BARLETTA. Per caso ci siamo imbattuti in un articolo di Lello Parise datato 20 Maggio 2004, scritto successivamente all’approvazione della sesta provincia Barletta – Andria – Trani. Di seguito il testo integrale:
Bat bat, urrà. Il primo vagito della sesta provincia pugliese - quella di Barletta-Andria-Trani - risuona alle 20,33 dagli schermi di Sky: il Senato approva, Barletta esplode di gioia. Piazza Roma è il teatro delle emozioni: «Ce l' abbiamo fatta, siamo i migliori». Corso Vittorio Emanuele mescola sorrisi e strette di mano: «Non pensavo che ci saremmo riusciti». Via D' Aragona è ironica: «Ciccanti, il senatore dell' Udc che ha fatto di tutto per metterci il bastone fra le ruote, si è trasformato in una cicca spenta... Ben gli sta». Via Imbriani ringrazia il leghista Calderoli: «Se non ci fosse stato lui a guidare i lavori dell' assemblea... Ha tenuto a bada i riottosi: un uomo ' insisto' , questo Calderoli». Il satellite si trasforma nell' altare mediatico per celebrare un successo bello e disperato, visto che fino all' ultimo momento c' era stato chi, appollaiato sugli scranni di Palazzo Madama, aveva cercato di esorcizzarlo. La paura del Nordbarese di non riuscire a farcela neppure questa volta, si scioglie all' ora dello struscio nel clima tiepido di una serata magica. Ai muri della città di Eraclio appiccicano in fretta e furia, il manifesto-logo del trionfo, atteso da qualcosa come mezzo secolo: «E' nata la nostra provincia». La felicità è una scritta rossa. La stessa scritta che fra un paio di giorni al massimo spunterà anche sui maxi cartelloni, i mitici 6 metri per 3, destinati ad arredare le strade principali del capoluogo. Fuochi d' artificio e comizi saranno da oggi la colonna sonora di questa festa. Una festa di popolo: qualche clacson pigiato a tutto volume, risate, abbracci. Francesco Gorgoglione, 77 anni, agricoltore, non sta più nella pelle: «Aspettavamo fin da gennaio di quest' anno quello che è il giusto riconoscimento per la nostra comunità. E' stata dura, ma chi ha la testa dura come noi contadini difficilmente si sarebbe potuto arrendere. Proprio adesso, poi, che vedevamo il traguardo... No, non avremmo mollato mai e poi mai». Una festa che qualcuno, tutt' altro che scaramantico, ieri pomeriggio durante il dibattito parlamentare voleva per forza di cose anticipare: «Siamo sesta provincia» aveva fatto stampare in un cerchio azzurro, un candidato alle amministrative con la maglia di Forza Italia, davanti al comitato elettorale di via Alvisi. Si chiama Ruggiero Dibenedetto, è già consigliere comunale e durante la precedente competizione era passato alla storia per essersi fatto fotografare abbracciato a Bugs Bunny. Sì, perché adesso un po' tutti si sbracceranno per rivendicare a se stessi il merito di avere materializzato la Batprovincia. La proposta di legge per istituirla, la Bat provincia, era stata presentata da due deputati del centrosinistra: Giannicola Sinisi (Margherita) e Nicola Rossi (Ds). «Ma al governo Berlusconi andrà il merito di averla varata, questa benedetta sesta provincia» racconta al telefono da Roma il senatore Biagio Tatò (An). E' a Roma pure il sindaco Francesco Salerno: «D' accordo, però non dobbiamo dimenticare che proprio per colpa di quella maldestra dell' onorevole Gabriella Carlucci di Forza Italia, il partito del presidente del Consiglio, ad ottobre dell' anno scorso la sesta provincia rischiava di finire a gambe levate alla Camera». Erano ormai diverse settimane che sulla tomba del senatore comunista Domenico Borraccino piovevano biglietti d' auguri del genere "Mimì, hai vinto". Come se la storia di un successo fosse stata già scritta. E non si poteva non omaggiare il barlettano che poteva vantare il merito di essere stato tra i primi ad avere immaginato di dare corpo ad una nuova provincia. Provincia ricca: ricca sfondata. Il reddito prodotto nei tre Comuni testa di serie è, a conti fatti - quelli ricavati dai dati dell' Osservatorio banche-imprese - altissimo: 2 mila 480 miliardi di lire a Barletta, 1900 ad Andria, 1300 a Trani. Gli occupati si concentrano soprattutto nel terziario: 16,60 per cento a Barletta, 16,57 ad Andria, 11,25 a Trani; quelli impegnati nel settore agricolo, segnano il passo, in particolare a Trani (0,73 per cento); per chi è impiegato nell' industria, le cifre sono di tutto rispetto, 13 per cento a Barletta, 9 ad Andria, 6 per cento a Trani. Comunque fra i punti di debolezza del Nord Barese, gli analisti elencano la bassa produttività del lavoro nel ramo industriale e una presenza diffusa del lavoro sommerso; come la presenza eccessiva di piccole o piccolissime aziende (da 1 a 9 dipendenti) per subforniture ritenute di scarsa qualità, una elevata dipendenza per quanto riguarda gli approvvigionamenti dai mercati esteri, una tutt' altro che spiccata propensione all' innovazione e l' arresto definitivo della crescita occupazionale nel manifatturiero. Luci e ombre della sesta provincia. – Fonte La Repubblica, Lello Parise
