MILANO. «A maggio torno con Il commissario Zagaria. Sono felice perchè questa fiction è fatta in famiglia. Io sono il protagonista, Walter, mio figlio, il produttore mentre Rosanna, mia figlia, interpreta un giudice. Nella serie lei è mia nuora, viviamo insieme e ho perfino un nipotino. Però in pubblico ci diamo del lei: le istituzioni vanno sempre rispettate!». Lo dice Lino Banfi a «Gente», il settimanale Hachette-Rusconi diretto da Monica Mosca in edicola da domani, mentre posa con i suoi «ragazzi» nel Centro benessere di Alain Messèguè a Galzignano Terme (Padova). «Ho conosciuto Alain trent'anni fa. Fu Silvio Berlusconi a mandarmi da lui. «Devi mantenerti in forma, abbiamo tante cose da fare insieme in televisione», mi disse. E da allora ogni anno vengo qui a fare il «tagliando»». Della sua famiglia dice: «Gli affetti sono il dono più prezioso e il bene che ci lega è stato certo anche la miglior medicina per Rosanna, per aiutarla a combattere e a vincere il tumore al seno che l’ha colpita due anni fa». Quanto al personaggio di Zagaria: «Lo interpretai nel 1974, nel film «Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la polizia». È un poliziotto diverso dagli altri della Tv: non è bello nè conquistatore. È vecchio, grasso, in età da pensione, ma non ha mai usato la pistola ed è ancora capace di commuoversi quando vede morire i giovani».
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