BARI. ''Non crediamo al suicidio. Vogliamo capire se c'e' stata istigazione al suicidio, anche a mezzo di pressioni psicologiche''. Mantiene questa posizione la famiglia di Carlo Saturno, il 22enne morto ieri nel policlinico di Bari dopo una settimana di coma. Il giovane, il 30 marzo scorso, era stato trovato impiccato ad un lenzuolo nella sua cella nel carcere di Bari. A parlare e' un portavoce della famiglia, Fabio Sillan, cugino di Carlo. Sulla morte del giovane e' in corso un'indagine contro ignoti per istigazione al suicidio dopo le accuse della famiglia su un presunto pestaggio che il giovane avrebbe subito in carcere. Accuse respinte con ''rabbia'' dal sindacate Sappe della polizia penitenziaria.