Barletta, speciale amministrative 2011: intervista a Michele Dibendetto (IdV)

di Nicola Ricchitelli. Un saluto a… ospite quest’oggi di Giornale di Puglia nel nostro speciale amministrative Michele Dibenedetto – candidato al consiglio comunale con la lista dell’Italia dei Valori – imprenditore operante nel settore dei servizi alle imprese - sicurezza sul lavoro, sicurezza alimentare, sicurezza ambientale, sorveglianza sanitaria. Un'intervista tagliente e altresì pungente quella realizzata con l’esponente del partito dell’Italia dei Valori, un'intervista centrata sulle progettualità da realizzarsi in caso di elezione al consiglio comunale, non mancando qualche critica a quanto fatto nei cinque anni di amministrazione Maffei che oramai stanno volgendo al termine.

D: Un saluto a Michele Dibenedetto – candidato al consiglio comunale con lista dell’Italia dei Valori. Ssignor Dibedetto non possiamo che partire dalla solita e scontata domanda: quali i motivi della sua candidatura e cosa ha da dare Michele Dibenedetto alla politica?

R:«Professionalmente sono impegnato nel settore dei servizi alle imprese - sicurezza sul lavoro, sicurezza alimentare, sicurezza ambientale, sorveglianza sanitaria. Il mio lavoro mi dà la possibilità di conoscere a fondo il territorio della città di Barletta, le sue peculiarità, i suoi punti di forza, i suoi punti di debolezza, in parole povere, l'economia della città nel suo complesso. Alla luce di ciò ho potuto analizzare attentamente i punti chiave sui quali lavorare affinché Barletta torni ad essere quel polo economico-industriale che è stato fino a venti anni fa. Credo che Barletta abbia tutte le carte in regola per farlo. Manca appunto l'incentivazione giusta che, mai come in questa situazione di stagnazione economica, la pubblica amministrazione ha il dovere di attuare in ogni forma e con qualsiasi mezzo, stando bene attenti a non favorire le solite imprese e a non fare puro assistenzialismo che sicuramente danneggia il sistema.

D:Signor Dibenedetto, quale i punti basilari del suo programma amministrativo?

R:«Fare demagogia in questi contesti elettorali è molto facile e al tempo stesso è anche poco credibile. Per cui credo che un buon programma amministrativo debba necessariamente tener conto dei tempi in cui viviamo e delle risorse che la città di Barletta possiede in maniera naturale, mi riferisco al porto, che deve necessariamente essere riconvertito in porto turistico. Un porto industriale come quello di Barletta in cui si scarica solo cemento e grano, materie di scarso valore commerciale, e che serve solo per favorire qualche grande impresa presente sul territorio che di barlettano ha poco quanto niente, credo che a Barletta non serva. Il via vai di TIR sulle strade che costeggiano il litorale non fanno altro che dissestare le stesse strade e procurare un alto tasso di inquinamento che limita in un certo qual modo il turismo. Bonificare la foce dell’ofanto e il canale ciappetta-camaggio e creare delle apposite condotte sottomarine che portino gli scarichi civili nel così detto mare aperto e cioè a circa un Kilometro dalla riva, comporterebbe l’automatica bonifica delle nostre acque marine per far sì che Barletta torni ad avere un mare nelle cui acque i nostri figli e noi potremo bagnarci senza il pericolo di malattie e d infezioni varie. Bonificare la zona industriale ed artigianale da tutte quelle coperture in amianto presenti sui capannoni oramai inutilizzati che spigionano polveri cancerogene che noi tutti conosciamo. Riconvertire la zona industriale da manifatture tessili o calzaturiere a industrie specializzate nell’agro-alimentare. Prodotti assolutamente inimitabili da qualsiasi nazione o popolazione. Rendere il certame della disfida un appuntamento di importanza internazionale. Personalmente organizzo eventi e non nascondo la mia voglia di organizzare un evento del genere e renderlo evento nazionale coinvolgendo, se necessario, tutta la cittadinanza. Come fanno per il carnevale di Viareggio, di Putignano e Venezia. Essi infatti, iniziano a lavorare per l’anno successivo dal giorno dopo la parata dei loro carri. Come potete notare non sto parlando di progetti fantasmagorici ma di semplici aggiustamenti o consigli che darebbero uno slancio imponente all’economia barlettana».

