ORIA (BR). Colui che viene ritenuto l'attuale capo della Scu, Francesco Campana, di 38 anni, è stato arrestato stamattina dalla polizia in un'abitazione di Oria. La 'primula rossa' della mafia brindisina deve scontare una condanna esecutiva a nove anni per associazione mafiosa. Aveva assunto le redini dell' organizzazione dai capi storici, Giuseppe Rogoli e Salvatore Buccarella. A catturarlo agenti della Squadra mobile della questura al culmine di indagini avviate un paio di anni fa e che hanno accertato che Campana non si era mai allontanato dalla zona di influenza della Scu.
Campana si spostava continuamente proprio per evitare di essere localizzato. Gli episodi in cui sarebbe riuscito a sfuggire alle pattuglie di polizia e carabinieri non sono pochi, ma inevitabilmente la scelta di restare nella sua "area di influenza" per curare gli interessi del clan hanno anche ristretto di molto il campo delle ricerche. La caccia a Francesco Campana era cominciata nel 2009.
LE INDAGINI - Le indagini che hanno portato alla cattura di Campana sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, in particolare dal pm Alberto Santacatterina e dal procuratore capo Cataldo Motta.
Con l'arresto di Campana, che segue a poca distanza l'operazione 'Last Minute' dello scorso 28 dicembre, con la quale furono arrestati 18 tra capi e promotori della Sacra Corona Unita, si ritiene di aver inflitto un durissimo colpo alla criminalita' organizzata locale. L'operazione e' stata portata a termine dalla Squadra Mobile di Brindisi e dalla sezione 'Criminalita' Organizzata' della Squadra Mobile di Lecce.
"SOLO CON UNA BOTOLA MI SAREI SALVATO" - Quando ha visto lo spiegamento di forze che stamane all'alba e' stato impiegato per la sua cattura, circa 60 agenti delle Squadre Mobili delle Questure di Brindisi e di Lecce che hanno circondato un intero isolato della zona settecentesca di Oria, Campana ha esclamato rivolgendosi ai poliziotti: ''forse solo con una botola mi sarei salvato''.
Ma certo, gli hanno cercato di far capire gli investigatori, si sarebbe dovuto trattare di una botola con un tunnel molto lungo che avrebbe dovuto portare fuori dalla cittadina federiciana per consentirgli la fuga fuori dal paese. Alcuni agenti sono penetrati anche dai tetti. L'uomo non era armato, ne' aveva un cellulare. Dal maggio 2010 e dopo la cattura di altri esponenti della criminalita' brindisina era diventato il principale obiettivo degli inquirenti.
QUESTORE BRINDISI: E' COLPO DEFINITIVO - L'arresto di Campana è "il colpo definitivo alla Sacra corona unita". Lo dichiara all'ANSA il questore di Brindisi, Vincenzo Carella, sottolineando che la cattura del capo dell'organizzazione "rappresenta il coronamento di lunghe e complesse indagini dopo i 18 arresti dello scorso dicembre". Campana - aggiunge - "dalla latitanza ha continuato a reggere le fila dell'organizzazione attiva nelle zone di Brindisi e Mesagne in tante attività criminali, a partire dalle estorsioni e gravi intimidazioni. Si continua a indagare per scoprire appoggi e connivenze".
Campana si spostava continuamente proprio per evitare di essere localizzato. Gli episodi in cui sarebbe riuscito a sfuggire alle pattuglie di polizia e carabinieri non sono pochi, ma inevitabilmente la scelta di restare nella sua "area di influenza" per curare gli interessi del clan hanno anche ristretto di molto il campo delle ricerche. La caccia a Francesco Campana era cominciata nel 2009.
LE INDAGINI - Le indagini che hanno portato alla cattura di Campana sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, in particolare dal pm Alberto Santacatterina e dal procuratore capo Cataldo Motta.
Con l'arresto di Campana, che segue a poca distanza l'operazione 'Last Minute' dello scorso 28 dicembre, con la quale furono arrestati 18 tra capi e promotori della Sacra Corona Unita, si ritiene di aver inflitto un durissimo colpo alla criminalita' organizzata locale. L'operazione e' stata portata a termine dalla Squadra Mobile di Brindisi e dalla sezione 'Criminalita' Organizzata' della Squadra Mobile di Lecce.
"SOLO CON UNA BOTOLA MI SAREI SALVATO" - Quando ha visto lo spiegamento di forze che stamane all'alba e' stato impiegato per la sua cattura, circa 60 agenti delle Squadre Mobili delle Questure di Brindisi e di Lecce che hanno circondato un intero isolato della zona settecentesca di Oria, Campana ha esclamato rivolgendosi ai poliziotti: ''forse solo con una botola mi sarei salvato''.
Ma certo, gli hanno cercato di far capire gli investigatori, si sarebbe dovuto trattare di una botola con un tunnel molto lungo che avrebbe dovuto portare fuori dalla cittadina federiciana per consentirgli la fuga fuori dal paese. Alcuni agenti sono penetrati anche dai tetti. L'uomo non era armato, ne' aveva un cellulare. Dal maggio 2010 e dopo la cattura di altri esponenti della criminalita' brindisina era diventato il principale obiettivo degli inquirenti.
QUESTORE BRINDISI: E' COLPO DEFINITIVO - L'arresto di Campana è "il colpo definitivo alla Sacra corona unita". Lo dichiara all'ANSA il questore di Brindisi, Vincenzo Carella, sottolineando che la cattura del capo dell'organizzazione "rappresenta il coronamento di lunghe e complesse indagini dopo i 18 arresti dello scorso dicembre". Campana - aggiunge - "dalla latitanza ha continuato a reggere le fila dell'organizzazione attiva nelle zone di Brindisi e Mesagne in tante attività criminali, a partire dalle estorsioni e gravi intimidazioni. Si continua a indagare per scoprire appoggi e connivenze".