale e sociale che ci circonda è proprio causato da professionisti così "votati" alla politica che si sono trasformati in politici di professione. Al contrario, penso che sarebbe auspicabile che, insieme ai medici e agli avvocati, ricoprano cariche istituzionali anche gli operai, gli studenti, i precari, i braccianti, i neolaureati, purché essi abbiano piena contezza delle ricadute collettive delle proprie azioni e soprattutto una buona esperienza alle spalle. Insomma la politica dovrebbe accogliere tutti, ma "politici" non ci si improvvisa da un giorno all'altro! L'esatto contrario si sta verificando a Barletta in questi giorni con partiti che candidano perfetti sconosciuti e ragazzini troppo ingenui, pur di tirare un poco d'acqua al proprio mulino».
D: Signor Doronzo chi sono i suoi modelli politici e cosa si aspetta dalla politica?
R:« I miei modelli vanno cercati nelle popolazioni vicine e lontane che resistono ad ogni forma di sfruttamento capitalistico, nei comuni virtuosi che mettono al primo posto la tutela dei beni comuni, e nei tanti cittadini onesti che non arrivano alla fine del mese ma non per questo si arrendono o cedono alle lusinghe del potere.
Quello che mi aspetto, con il mio impegno, è una grande ondata di partecipazione che consenta di spazzare via il marcio del Palazzo per garantire un futuro lavorativo e dignitoso alle nuove generazioni. Non mi faccio illusioni, ma penso al tempo stesso che non cambierà mai niente se non ci trasformiamo in artefici del cambiamento. Una delle citazioni che preferisco è "Se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme la realtà comincia!"».
D: Si stanno concludendo questi cinque anni di amministrazione Maffei. Dal suo punto di vista cosa ci lascia in eredità questa amministrazione nel bene e nel male e che voto ne diamo?
R:« Sono stato molto critico in questi anni nei confronti dell'amministrazione. Non vorrei più vedere una città sommersa dal cemento e dagli affari edilizi, intasata dal traffico, con una periferia abbandonata in cui aumentano i casi di microcriminalità, con una totale assenza di politiche giovanili e la mancanza di strategie ambientali ed economiche per il futuro. Nonostante ciò credo che la qualità di una squadra la faccia solo in parte un buon allenatore. Quali sono i "campioni" che siedono in consiglio comunale? Credo che ci sia molto da imputare alla qualità di questo organo nell'azione di governo(non dimentichiamoci che esistono dei collegamenti politici diretti tra consiglieri e assessori). Per esempio l'eliminazione dell'addizionale Irpef che oggi grava pesantemente sulle casse comunali ha fatto un piccolo sconto a qualche super ricco e un grave danno ai veri bisognosi. Servono nuove soggettività in grado di opporsi a queste logiche scellerate. E sicuramente non possiamo pescarle a destra ma bisogna rivoluzionare il centrosinistra e la sinistra cittadina. Rispetto a questo, se guardo al ricco tessuto associativo e alla forza di alcuni movimenti, ho buone ragioni per credere che qualcosa nei prossimi anni cambierà. Sono certo che il sindaco Maffei abbia letto questo cambiamento: non a caso nella sua campagna elettorale parla di acqua pubblica, scuola pubblica, no al nucleare, reddito di formazione».
D: Cosa direbbe a quei giovani come lei, che in cambio di 50 euro (in caso di vittoria, o altrimenti 30 euro), vendono il proprio voto?
R:« Abbiamo lanciato la campagna elettorale con una forte denuncia alla compravendita dei voti. Quello che direi ai tanti giovani che vendono il proprio voto è quello che dico tutti i giorni alle ragazze e ai ragazzi che incontro: "oltre che illegale è da sciocchi investire il proprio voto per 50 €. Sarebbe come se il politico di turno ti desse 10 € all'anno, 83 centesimi al mese, 3 centesimi al giorno, per poter fare i propri comodi nel Palazzo per ben 5 anni, anche a tuo discapito".
Mi fa tanta rabbia incontrare ragazzi perennemente incazzati perché non trovano un lavoro, o perché non sanno come mantenere i propri studi, e poi vederli umiliati da politicanti disonesti per un'elemosina di 3 centesimi al giorno. Fortunatamente, con un'opera di sensibilizzazione capillare, stiamo riuscendo a tirare fuori molte persone da questa assurda tentazione. L'altro invito è quello di denunciare queste pratiche. Lo dico pubblicamente, chiunque sa deve denunciare affinché non accada mai più».
