Foggia, sequestrate ville e auto a capoclan Angelo Notarangelo

FOGGIA. Maxi-sequestro nel Gargano. Beni per dieci milioni di euro sono stati sequestrati a un presunto capoclan locale. In particolare, stamane i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bari, in esecuzione di un provvedimento emesso dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica (Direzione Distrettuale antimafia), stanno effettuando, insieme ai carabinieri del Reparto Operativo di Foggia e della Compagnia di Vico del Gargano e con la collaborazione dei colleghi del Comando provinciale delle Fiamme Gialle di Foggia, il sequestro preventivo antimafia di diversi beni mobili ed immobili, per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro.
Il provvedimento riguarda Angelo Notarangelo, detto 'Cintaridd', ritenuto il capo dell'omonimo clan operante nel Gargano, e di altri due affiliati (Domenico Colangelo e Marco Raduano), tutti gia' colpiti da una ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita lo scorso 14 aprile dall'Arma dei Carabinieri di Foggia per i reati di estorsione con l'aggravante del metodo mafioso e ricettazione, nell'ambito dell'operazione 'Medioevo'.
A seguito degli arresti, la Dda di Bari ha delegato agli investigatori del Gruppo di Investigazione sulla Criminalita' Organizzata (Gico) del Nucleo di Polizia tributaria della Finanza indagini di carattere patrimoniale nei confronti dei destinatari delle misure restrittive. L'obiettivo era quella di disarticolare in maniera radicale le organizzazioni criminali.

LE INDAGINI - Le indagini patrimoniali svolte dal Gico, con l'ausilio del Servizio Centrale Investigazioni sulla Criminalita' organizzata di Roma (Scico), non solo hanno consentito di individuare la notevole quantita' di beni (societa', appartamenti, ville, box auto, terreni, autovetture e motocicli) che alcuni degli arrestati possedevano direttamente ma soprattutto hanno permesso di individuare il cosiddetto 2° livello, ovvero i prestanome (per lo piu' familiari degli arrestati) ai quali era stata intestata parte dei beni.
Inoltre le indagini hanno dimostrato, come previsto dalla normativa antimafia, la netta sproporzione tra i redditi dichiarati dagli indagati ed il patrimonio posseduto, anche per interposta persona, che deriverebbe quindi dai proventi delle attivita' illecite. Infatti Colangelo e Raduano negli ultimi cinque anni non hanno mai presentato dichiarazioni dei redditi. Notarangelo solo nel 2009 ha presentato dichiarazione per la attivita' fittizia di guardiania imposta ad un imprenditore vittima di estorsione.

I SEQUESTRI - In particolare sono stati sequestrati 30 immobili (appartamenti, ville, terreni e box auto), 2 compendi aziendali (la ditta individuale 'Viest auto' operante nel settore del commercio di autousate e la societa' che gestiva il centralissimo bar 'Wy Not'), il 50 % di quote del capitale di una societa', tre auto e una moto.

L'OPERAZIONE - L'operazione odierna costituisce la fase conclusiva di un'attivita' investigativa iniziata nel dicembre 2009, quando alcune vittime dell'estorsione si ribellarono alle continue vessazioni, minacce e atti intimidatori poste in essere da parte degli affiliati al clan capeggiato da Notangelo.
Le successive indagini della Dda di Bari e condotte dai carabinieri di Vico e Foggia hanno portato allo smantellamento di una delle piu' pericolose cellule mafiose insediatasi nel Gargano.

L'ESCALATION DELINQUENZIALE - Una pericolosita' che si era evidenziata con una escalation delinquenziale che dal 2008 aveva prodotto circa un centinaio di attentati dinamitardi e incendiari nonche' ferimenti ed omicidi, il piu' cruento quello dei fratelli Piscopo.
L'ultimo episodio estorsivo-intimidatorio si e' verificato nel febbraio scorso quando e' andata completamente incenerita dalla fiamme una delle strutture turistiche piu' prestigiose della zona, il ristorante-lido 'Sciali''.

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