LECCE. Con l’arrivo degli immigrati c’è il rischio che possa tornare nel nostro Paese anche la tubercolosi. A dirlo è un medico, il consigliere comunale Gianluca Borgia che è intervenuto a questo proposito sull’argomento. “Secondo recenti rilievi – afferma Borgia - la tubercolosi sta tornando in Italia (numerosi casi positivi si sono verificati recentemente presso la scuola elementare Leonardo da Vinci a Milano), per la presenza di molti immigrati clandestini o regolari, che quotidianamente arrivano con le carrette del mare dai Paesi dell’Est, Estremo Oriente e dall’Africa, Paesi in cui esistono carenti condizioni igieniche ed alimentari”.
“Il temuto bacillo di Kock – spiega il medico-consigliere - sta ricalcando le scene, ma in chiave moderna, come tubercolosi multi o super resistente agli antibiotici, finora efficaci. Essa non si presenta più, infatti, sotto forma di tubercolosi polmonare ma come tubercolosi ossea, gastrointestinale o uro-genitale, forme più difficili da individuare ed accertare”.
Di qui l’invito al sindaco, in qualità di massima autorità sanitario del territorio, e d’intesa con l’Asl Lecce ed i Responsabili scolastici, di “farsi carico del problema affinché si proceda ad una informazione a tappeto e a forme di screening specie nelle comunità più a rischio, come scuole primarie e carceri, quest’ultime super affollate anche per la presenza di numerosi migranti reclusi”.
“Il temuto bacillo di Kock – spiega il medico-consigliere - sta ricalcando le scene, ma in chiave moderna, come tubercolosi multi o super resistente agli antibiotici, finora efficaci. Essa non si presenta più, infatti, sotto forma di tubercolosi polmonare ma come tubercolosi ossea, gastrointestinale o uro-genitale, forme più difficili da individuare ed accertare”.
Di qui l’invito al sindaco, in qualità di massima autorità sanitario del territorio, e d’intesa con l’Asl Lecce ed i Responsabili scolastici, di “farsi carico del problema affinché si proceda ad una informazione a tappeto e a forme di screening specie nelle comunità più a rischio, come scuole primarie e carceri, quest’ultime super affollate anche per la presenza di numerosi migranti reclusi”.