ROMA. Comizio di Silvio Berlusconi ieri sera ad Arcore per sostenere il locale candidato del Pdl nelle elezioni amministrative di domenica prossima.
Il premier sottolinea innanzitutto il valore politico della consultazione elettorale: a suo parere, si tratta di un voto politico importante che in caso di successo del centrodestra aiutera' il governo a trovare lo slancio per realizzare riforma della giustizia, riforma del sistema tributario e alcune riforme istituzionali.
Berlusconi ribadisce quello che va ripetendo da alcune settimane. Pdl e Lega, senza il peso nelle ali di alleati come Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini, possono finalmente agire con maggiore rapidita' nell'azione di governo. Il presidente del Consiglio sottolinea quanto gia' fatto: ''Siamo riusciti nella missione impossibile di tenere i conti in ordine, di sostenere le imprese e di aiutare ogni cittadino italiano che avesse perso il posto''.
Dopo aver polemizzato con l'opposizione, Berlusconi torna sulla questione giustizia: ''Difendermi dai processi a mio carico mi e' costato 312 milioni di euro''. Il premier, che e' tornato a parlare di persecuzione giudiziaria nei suoi confronti, ha poi ricordato che dei trenta processi a suo carico ben ventiquattro sono finiti con un'assoluzione mentre gli altri sono stati archiviati o prescritti.
Sulla giustizia a fare polemica e' la richiesta, ribadita dal premier negli ultimi giorni e anche ieri sera, di una commissione di inchiesta parlamentare per verificare se tra i magistrati vi sia ''un'associazione con fini a delinquere''.
Berlusconi punta l'indice soprattutto contro i giudici del tribunale di Milano, dove ieri mattina il presidente del Consiglio ha deposto in un'udienza del processo Mills nel quale e' imputato per corruzione in atti giudiziari.
Una proposta di legge per dare via libera alla commissione d'inchiesta sui magistrati e' gia' stata presentata da tempo alla Camera dai deputati del Pdl Jole Santelli e Giorgio Stracquadanio ma finora la maggioranza non ha fatto particolari pressioni per accelerarne l'iter di discussione.
Anche perche' la Lega non e' affatto convinta di seguire il Pdl nella linea del varo della commissione parlamentare d'inchiesta.
Nei giorni scorsi, Umberto Bossi ha preso le distanze dall'attacco ai pm lanciato da Berlusconi e si e' dichiarato in sintonia con il Quirinale anche sulla richiesta del capo dello Stato di un passaggio parlamentare di verifica della maggioranza dopo la nomina di nove sottosegretari che rappresentano anche un nuovo raggruppamento (Iniziativa responsabile) del centrodestra rispetto alla coalizione che si presento' alle elezioni del 2008.
La proposta di Berlusconi e' criticata da Fini. Dice il presidente della Camera: ''Utilizzare la maggioranza come elemento di pressione sulla magistratura e' la riprova del conflitto che c'e' e che il presidente del Consiglio non fa nulla per evitare. Anzi, getta benzina sul fuoco forse per non far parlare di altro''. Anche Pd, Terzo polo e Idv si dichiarano pronti a sbarrare la strada alla commissione parlamentare d'inchiesta.
Il premier sottolinea innanzitutto il valore politico della consultazione elettorale: a suo parere, si tratta di un voto politico importante che in caso di successo del centrodestra aiutera' il governo a trovare lo slancio per realizzare riforma della giustizia, riforma del sistema tributario e alcune riforme istituzionali.
Berlusconi ribadisce quello che va ripetendo da alcune settimane. Pdl e Lega, senza il peso nelle ali di alleati come Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini, possono finalmente agire con maggiore rapidita' nell'azione di governo. Il presidente del Consiglio sottolinea quanto gia' fatto: ''Siamo riusciti nella missione impossibile di tenere i conti in ordine, di sostenere le imprese e di aiutare ogni cittadino italiano che avesse perso il posto''.
Dopo aver polemizzato con l'opposizione, Berlusconi torna sulla questione giustizia: ''Difendermi dai processi a mio carico mi e' costato 312 milioni di euro''. Il premier, che e' tornato a parlare di persecuzione giudiziaria nei suoi confronti, ha poi ricordato che dei trenta processi a suo carico ben ventiquattro sono finiti con un'assoluzione mentre gli altri sono stati archiviati o prescritti.
Sulla giustizia a fare polemica e' la richiesta, ribadita dal premier negli ultimi giorni e anche ieri sera, di una commissione di inchiesta parlamentare per verificare se tra i magistrati vi sia ''un'associazione con fini a delinquere''.
Berlusconi punta l'indice soprattutto contro i giudici del tribunale di Milano, dove ieri mattina il presidente del Consiglio ha deposto in un'udienza del processo Mills nel quale e' imputato per corruzione in atti giudiziari.
Una proposta di legge per dare via libera alla commissione d'inchiesta sui magistrati e' gia' stata presentata da tempo alla Camera dai deputati del Pdl Jole Santelli e Giorgio Stracquadanio ma finora la maggioranza non ha fatto particolari pressioni per accelerarne l'iter di discussione.
Anche perche' la Lega non e' affatto convinta di seguire il Pdl nella linea del varo della commissione parlamentare d'inchiesta.
Nei giorni scorsi, Umberto Bossi ha preso le distanze dall'attacco ai pm lanciato da Berlusconi e si e' dichiarato in sintonia con il Quirinale anche sulla richiesta del capo dello Stato di un passaggio parlamentare di verifica della maggioranza dopo la nomina di nove sottosegretari che rappresentano anche un nuovo raggruppamento (Iniziativa responsabile) del centrodestra rispetto alla coalizione che si presento' alle elezioni del 2008.
La proposta di Berlusconi e' criticata da Fini. Dice il presidente della Camera: ''Utilizzare la maggioranza come elemento di pressione sulla magistratura e' la riprova del conflitto che c'e' e che il presidente del Consiglio non fa nulla per evitare. Anzi, getta benzina sul fuoco forse per non far parlare di altro''. Anche Pd, Terzo polo e Idv si dichiarano pronti a sbarrare la strada alla commissione parlamentare d'inchiesta.
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