FOGGIA. Da 5 mila a 30 mila euro all'anno oppure l'assunzione di persone vicine o affiliate all'organizzazione: erano le pretese degli esponenti del clan Notarangelo nei confronti degli imprenditori, in particolare del settore turistico, di Vieste e Peschici, in provincia di Foggia. Lo hanno accertato i carabinieri del Reparto Operativo del capoluogo dauno e della Compagnia di Vico del Gargano che stamane hanno eseguito sette ordinanze di custodia cautelare in carcere e un obbligo di dimora a carico di altrettante persone accusate di detenzione e produzione di droga, ricettazione ed estorsione, reati commessi con l'aggravante delle modalita' mafiose.
L'INCHIESTA - L'inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, competente anche per Foggia, e' partita dopo che alcuni imprenditori (una quindicina tra denuncianti e testimoni) si sono ribellati. Erano stanchi di soprusi, vessazioni, incendi alle strutture e ai camping, ingressi e spedizioni punitive di notte negli hotel. Solo nel 2008 si sono verificati un centinaio di attentati. E poi ferimenti e omicidi tra i quali il piu' cruento quello dei fratelli Piscopo, agricoltori e titolari di un camping, fatti ritrovare carbonizzati in un'automobile dopo una scomparsa durata alcuni giorni. Gli inquirenti si sono avvalsi di numerose intercettazioni telefoniche.
DISTRUTTO RISTORANTE LIDO-SCIALI - L'ultimo episodio si e' verificato nel febbraio scorso quanto e' andata completamente distrutta in un incendio una delle strutture turistiche piu' prestigiose della zona, il ristorante-lido Sciali'. Gli inquirenti non escludono che la scelta di colpire la struttura sia dovuta non solo a una semplice richiesta estorsiva ma anche al fatto che il proprietario gestore aveva deciso di aderire all'associazione antiracket, la prima nata in provincia di Foggia. Proprio la presenza sul territorio di imprenditori riuniti nell'associazione viestana ''ha contribuito - hanno spiegato gli inquirenti, in particolare il procuratore della Dda di Bari, Antonio Laudati - a un clima di collaborazione che ha permesso allo Stato di poter dare le risposte concrete e immediate''.
Il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano aveva convocato un Comitato di ordine e sicurezza proprio a Vieste. La risposta si e' concretizzata anche con l'ingente sequestro di sostanze stupefacenti, la cui vendita, che in estate cresce proprio per l'aumento dei residenti dovuti alle presenze turistiche, costituisce la maggiore fonte di guadagno del clan Notarangelo, unitamente al racket delle estorsioni. ''Insomma quella che si apre a Vieste - ha sottolineato Laudati - e' non solo una nuova stagione turistica ma anche una nuova stagione di legalita' organizzata''.
LAUDATI: RISPOSTA SERIA APPARATI STATALI - C'e' stata ''una risposta molto seria degli apparati dello Stato'', ha evidenziato ancora Laudati, consentendo cosi' di stare ''al fianco di una cittadinanza che si era sentita piu' volte sola ed abbandonata a se stessa. Ci sono stati nel distretto di Bari - ha proseguito - cinque vertici nazionali del Comitato per l'Ordine e la Sicurezza pubblica. Ne e' nata una strategia, il Desk Interforze, che sta cominciando a dare risultati, un modello utilizzato per i casalesi in Campania e per la 'ndrangheta a Reggio Calabria con il coinvolgimento dei prefetti, delle forze di polizia e della magistratura''. Infatti la conferenza stampa si e' svolta nella sede della prefettura di Bari.
Il procuratore ha evidenziato che ''e' il primo segnale importante perche' questa indagine nasce dalla collaborazione degli imprenditori che per anni hanno subito ricatti e violenze. E' un messaggio che spero sia l'inizio di un fiume innarrestabile. Per questo e' finito il Medioevo. Spero che questa operazione costituisca un punto di svolta tra quella che e' stata una difficolta' investigativa che per molti anni ha caratterizzato quel territorio e un futuro di legalita' organizzata, cioe' di sinergia istituzionale che possa portare a una liberazione del territorio e a una estate tranquilla senza stupefacenti e taglieggiamenti''.
L'INCHIESTA - L'inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, competente anche per Foggia, e' partita dopo che alcuni imprenditori (una quindicina tra denuncianti e testimoni) si sono ribellati. Erano stanchi di soprusi, vessazioni, incendi alle strutture e ai camping, ingressi e spedizioni punitive di notte negli hotel. Solo nel 2008 si sono verificati un centinaio di attentati. E poi ferimenti e omicidi tra i quali il piu' cruento quello dei fratelli Piscopo, agricoltori e titolari di un camping, fatti ritrovare carbonizzati in un'automobile dopo una scomparsa durata alcuni giorni. Gli inquirenti si sono avvalsi di numerose intercettazioni telefoniche.
DISTRUTTO RISTORANTE LIDO-SCIALI - L'ultimo episodio si e' verificato nel febbraio scorso quanto e' andata completamente distrutta in un incendio una delle strutture turistiche piu' prestigiose della zona, il ristorante-lido Sciali'. Gli inquirenti non escludono che la scelta di colpire la struttura sia dovuta non solo a una semplice richiesta estorsiva ma anche al fatto che il proprietario gestore aveva deciso di aderire all'associazione antiracket, la prima nata in provincia di Foggia. Proprio la presenza sul territorio di imprenditori riuniti nell'associazione viestana ''ha contribuito - hanno spiegato gli inquirenti, in particolare il procuratore della Dda di Bari, Antonio Laudati - a un clima di collaborazione che ha permesso allo Stato di poter dare le risposte concrete e immediate''.
Il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano aveva convocato un Comitato di ordine e sicurezza proprio a Vieste. La risposta si e' concretizzata anche con l'ingente sequestro di sostanze stupefacenti, la cui vendita, che in estate cresce proprio per l'aumento dei residenti dovuti alle presenze turistiche, costituisce la maggiore fonte di guadagno del clan Notarangelo, unitamente al racket delle estorsioni. ''Insomma quella che si apre a Vieste - ha sottolineato Laudati - e' non solo una nuova stagione turistica ma anche una nuova stagione di legalita' organizzata''.
LAUDATI: RISPOSTA SERIA APPARATI STATALI - C'e' stata ''una risposta molto seria degli apparati dello Stato'', ha evidenziato ancora Laudati, consentendo cosi' di stare ''al fianco di una cittadinanza che si era sentita piu' volte sola ed abbandonata a se stessa. Ci sono stati nel distretto di Bari - ha proseguito - cinque vertici nazionali del Comitato per l'Ordine e la Sicurezza pubblica. Ne e' nata una strategia, il Desk Interforze, che sta cominciando a dare risultati, un modello utilizzato per i casalesi in Campania e per la 'ndrangheta a Reggio Calabria con il coinvolgimento dei prefetti, delle forze di polizia e della magistratura''. Infatti la conferenza stampa si e' svolta nella sede della prefettura di Bari.
Il procuratore ha evidenziato che ''e' il primo segnale importante perche' questa indagine nasce dalla collaborazione degli imprenditori che per anni hanno subito ricatti e violenze. E' un messaggio che spero sia l'inizio di un fiume innarrestabile. Per questo e' finito il Medioevo. Spero che questa operazione costituisca un punto di svolta tra quella che e' stata una difficolta' investigativa che per molti anni ha caratterizzato quel territorio e un futuro di legalita' organizzata, cioe' di sinergia istituzionale che possa portare a una liberazione del territorio e a una estate tranquilla senza stupefacenti e taglieggiamenti''.