BARI. La Procura di Bari sta eseguendo controlli sulle commissioni di una decina di concorsi universitari per docenti di prima e seconda fascia, finiti in un fascicolo d'inchiesta su una presunta associazione per delinquere finalizzata a corruzione, abuso d'ufficio e falso ideologico. L'indagine il 30 marzo scorso ha portato a perquisizioni in studi e abitazioni di 22 docenti indagati in 11 città italiane. Alcuni docenti avrebbero fatto parte di una rete nazionale, decidendo i vincitori delle prove attraverso accordi, scambi di favore, sodalizi e patti di fedeltà .
I CONCORSI NEL MIRINO - Dieci sarebbero i concorsi nel mirino degli inquirenti e tutti afferenti agli insegnamenti di Diritto ecclesiastico, Diritto pubblico comparato e Diritto costituzionale. I professori, seguendo pedissequamente la legge Gelmini, sorteggiavano le commissioni giudicatrici tenendo presente che le stesse dovevano essere formate da docenti provenienti da altre realtà italiane, in moda tale da non pregiudicare la correttezza del concorso con professori che già potevano conoscere il candidato. In realtà , però, i componenti della commissione non solo conoscevano il candidato ma lo stesso era già stato segnalato dai colleghi baresi con i quali si erano precedentemente messi d’accordo per un “interscambio culturale di allievi” per i quali il concorso era già stato costruito ad hoc. La rete di professori che agivano con questi scambi di favori è stata scoperta grazie alle intercettazioni degli inquirenti che due giorni fa hanno disposto 22 perquisizioni nelle abitazioni e negli studi professionali dei docenti coinvolti in questo scandalo.
I PROF COINVOLTI - Si parla di indagini che partono da Milano a Roma e da Teramo a Bari. I professori baresi al centro delle indagini sono Aldo Loiodice docente di diritto costituzionale, Gaetano Dammacco ordinario di diritto ecclesiastico e canonico presso la facoltà di Scienze Politiche, Roberta Santoro ricercatrice presso Scienze Politiche, Maria Luisa Lo Giacco ricercatrice di diritto ecclesiastico. Tutti e quattro i docenti devono rispondere dei reati di associazione, corruzione ,falso e abuso di ufficio. Il professor Loiodice, però, smentisce tutto affermando una incompatibilità fra la sua materia e quella di ecclesiastico e canonico confermando, inoltre, di non conoscere nessuno degli altri professori inquisiti.
I CONCORSI NEL MIRINO - Dieci sarebbero i concorsi nel mirino degli inquirenti e tutti afferenti agli insegnamenti di Diritto ecclesiastico, Diritto pubblico comparato e Diritto costituzionale. I professori, seguendo pedissequamente la legge Gelmini, sorteggiavano le commissioni giudicatrici tenendo presente che le stesse dovevano essere formate da docenti provenienti da altre realtà italiane, in moda tale da non pregiudicare la correttezza del concorso con professori che già potevano conoscere il candidato. In realtà , però, i componenti della commissione non solo conoscevano il candidato ma lo stesso era già stato segnalato dai colleghi baresi con i quali si erano precedentemente messi d’accordo per un “interscambio culturale di allievi” per i quali il concorso era già stato costruito ad hoc. La rete di professori che agivano con questi scambi di favori è stata scoperta grazie alle intercettazioni degli inquirenti che due giorni fa hanno disposto 22 perquisizioni nelle abitazioni e negli studi professionali dei docenti coinvolti in questo scandalo.
I PROF COINVOLTI - Si parla di indagini che partono da Milano a Roma e da Teramo a Bari. I professori baresi al centro delle indagini sono Aldo Loiodice docente di diritto costituzionale, Gaetano Dammacco ordinario di diritto ecclesiastico e canonico presso la facoltà di Scienze Politiche, Roberta Santoro ricercatrice presso Scienze Politiche, Maria Luisa Lo Giacco ricercatrice di diritto ecclesiastico. Tutti e quattro i docenti devono rispondere dei reati di associazione, corruzione ,falso e abuso di ufficio. Il professor Loiodice, però, smentisce tutto affermando una incompatibilità fra la sua materia e quella di ecclesiastico e canonico confermando, inoltre, di non conoscere nessuno degli altri professori inquisiti.