Yara: per via legale "contro chi pubblicherà queste immagini"

di Roberta Calò. Proseguono le indagini sul caso di Yara Gambirasio, la giovane ginnasta della piccola cittadina di Brembate le cui dinamiche dell'omicidio sono ancora sconosciute.
Al vaglio per ora ci sono i numerosi filmati presenti sugli hard disk raccolti dalle forze dell'ordine giorni addietro; le immagini più importanti giungono dalla sala operativa del Consorzio di polizia locale dell'Isola Bergamasca. A questo organismo fanno capo otto località (Brembate Sopra, Bonate Sotto, Chignolo d'Isola, Madone, Mapello, Medolago, Presezzo e Sotto il Monte) per un totale di ben sessanta telecamere. Al momento non sono emersi dettagli risolutivi sull'accadimento.
I genitori della vittima, Maura e Fulvio Gambirasio, chiusi dall'inizio della vicenda nel loro dolore e nel loro riserbo, hanno fatto giungere un avvertimento alle emittenti televisive che hanno invasivamente cercato di accaparrarsi video di saggi, della prima comunione o altro. L'allerta è giunto per voce del sindaco Diego Locatelli: "La famiglia non vuole che questo accada e deciderà eventualmente di adire vie legali contro chi pubblicherà queste immagini".
In concomitanza don Corinno, parroco del paese, ha organizzato con i fedeli e il capo della protezione civile Giovanni Valsecchi un pellegrinaggio a Fatima; in tale occasione è stata celebrata una messa commemorativa per la piccola Yara.
Non mancano intanto manifestazione squallide ben lontane dal rispetto umano che si dovrebbe riservare al ricordo di due minorenni brutalmente uccise. Un professore di matematica di un istituto di alberghiero di Salerno, di cui vengono omesse volontariamente le generalità come forma di protesta al fine di stroncare la catena della visibilità mediatica ai danni delle tragedie umane, avrebbe inventato il cocktail dell'orrore "Yara&Sarah". La scabrosa iniziativa sarebbe stata presentata a Pompei in occasione dell'annuale concorso regionale di barman; il docente ha commentato: "Un cocktail è metafora di gioia, di vita, condivisione di sentimenti profondi. Così ho pensato a Yara Gambirasio e Sarah Scazzi, ai loro volti sorridenti nelle foto che quotidianamente vengono diffuse dalla tv nel raccontarci dei drammi che dovrebbero far riflettere l'intera società".
L'invito ai lettori è quello di non fomentare simili iniziative cavillando in rete o con altri strumenti di ricerca per approfondire autori e vicende; spegnendo i riflettori su simili oscenità, probabilmente rallenterebbe questa corsa sociale alla visibilità mediatica del "tutto purché se ne parli".

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