Ruby: traffici telefonici "oscuri" per Fede e Berlusconi

di Roberta Calò. Emilio Fede giura "di averla vista al massimo una volta" e "di sfuggita". "Non la conosco. Lei stessa dice di non conoscermi. L'ho vista una volta ad Arcore, forse". Queste le dichiarazioni del direttore del Tg4 nei giorni successivi allo scoppio dello scandalo sul Rubygate. I recenti controlli effettuati dal Servizio centrale della Polizia ha reso noto che in realtà ci sarebbero state ben dodici telefonate tra Fede e Ruby Karima El Mahroug. Il periodo individuato dalla Sco risale ai giorni tra il 26 aprile e il 23 maggio, cinque giorni prima del fermo e del trasferimento della diciassettenne marocchina in questura.
Versioni contrastanti giungono anche dai vertici del governo; il Premier infatti ha sempre sostenuto di non essere a conoscenza della reale età della giovane marocchina recatasi per ben 14 volte ad Arcore. Il Cavaliere dichiara anzi di aver interrotto ogni tipo di rapporto dopo essere venuto a conoscenza di questo dettaglio anagrafico. Una tesi distrutta dai dati notificati dall'Espresso che parla di ben 16 chiamate documentate dalla procura "al cellulare di Karima verso la residenza di Arcore e verso Palazzo Grazioli a Roma nelle due settimane fra il 13 e il 27 settembre". Dopo l'arresto della ragazza nel maggio del 2010 il traffico telefonico, intensificatosi concretizzandosi in ben 23 chiamate, si sarebbe interrotto solo dal 12 gennaio. La stessa Ruby ha spiegato: "Io quando devo chiamare a lui, lui mi chiama a me, perché non posso chiamarlo. C'ha il suo numero privato e mi chiama lui". Oltre queste sarebbero state intercettate anche ventidue telefonate per restare in contatto con Nicole Minetti, Barbara Faggioli, Marystell Polanco e Barbara Guerra.
Gli investigatori hanno peraltro parlato anche di un cellulare, inizialmente usato dalla modella rumena Ioanna Visan, ma dal 10 agosto 2010 "è stato utilizzato con la scheda intestata al dottor Silvio Berlusconi, che risulta in contatto proprio con le ragazze attenzionate".
Il Cavaliere procede indisturbato per la sua strada nonostante i recenti sviluppi cercando di spogliarsi delle vesti di carnefice per indossare i panni della vittima: "In giro per il mondo non fa bene avere un presidente del Consiglio che in casa ha una magistratura addosso che lo accredita di 31 accuse. Tutto questo mi ha tolto un po' di serenità, ma non sono preoccupato di questi processi. Talvolta ti azzannano da tutte le parti ma tu sei convinto di essere nel giusto e vai avanti per la tua strada. Ma se molti ti abbracciano vai avanti meglio". Nel suo discorso non manca ovviamente di individuare uno dei fautori di questo stratagemma mediatico e politico a suo discapito definendo il presidente della Camera "Fini co-affondatore del Pdl". La pesca dei consensi da parte del Premier, che forse non sa più che pesci prendere, sfocia questa volta in ambito religioso: "Sono qui a rappresentare la maggioranza del popolo italiano che crede nei valori della nostra tradizione cristiana. Con questa maggioranza più coesa faremo la riforma della giustizia e dell'architettura istituzionale". Berlusconi impegnato in una crociata di autopromozione si è concesso perfino il lusso di definire la Corte Costituzionale "Ormai è un organo politico" e attaccando la giustizia ha dichiarato: "infangando me infangano l'Italia, i magistrati che sbagliano non pagano mai". Sono chiari anche i suoi progetti futuri: "Dopo aver vinto le elezioni amministrative metterò mano al partito, non avete avuto la giusta considerazione perché io non ho potuto occuparmi del Pdl".
Non resta dunque che concordare con l'onorevole dell'Udc, Pierferdinando Casini, il quale che dichiarato che il nostro Presidente del Consiglio si diverte a palare dei fatti suoi e del bunga bunga ma non si preoccupa dei problemi dell'Italia.

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