BARI. Forti proteste fuori e dentro l'aula del consiglio regionale pugliese hanno caratterizzato la seduta odierna dell'assemblea a causa del piano di riordino sanitario che prevede il taglio di posti letto e la chiusura di ospedali.
In aula uno dei sindaci che contestano il piano - il sindaco di Mottola, Giovanni Quero - ha preso la parola, infrangendo la prassi regolamentare,e ha spiegato che la delegazione di sindaci presente in aula tra il pubblico abbandonava l'aula ''lasciando sui banchi le fasce di sindaco''. Le proteste erano cominciate fuori dell'aula, da parte di alcuni gruppi di cittadini.
Il consigliere regionale e comunale del Partito Democratico Mennea punta il dito contro i manager della sanità pugliese che avrebbero dovuto studiare e proporre soluzioni e strumenti che scongiurassero le ripercussioni negative del piano di riordino sui cittadini
“La responsabilità di questa situazione è anche da ascrivere ai vertici della Asl”. E' questo il commento di Ruggiero Mennea. “Era un preciso dovere dei direttori generali – sottolinea Mennea – studiare e proporre soluzioni e strumenti che scongiurassero le ripercussioni negative del piano di riordino sui cittadini. Il fatto che una delle cause per le quali il Tar ha sospeso la chiusura dell’ospedale di Gagliano del Capo e di diversi reparti dell’ospedale di Nardò sia la mancata contestualità tra disattivazione dei reparti e attivazione dei servizi alternativi e sostitutivi è emblematico dell’insufficiente contributo fornito dai direttori generali delle Asl, che avrebbero dovuto segnalare la necessità di un simile provvedimento anziché fornire rassicurazioni sul piano di riordino. E’ spettato invece al Pd correre ai ripari e proporre la legge sulle rsa per assicurare, in tempi celeri, l’attivazione dei servizi alternativi e sostitutivi alla chiusura degli ospedali. Un manager diligente che dirige una Asl, non essendo un dipendente regionale, non avrebbe dovuto limitarsi ad essere mero esecutore di ordini, ma avrebbe dovuto fornire tutte le indicazioni indispensabili per non rendere dolorosa l’applicazione del piano di riordino. Per questo e altri motivi – conclude Mennea – il gruppo regionale del Pd ha chiesto l’azzeramento dei vertici delle Asl. Affidiamo adesso ai nuovi direttori il compito di realizzare tempestivamente e preventivamente una giusta riconversione e un’efficace attuazione dei servizi sostitutivi e alternativi agli ospedali chiusi. In questa brutta storia non devono essere i pugliesi a pagare, tantomeno la popolazione dei piccoli comuni, che hanno pari dignità rispetto alle grandi città ”.
In aula uno dei sindaci che contestano il piano - il sindaco di Mottola, Giovanni Quero - ha preso la parola, infrangendo la prassi regolamentare,e ha spiegato che la delegazione di sindaci presente in aula tra il pubblico abbandonava l'aula ''lasciando sui banchi le fasce di sindaco''. Le proteste erano cominciate fuori dell'aula, da parte di alcuni gruppi di cittadini.
Il consigliere regionale e comunale del Partito Democratico Mennea punta il dito contro i manager della sanità pugliese che avrebbero dovuto studiare e proporre soluzioni e strumenti che scongiurassero le ripercussioni negative del piano di riordino sui cittadini
“La responsabilità di questa situazione è anche da ascrivere ai vertici della Asl”. E' questo il commento di Ruggiero Mennea. “Era un preciso dovere dei direttori generali – sottolinea Mennea – studiare e proporre soluzioni e strumenti che scongiurassero le ripercussioni negative del piano di riordino sui cittadini. Il fatto che una delle cause per le quali il Tar ha sospeso la chiusura dell’ospedale di Gagliano del Capo e di diversi reparti dell’ospedale di Nardò sia la mancata contestualità tra disattivazione dei reparti e attivazione dei servizi alternativi e sostitutivi è emblematico dell’insufficiente contributo fornito dai direttori generali delle Asl, che avrebbero dovuto segnalare la necessità di un simile provvedimento anziché fornire rassicurazioni sul piano di riordino. E’ spettato invece al Pd correre ai ripari e proporre la legge sulle rsa per assicurare, in tempi celeri, l’attivazione dei servizi alternativi e sostitutivi alla chiusura degli ospedali. Un manager diligente che dirige una Asl, non essendo un dipendente regionale, non avrebbe dovuto limitarsi ad essere mero esecutore di ordini, ma avrebbe dovuto fornire tutte le indicazioni indispensabili per non rendere dolorosa l’applicazione del piano di riordino. Per questo e altri motivi – conclude Mennea – il gruppo regionale del Pd ha chiesto l’azzeramento dei vertici delle Asl. Affidiamo adesso ai nuovi direttori il compito di realizzare tempestivamente e preventivamente una giusta riconversione e un’efficace attuazione dei servizi sostitutivi e alternativi agli ospedali chiusi. In questa brutta storia non devono essere i pugliesi a pagare, tantomeno la popolazione dei piccoli comuni, che hanno pari dignità rispetto alle grandi città ”.