di Roberta Calò. "Non sono indagato sono soltanto testimone". Esordisce così Ivano Russo nel corso di un'intervista alla Vita di Diretta su Rai 1 mostrandosi estremamente "turbato per il processo mediatico che si sta attuando in questo momento".
Il ragazzo è stato protagonista del caso Scazzi in veste di oggetto conteso tra la vittima, Sarah e la cugina Sabrina, indagata per l'omicidio con il padre Michele. Ivano si sarebbe sottoposto volontariamente agli esami del Dna e sulla possibilità che le sue tracce possano essere presenti sul cellulari di Sarah, ha spiegato in forma preventiva: "Penso che magari manipolandolo qualche giorno prima, allora ci possa essere" ma "Sono sicuro che non sarò mai indagato perchè non sono stato io".
La posizione di Ivano nella vicenda per allontanare qualsiasi forma di dubbio dalla persona è chiara: "Se avessi capito prima che c'era gelosia, se è stata Sabrina, forse avrei potuto fare qualcosa. Non mi sento responsabile dell'uccisione di Sarah ma moralmente ti abbatte tanto perché se mi fossi accorto di qualcosa avrei potuto aiutare Sarah, ma anche Sabrina". Quella della pietà vana a posteriori davanti alle telecamere e ai mass-media sembra una strategia già nota e sfruttata in primis da Cosima Misseri che nei giorni passati aveva usato pressapoco le medesime parole affermando che se avesse saputo che il marito Michele dava dei soldi alla nipote, forse avrebbe potuto salvarla.
Ivano, che comunque non si sottrae alla stessa visibilità che poi incoerentemente condanna, afferma "che si insinuano cose che fanno star male". "La mia vita - spiega il ragazzo - è cambiata tanto. C'è pressione mediatica, la gente mi riconosce. In questo periodo mi guardano con sospetto. Io ci sto male, io non sono indagato".
Non manca il tentativo di tornare ad accendere i riflettori su un'altro possibile colpevole, già individuato dalla giustizia: "I dubbi sono nati perchè sta lì, il padre l'ha accusata e io cerco di allontanarmi un attimino per capire. Se è realmente colpevole della scomparsa di Sarah ha tradito anche me. Io spero che non sia stata lei e che ne esca pulita".
Non manca peraltro di fornire delucidazioni sul rapporto che aveva con le due ragazze: "Con Sabrina c'era un'amicizia però negli ultimi tempi ho capito che non bastava e io ho cercato di allontanarla. Sarah è sempre stata una ragazza timida e vedendo questa differenza di età non mi mostrava questo".
Per scagionare la sua persona, fornisce anche dettagli sui motivi che non l'haoo spinto a cercare di rintracciare almeno telefonicamente Sarah il giorno della scomparsa: "Il fatto che si era intensificato il rapporto telefonico con Sabrina testimonia il fatto che io, proprio per informarmi del fatto di Sarah, andavo a telefonare a Sabrina, che era quella più vicina alla cugina quindi cercavo di tenermi informato tramite Sabrina e sapevo che il cellulare di Sarah era spento. Ognuno ha il suo carattere. Reagisce in maniera diversa. Io ho pensato di comportarmi così perchè trovavo inutile andare a chiamare Sarah".
Nessuna novità almeno per ora all'orizzonte di un panorama in cui gli attori che tanto condannano la visibilità mediatica sono gli stessi che la strumentalizzano per sviare indagini e opinione pubblica dalla propria persona.
Il ragazzo è stato protagonista del caso Scazzi in veste di oggetto conteso tra la vittima, Sarah e la cugina Sabrina, indagata per l'omicidio con il padre Michele. Ivano si sarebbe sottoposto volontariamente agli esami del Dna e sulla possibilità che le sue tracce possano essere presenti sul cellulari di Sarah, ha spiegato in forma preventiva: "Penso che magari manipolandolo qualche giorno prima, allora ci possa essere" ma "Sono sicuro che non sarò mai indagato perchè non sono stato io".
La posizione di Ivano nella vicenda per allontanare qualsiasi forma di dubbio dalla persona è chiara: "Se avessi capito prima che c'era gelosia, se è stata Sabrina, forse avrei potuto fare qualcosa. Non mi sento responsabile dell'uccisione di Sarah ma moralmente ti abbatte tanto perché se mi fossi accorto di qualcosa avrei potuto aiutare Sarah, ma anche Sabrina". Quella della pietà vana a posteriori davanti alle telecamere e ai mass-media sembra una strategia già nota e sfruttata in primis da Cosima Misseri che nei giorni passati aveva usato pressapoco le medesime parole affermando che se avesse saputo che il marito Michele dava dei soldi alla nipote, forse avrebbe potuto salvarla.
Ivano, che comunque non si sottrae alla stessa visibilità che poi incoerentemente condanna, afferma "che si insinuano cose che fanno star male". "La mia vita - spiega il ragazzo - è cambiata tanto. C'è pressione mediatica, la gente mi riconosce. In questo periodo mi guardano con sospetto. Io ci sto male, io non sono indagato".
Non manca il tentativo di tornare ad accendere i riflettori su un'altro possibile colpevole, già individuato dalla giustizia: "I dubbi sono nati perchè sta lì, il padre l'ha accusata e io cerco di allontanarmi un attimino per capire. Se è realmente colpevole della scomparsa di Sarah ha tradito anche me. Io spero che non sia stata lei e che ne esca pulita".
Non manca peraltro di fornire delucidazioni sul rapporto che aveva con le due ragazze: "Con Sabrina c'era un'amicizia però negli ultimi tempi ho capito che non bastava e io ho cercato di allontanarla. Sarah è sempre stata una ragazza timida e vedendo questa differenza di età non mi mostrava questo".
Per scagionare la sua persona, fornisce anche dettagli sui motivi che non l'haoo spinto a cercare di rintracciare almeno telefonicamente Sarah il giorno della scomparsa: "Il fatto che si era intensificato il rapporto telefonico con Sabrina testimonia il fatto che io, proprio per informarmi del fatto di Sarah, andavo a telefonare a Sabrina, che era quella più vicina alla cugina quindi cercavo di tenermi informato tramite Sabrina e sapevo che il cellulare di Sarah era spento. Ognuno ha il suo carattere. Reagisce in maniera diversa. Io ho pensato di comportarmi così perchè trovavo inutile andare a chiamare Sarah".
Nessuna novità almeno per ora all'orizzonte di un panorama in cui gli attori che tanto condannano la visibilità mediatica sono gli stessi che la strumentalizzano per sviare indagini e opinione pubblica dalla propria persona.