D: Signor Doronzo, aldilà dei tanti proclami e dei tanti progetti annunciati, quali sono, a suo modo di vedere, gli interventi primari e urgenti da attuare utili per far ripartire Barletta?
R:« Barletta deve ripartire e può farlo. Bisogna agire su due piani, soprattutto in questo periodo di crisi: uno è quello sociale, garantendo ai più deboli di non restare indietro, l'altro è quello degli investimenti e della riconversione economica, puntando sulle eccellenze del settore produttivo, sul patrimonio culturale e naturale, sul turismo e sul comparto agroalimentare. Una nostra proposta, diventata centrale nel programma del sindaco Maffei, e per la quale ci batteremo con le unghie e con i denti per la sua rapida realizzazione, è quella del Reddito di Formazione. Crediamo che soltanto investendo in formazione e garantendo un'indipendenza economica dei più giovani si possa porre la base per una città realmente inclusiva e solidale che trattenga e non lasci emigrare i propri "cervelli". A questo va aggiunto un piano sociale che non trascuri i disoccupati, i nuovi poveri, i portatori di handicap, gli anziani, e che si doti di seri strumenti di controllo tesi ad eliminare ogni forma di certificazione falsa. Per quanto riguarda il rilancio economico credo che, al di là di grandi progetti su cui sicuramente investire, si possa puntare subito sulla promozione di consorzi e sulla sponsorizzazione di prodotti locali sul mercato internazionale(penso al settore del manifatturiero e dell'agricoltura). Inoltre occorre potenziare gli uffici pubblici che si occupano di progettazione e sviluppo, mettendoli in rete con il sistema universitario. Il grande volano economico della Barletta del futuro sarà il turismo. Intorno a questo si dovrà discutere a lungo senza tralasciare elementi essenziali: l'incremento dei servizi sulla litoranea di ponente, la tutela e la maggiore fruizione del patrimonio storico e culturale, la salvaguardia dell'ambiente e la valorizzazione del territorio dell'Ofanto. A questi settori bisogna guardare con interesse anche per la creazione di poli universitari d'eccellenza sul nostro territorio. Se uscissimo dai populismi e dai discorsi utopici, ci accorgeremmo che, se fatte con criterio, queste sfide possono essere alla nostra portata».
D: Signor Doronzo, la domanda sorge dai tanti cambi di casacca visti negli ultimi tempi: potrebbe mai immaginarsi tra cinque anni nelle fila del Pdl? Come giustificherebbe questo ai suoi elettori?
R:«Non scherziamo. Il mio è un progetto indipendente e collettivo che nasce dalle associazioni e dai movimenti che lottano per la pace, per la tutela della Costituzione, per l'acqua pubblica, contro il nucleare, per la scuola e l'università pubblica, per l'informazione libera. Ogni mia scelta è condivisa con decine di persone, le stesse a cui dovrò dare conto in ogni momento delle mie azioni. Il mio passaggio al PDL sarebbe come se Eraclio si incamminasse verso Castel Del Monte, una cosa impossibile!».
D: Tanti candidati sindaci, ma sarà ben più numeroso l’esercito degli aspiranti al consiglio comunale. Perché votare Carmine Doronzo al Consiglio Comunale?
R:« Votare Carmine Doronzo vuol dire votare centinaia di donne e uomini barlettani, soprattutto giovani, che credono in una città migliore, avendo le carte in regola per cambiarla per davvero.
Per soffermarmi sulle mie priorità programmatiche ci vorrebbe molto spazio, mi limito ad elencare qui solo alcune delle parole d'ordine che rendono collettiva la mia candidatura: Bilancio Partecipato; Open Source; Open Data; Rifiuti Zero; Reddito di Formazione; Fontane pubbliche con acqua frizzante; Incentivi per la filiera corta; Turismo Digitale; Energie Rinnovabili; Diritto alla Casa; Mobilità Sostenibile; Più verde e più socialità in periferia; Palestre Popolari; Centri di aggregazione. Per migliorare la nostra città e per creare nuovi posti di lavoro bisogna innovare, mettendo al centro i bisogni degli ultimi. Il mio obiettivo è questo. Per tutti gli approfondimenti, a partire da lunedi, rimando al sito».