Lecce, falsi certificati per matrimoni: avvocato a processo

di Daniele Martini. Matrimoni fittizi certificati, a scapito di ignari salentini, per ottenere il permesso di soggiorno per motivi di famiglia da parte di cittadini extracomunitari. Nell’udienza preliminare di questa mattina, in due sono stati rinviati a giudizio, tra cui l’avvocato leccese di 39 anni Gianluca Starace, il processo si aprirà il prossimo sei settembre così come disposto dal gup Nicola Lariccia, così come richiesto dal sostituto procuratore. In quattro, invece, hanno patteggiato ad un anno e 4 mesi. In altri invece, faranno l’abbreviato, e se ne parlerà nel prossimo mese di agosto.
Per tutti l’accusa è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina di cittadini extracomunitari attraverso la predisposizione di falsa documentazione. Le indagini, iniziate nella seconda metà del 2009, sono state avviate da una serie di controlli effettuati ciclicamente sulle dichiarazioni presentate da cittadini extracomunitari per ottenere i permessi di soggiorno. L’attenzione degli investigatori si è concentrata in particolare su alcune autocertificazioni di convivenza, e i relativi certificati matrimonio, presentati da soggetti di origine magrebina. Documenti risultati poi completamente fasulli, così come i matrimoni. I controlli effettuati presso gli indirizzi forniti nelle richieste, infatti, hanno permesso di appurare che quelli presenti nei certificati erano nomi di donne (e in due casi di uomini) di Lecce, Surbo e Copertino, completamente all’oscuro della vicenda, oltre che già sposati, in alcuni casi anche con figli.
L’avvocato leccese avrebbe utilizzato in maniera fraudolenta alcuni documenti acquisiti proprio grazie alla sua professione. In un caso, ad esempio, i nomi adoperati farebbero riferimento ad alcuni testimoni di un processo per risarcimento danni scaturito da un incidente capitato ad una bambina in un parco di Surbo. Una volta acquisiti tutti i documenti necessari, Starace avrebbe agito cambiando sui certificati, in modo anche grossolano, lo stato civile delle ignare vittime. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Pasquale Fistetti, Antonio Pasca, Roberta Romano, Giuseppe Talò e Cristiano Solinas.