Yara: Maura e Fulvio ancora contro la strumentalizzazione mediatica

di Roberta Calò. "Stiamo cercando di ricostruire un nuovo equilibrio familiare e il clima che state creando non ci sta aiutando".
I genitori della piccola Yara, Maura e Fulvio, fanno sapere che l'invasiva attenzione mediatica non contribuisce a raggiungere una pace interiore per vivere il loro dolore in attesa che la giustizia faccia il suo corso.
I due coniugi hanno letto una lettera per manifestare il proprio disappunto: "Vorremmo esprimere pubblicamente il nostro sentimento di amarezza e di sdegno nei confronti di chi, in maniera spasmodica e pressante, continua ad invadere il nostro dolore di famiglia angosciata da un dramma indescrivibile. Non capiamo e non giustifichiamo questo continuo accanimento giornalistico nella ricerca di fotografie o di video raffiguranti nostra figlia Yara. Rimarchiamo la nostra volontà di non autorizzare l'emissione di queste immagini, che ai fini investigativi non sono di alcuna utilità. Vi preghiamo di non nascondervi dietro il paravento del diritto di cronaca, abbiate semplicemente rispetto ed umiltà per la nostra situazione. Stiamo cercando di ricostruire un nuovo equilibrio familiare ed il clima che state creando non ci sta aiutando. Infinitamente grati, Famiglia Gambirasio".
La disperata ricerca di riservatezza, non in contrasto al mero rendiconto di cronaca giornalistica, fa riferimento per esempio ad un video trasmesso nel corso della trasmissione rai "Porta a Porta" che portava in primo piano un saggio di ginnastica della giovane vittima.
Al loro appello si affianca quello del sindaco della piccola cittadina di Brembate: "La famiglia Gambirasio sta dimostrando da mesi un comportamento sobrio. I genitori di Yara non capiscono perchè ci si accanisca tanto nel voler parlare della loro figlia così come stanno facendo alcuni media".
In merito al silenzio stampa richiesto nei mesi scorsi, il primo cittadino ha chiarito: "L'appello di metà gennaio non è mai stato revocato ed è quindi tuttora valido. Serve avere un minimo di rispetto per questa famiglia che è dispiaciuta ma anche arrabbiata per la situazione che si è venuta a creare". "Molte delle cose che si dicono - ha concluso Locatelli ricordando anche che il garante della privacy questa mattina è intervenuto nella vicenda - non aiutano di certo il corso delle indagini".

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