Emergenza profughi: Introna, bene l'accordo con il governo, ora l'UE ci ascolti

ROMA. È passata la linea Vendola sull’emergenza umanitaria, le richieste del Consiglio regionale pugliese di trattare i profughi come persone e non come numeri sono state accolte nel vertice tra il governo nazionale e le Regioni. Ora l’auspicio è che la scelta della solidarietà venga fatta propria dall’Unione Europea ed è quello che il presidente dell’Assemblea pugliese, Onofrio Introna ha espresso direttamente al commissario europeo per le Politiche regionali, Johannes Hahn ed al ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, in occasione dell’incontro a Bari con il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, per la verifica della “riprogrammazione” delle risorse comunitarie.
Introna ha consegnato al commissario europeo ed al ministro l’ordine del giorno unitario approvato dal Consiglio regionale martedì 5 aprile, sull’instabilità politica nell’area del Maghreb e dei Paesi dell’Africa Mediterranea. Nel documento, ha detto, “l’Assemblea regionale pugliese, nel ribadire il proprio impegno nell’emergenza umanitaria e nell’accoglienza dei migranti, auspica che la Comunità degli Stati d’Europa voglia con tempestività adottare una direttiva con un indirizzo unitario a tutti gli Stati membri, in particolare per riconoscere il diritto soggettivo all’asilo dei profughi e alla libera circolazione, nel rispetto dell’articolo 20 del Testo Unico sull'immigrazione, che offre protezione temporanea agli immigrati e consente ricongiungimenti familiari in altri Paesi dell'Europa”.
Il presidente del Consiglio regionale si è soffermato sull’attuale fase dell’emergenza.
“Bene l’accordo di ieri a Roma, per un’accoglienza equilibrata, distribuita in tutto il Paese. Sì al coinvolgimento della Protezione Civile, no a concentrazioni degli immigrati in singole zone”.
“La mega tendopoli di Manduria deve essere rapidamente smantellata e vanno subito bloccati i lavori per la terza recinzione – dichiara il presidente Introna – a cosa serve se il campo va svuotato? E non c’è alcuna possibilità che in Puglia possa essere organizzato un terzo Cie. Il ministro Maroni, il Ministero dell’Interno e il governo nazionale sappiano che non avranno mai il consenso della Regione e dei pugliesi perché sul nostro territorio possa nascere un altro Centro di identificazione ed espulsione, oltre a quelli già esistenti a Bari-Palese e Restinco, a Brindisi”.

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