Manduria: uno scempio da non ripetere

di Vito Ferri. L'inevitabile è accaduto. I primi dieci bus con gli immigrati sbarcati a Taranto dalla nave "Excelsior" sono arrivati al Cie di Manduria e già si registrano le prime fughe di massa: orde incontrollate, incontrollabili, pronte a tutto pur di vedere la luce.
Stando a quanto si apprende sarebbero una settantina le persone che sono riuscite ad allontanarsi dalla tendopoli scavalcando la rete di protezione ed eludendo i controlli delle forze dell' ordine. Per non contare le centinaia che hanno già guadagnato la fuga negli ultimi giorni.
I migranti avrebbero approfittato del caos che si è creato all'arrivo delle delegazioni di Fli e del consiglio regionale pugliese, in visita al campo, per fuggire nelle campagne di Manduria e per tentare di arrivare rocambolescamente alla stazione di Oria e prendere il treno della salvezza per Bari, e poi cercare di oltrepassare la frontiera italiana.
Un vero bailamme all'interno di un Cie che non è Cie ma nemmeno un Cara: un aborto di controllo e di sicurezza. Cosa è servito fare una struttura raffazzonata e posticcia come quella manduriana in poche ore non prevedendo l'inevitabile? Non era forse meglio costruire una tendopoli nel capoluogo, magari vicino al Cie, zona peraltro più controllata e sicura? Di chi le colpe? Attribuirle solo a Mantovano e al sindaco Pdl Tommasino, gli unici che hanno avuto la dignità di dimettersi, non è cosa ragionevole e da uomini di buon senso. Questo governo è assente al Sud, e la mancanza di dichiarazioni di Maroni è raccapricciante e paradigmatica di quanto poco stia a cuore il Tarantino e la sicurezza delle cittadine limitrofe in quello che è un mostruoso cortocircuito di potere.

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