BARI. “L’ostilità del Governo nuclearista contro le energie rinnovabili ha determinato il formale parere contrario delle Regioni sul nuovo decreto Romani con cui si vuole modificare il sistema degli incentivi". Lo dichiara in una nota il presidente del gruppo Sel, Michele Losappio.
"Il Governo - aggiunge Losappio - ha accolto solo alcuni degli emendamenti delle Regioni e della Puglia lasciando inalterata la sostanza di una manovra che strangolerà la fiorente industria delle ‘rinnovabili’ e ne scoraggerà il ricorso ai cittadini. Nell’assenza di un Piano Energetico nazionale, in mancanza di quote di produzione da assegnare alle regioni, con il nucleare fermato sia pur strumentalmente almeno per un paio di anni, il Governo non trova di meglio che aggredire le energie ‘alternative’ di cui si temono non gli eccessi, ma l’esistenza e l’esempio".
"Eppure - spiega il presidente Sel - le modifiche al testo erano state avanzate in modo concorde dalle Regioni, dai sindacati, dalle associazioni ambientaliste, da Confindustria e dallo stesso Parlamento con diversi emendamenti, quasi tutti ignorati da Romani e Prestigiacomo.
Il decreto avrà conseguenze negative anche in Puglia, sia sul versante occupazionale che su quello del ricorso a questa fonte che la Regione vorrebbe sviluppare nel cosiddetto ‘strutturale’ e cioè su tetti, serre e capannoni".
"Chissà se qualcuno dei tanti non disinteressati censori delle rinnovabili che, anche da noi e nel Consiglio in queste settimane hanno ‘sparato nel mucchio’ contro solare ed eolico si renderà conto - conclude - delle gravi conseguenze materiali di questo decreto”.
"Il Governo - aggiunge Losappio - ha accolto solo alcuni degli emendamenti delle Regioni e della Puglia lasciando inalterata la sostanza di una manovra che strangolerà la fiorente industria delle ‘rinnovabili’ e ne scoraggerà il ricorso ai cittadini. Nell’assenza di un Piano Energetico nazionale, in mancanza di quote di produzione da assegnare alle regioni, con il nucleare fermato sia pur strumentalmente almeno per un paio di anni, il Governo non trova di meglio che aggredire le energie ‘alternative’ di cui si temono non gli eccessi, ma l’esistenza e l’esempio".
"Eppure - spiega il presidente Sel - le modifiche al testo erano state avanzate in modo concorde dalle Regioni, dai sindacati, dalle associazioni ambientaliste, da Confindustria e dallo stesso Parlamento con diversi emendamenti, quasi tutti ignorati da Romani e Prestigiacomo.
Il decreto avrà conseguenze negative anche in Puglia, sia sul versante occupazionale che su quello del ricorso a questa fonte che la Regione vorrebbe sviluppare nel cosiddetto ‘strutturale’ e cioè su tetti, serre e capannoni".
"Chissà se qualcuno dei tanti non disinteressati censori delle rinnovabili che, anche da noi e nel Consiglio in queste settimane hanno ‘sparato nel mucchio’ contro solare ed eolico si renderà conto - conclude - delle gravi conseguenze materiali di questo decreto”.