Bat bat, urrà. Il primo vagito della sesta provincia pugliese - quella di Barletta-Andria-Trani - risuona alle 20,33 dagli schermi di Sky: il Senato approva, Barletta esplode di gioia. Piazza Roma è il teatro delle emozioni: «Ce l' abbiamo fatta, siamo i migliori». Corso Vittorio Emanuele mescola sorrisi e strette di mano: «Non pensavo che ci saremmo riusciti». Via D' Aragona è ironica: «Ciccanti, il senatore dell' Udc che ha fatto di tutto per metterci il bastone fra le ruote, si è trasformato in una cicca spenta... Ben gli sta». Via Imbriani ringrazia il leghista Calderoli: «Se non ci fosse stato lui a guidare i lavori dell' assemblea... Ha tenuto a bada i riottosi: un uomo ' insisto' , questo Calderoli». Il satellite si trasforma nell' altare mediatico per celebrare un successo bello e disperato, visto che fino all' ultimo momento c' era stato chi, appollaiato sugli scranni di Palazzo Madama, aveva cercato di esorcizzarlo. La paura del Nordbarese di non riuscire a farcela neppure questa volta, si scioglie all' ora dello struscio nel clima tiepido di una serata magica. Ai muri della città di Eraclio appiccicano in fretta e furia, il manifesto-logo del trionfo, atteso da qualcosa come mezzo secolo: «E' nata la nostra provincia». La felicità è una scritta rossa. La stessa scritta che fra un paio di giorni al massimo spunterà anche sui maxi cartelloni, i mitici 6 metri per 3, destinati ad arredare le strade principali del capoluogo. Fuochi d' artificio e comizi saranno da oggi la colonna sonora di questa festa. Una festa di popolo: qualche clacson pigiato a tutto volume, risate, abbracci. Francesco Gorgoglione, 77 anni, agricoltore, non sta più nella pelle: «Aspettavamo fin da gennaio di quest' anno quello che è il giusto riconoscimento per la nostra comunità. E' stata dura, ma chi ha la testa dura come noi contadini difficilmente si sarebbe potuto arrendere. Proprio adesso, poi, che vedevamo il traguardo... No, non avremmo mollato mai e poi mai». Una festa che qualcuno, tutt' altro che scaramantico, ieri pomeriggio durante il dibattito parlamentare voleva per forza di cose anticipare: «Siamo sesta provincia» aveva fatto stampare in un cerchio azzurro, un candidato alle amministrative con la maglia di Forza Italia, davanti al comitato elettorale di via Alvisi. Si chiama Ruggiero Dibenedetto, è già consigliere comunale e durante la precedente competizione era passato alla storia per essersi fatto fotografare abbracciato a Bugs Bunny. Sì, perché adesso un po' tutti si sbracceranno per rivendicare a se stessi il merito di avere materializzato la Batprovincia. La proposta di legge per istituirla, la Bat provincia, era stata presentata da due deputati del centrosinistra: Giannicola Sinisi (Margherita) e Nicola Rossi (Ds). «Ma al governo Berlusconi andrà il merito di averla varata, questa benedetta sesta provincia» racconta al telefono da Roma il senatore Biagio Tatò (An). E' a Roma pure il sindaco Francesco Salerno: «D' accordo, però non dobbiamo dimenticare che proprio per colpa di quella maldestra dell' onorevole Gabriella Carlucci di Forza Italia, il partito del presidente del Consiglio, ad ottobre dell' anno scorso la sesta provincia rischiava di finire a gambe levate alla Camera». Erano ormai diverse settimane che sulla tomba del senatore comunista Domenico Borraccino piovevano biglietti d' auguri del genere "Mimì, hai vinto". Come se la storia di un successo fosse stata già scritta. E non si poteva non omaggiare il barlettano che poteva vantare il merito di essere stato tra i primi ad avere immaginato di dare corpo ad una nuova provincia. Provincia ricca: ricca sfondata. Il reddito prodotto nei tre Comuni testa di serie è, a conti fatti - quelli ricavati dai dati dell' Osservatorio banche-imprese - altissimo: 2 mila 480 miliardi di lire a Barletta, 1900 ad Andria, 1300 a Trani. Gli occupati si concentrano soprattutto nel terziario: 16,60 per cento a Barletta, 16,57 ad Andria, 11,25 a Trani; quelli impegnati nel settore agricolo, segnano il passo, in particolare a Trani (0,73 per cento); per chi è impiegato nell' industria, le cifre sono di tutto rispetto, 13 per cento a Barletta, 9 ad Andria, 6 per cento a Trani. Comunque fra i punti di debolezza del Nord Barese, gli analisti elencano la bassa produttività del lavoro nel ramo industriale e una presenza diffusa del lavoro sommerso; come la presenza eccessiva di piccole o piccolissime aziende (da 1 a 9 dipendenti) per subforniture ritenute di scarsa qualità, una elevata dipendenza per quanto riguarda gli approvvigionamenti dai mercati esteri, una tutt' altro che spiccata propensione all' innovazione e l' arresto definitivo della crescita occupazionale nel manifatturiero. Luci e ombre della sesta provincia. – Fonte La Repubblica, Lello Parise