di Dario Durante. All’interno del secondo programma stralcio di Area Vasta tarantina, la Giunta municipale di Pulsano ha approvato uno studio di fattibilità per il recupero del Mulino Scoppetta, importante esempio di archeologia industriale italiana sottoposto a vincolo ministeriale dal 2001.
Proprio alcuni mesi fa, il ricercatore CNR di Lecce Antonio Monte, nonché presidente regionale dell’AIPAI (Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale), lanciava l’ennesimo grido d’allarme indirizzando una lettera di sollecito all’allora ministro Bondi e al presidente pugliese Vendola nella quale si esprimeva la «fondata preoccupazione per la vergognosa situazione di conservazione e degrado» della struttura che rischia, in parte, di crollare.
Lo studio di fattibilità, che risulta essere preliminare per l’accesso a qualsiasi fonte di finanziamento futuro, indica in duemilioni e cinquecentomila euro la somma complessiva occorrente per il restauro dell’immobile (risalente agli anni settanta dell’Ottocento) che conserva intatti tutti i macchinari forniti nel 1911 dalla ditta italo-svizzera dei Fratelli Buhler.
Soddisfazione è stata espressa dall’associazione “La ‘Ngegna” che si batte per la conoscenza, valorizzazione e recupero a fini turistici e culturali del mulino che, però, risulta essere ancora di proprietà privata. «L’acquisizione del bene nel patrimonio immobiliare comunale – commenta il presidente del sodalizio Luigi Marinò – dovrebbe essere il passo successivo anche perché gli eredi Scoppetta sono disposti a vendere».
Almeno per il momento, come ha ribadito in più occasioni il sindaco Ecclesia, l’ipotesi dell’acquisto sembra lontana visto le difficoltà economiche dell’ente comunale pulsanese.
Proprio alcuni mesi fa, il ricercatore CNR di Lecce Antonio Monte, nonché presidente regionale dell’AIPAI (Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale), lanciava l’ennesimo grido d’allarme indirizzando una lettera di sollecito all’allora ministro Bondi e al presidente pugliese Vendola nella quale si esprimeva la «fondata preoccupazione per la vergognosa situazione di conservazione e degrado» della struttura che rischia, in parte, di crollare.
Lo studio di fattibilità, che risulta essere preliminare per l’accesso a qualsiasi fonte di finanziamento futuro, indica in duemilioni e cinquecentomila euro la somma complessiva occorrente per il restauro dell’immobile (risalente agli anni settanta dell’Ottocento) che conserva intatti tutti i macchinari forniti nel 1911 dalla ditta italo-svizzera dei Fratelli Buhler.
Soddisfazione è stata espressa dall’associazione “La ‘Ngegna” che si batte per la conoscenza, valorizzazione e recupero a fini turistici e culturali del mulino che, però, risulta essere ancora di proprietà privata. «L’acquisizione del bene nel patrimonio immobiliare comunale – commenta il presidente del sodalizio Luigi Marinò – dovrebbe essere il passo successivo anche perché gli eredi Scoppetta sono disposti a vendere».
Almeno per il momento, come ha ribadito in più occasioni il sindaco Ecclesia, l’ipotesi dell’acquisto sembra lontana visto le difficoltà economiche dell’ente comunale pulsanese.