D: Si stanno concludendo questi cinque anni di amministrazione Maffei. Dal suo punto di vista cosa ci lascia in eredità questa amministrazione nel bene e nel male e che voto ne diamo? Di cosa ha bisogno Barletta per ripartire?

R:«Parto dalla fine della Sua domanda dicendole che Barletta ha bisogno di gente nuova con entusiasmo ed energia. Credo che per i soliti noti della politica locale sia giunto il momento di essere citati nei libri di storia, ammesso che una citazione se la meritino, e che chi ha i capelli bianchi si dedichino ai loro nipotini perché ho difficoltà a credere che un ultracinquantenne sia in grado di garantire un futuro alle nuove generazioni. Dunque, chiedo loro di mettere i piedi per terra e di scendere dal palcoscenico perché il loro tempo è finito. Dell’amministrazione Maffei mi sento di contestare fortemente la famosa 167. Non si doveva costruire in quel modo, senza adeguati spazi verdi, a ridosso di una strada ad alta percorribilità, a ridosso di tralicci che emanano onde elettromagnetiche spesso pericolose per la nostra salute».

D:Signor Dibendetto, cosa direbbe a quei giovani come lei, che in cambio di 50 euro(in caso di vittoria, o altrimenti 30 euro) vendono il proprio voto?

R:«I reati si commettono in due. Ai giovani che si vendono, e non solo i giovani, dico di vergognarsi perché svendono un diritto per il quale i nostri avi hanno dato la vita e svendono la loro dignità e la dignità di una intera città. Poi mi rivolgo a chi li compra i voti, pregandoli di investire quelle cifre in attività imprenditoriali. Almeno dimostrino di saper fare qualcosa di utile per la città».

D: Quanto è importante la preparazione e la competenza in politica? Cosa si sente di dire a qualche ragazzino che presto il suo volto sui manifesti con la presunzione di candidarsi in consiglio comunale?

R:«A ragazzini che si candidano al consiglio comunale dico che se ci credono veramente devono perseverare fino in fondo anche in caso di amare sconfitte o delusioni. Non dimentichiamo che Carlo Magno governava mezza Europa non appena quattordicenne, per cui mi sento di incoraggiare i ragazzini che ci credono veramente. Piuttosto punterei il dito contro i furbi che spesso ingannano i ragazzini facendogli credere che basta poco per essere eletti perché sappiamo bene che quei voti servono ai grandi per assicurarsi il posto in consiglio comunale. Dunque, quanto alla preparazione ed alla competenza credo che quelle maturino col tempo e quindi è necessario che i ragazzini muovano anzitempo i primi passi. Però i ragazzini che, come dicevo prima, ci credono veramente».

D:Signor Dibendetto, quale la sua opinione in merito alle dieci candidature alla carica di sindaco e i circa 700 candidati al consiglio comunale? A suo modo di vedere, così tante candidature sono sintomo di un bipolarismo ormai allo sfascio e che quindi sta smarrendo con il passare dei giorni la propria identità o siamo dinnanzi ad una sorta di politicanti allo sbaraglio in cerca di gloria?

R:«Per me è una barzelletta tutto ciò. Infatti quando ho stampati i fac-simile ho riso tanto. In realtà in Italia si tenta di imitare il sistema americano ma lo si fa in malo modo perché negli Stati Uniti si adotta il bi-partitismo e no come accade in Italia, il bi-polarismo. Credo comunque che la selezione avvenga in maniera naturale per cui chi la politica la fa con spirito di sacrificio allora va avanti altrimenti...Barletta non ha un parlamentare!».

D: Dieci candidati sindaci, ma sarà ben più numeroso l’esercito degli aspiranti al consiglio comunale. Vota Michele Dibenedetto perché?

R:«Perché ho le idee chiare su tutto ciò che volevate sapere e quel vostro sapere credo sia anche il voler sapere di molti cittadini barlettani».

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