di Vittorio Polito. La Levante Editori ha pubblicato un volume postumo di Vito Maurogiovanni (1924-2009) “Teatri”, a cura di Francesco De Martino, ordinario di Letteratura greca all’Università di Foggia e direttore editoriale della stessa casa editrice (pagg. 348 - € 25).
La pubblicazione è stata fortemente voluta dall’indimenticabile Maurogiovanni. Non è infatti il libro dell’addio ma della “speranza a continuare a scrivere”. I teatri per Maurogiovanni sono anche “spazi di dignità ” dove dare la possibilità a quegli eroi microscopici privi di ascolto, dei quali si era fatto appassionato cantore.
De Martino, insieme alla signora Anna ed alle figlie Elvira, Celeste e Giovanna Maurogiovanni e con l’aiuto di amici del caro Vito, si sono sobbarcati una notevole mole di lavoro per tentare di raccogliere il maggior numero possibile di “Scritti di Maurogiovanni”, ma soprattutto la raccolta degli innumerevoli “Scritti su Maurogiovanni”, cosa non facile per la notevole produzione dello scrittore e giornalista e della relativa critica. Si tratta di diverse centinaia di scritti, in riferimento solo a quelli di cui il curatore ha attentamente cercato, ottenuto e visionato, ma sicuramente c’è ancora altro materiale di cui non si è a conoscenza o non è stato possibile rintracciare.
Il curatore del volume ha stilato una lista chiamata “Teatro” che ha delineato la successione cronologica della produzione del mito e sorridente Maurogiovanni, ma anche l’intensità della produzione e le stagioni. In questa parte De Martino ha raccolto testimonianze di amici e artisti, riportando anche alcuni inediti che aiutano a definire alcune date, non solo delle “prime”, ed anche i titoli, per i quali sono testimoniate varianti d’autore, verificati quando possibile, sugli originali riprodotti nelle stesse pagine del libro. Un notevole lavoro che solo uno studioso di letteratura come De Martino, poteva ordinare in così bella trascrizione.
Per quanto riguarda la parte scritta da Maurogiovanni, egli traccia la storia e le vicende dei teatri più importanti d’Italia (La Fenice di Venezia, il Comunale di Bologna, La Scala di Milano, il San Carlo di Napoli, Il Piccinni di Bari, ecc.), ma traccia anche un “Diario del Petruzzelli” nel quale narra dei periodi bellici, delle riviste, degli spettacoli, della “Caravella” e di Marietta (Wanda Rinaldi), la cassiera del Diurno di Corso Vittorio Emanuele, ecc. Quel teatro, inaugurato per la seconda volta, dopo un incendio, il 4 ottobre 2009, Vito non ha avuto il piacere di rivederlo. Il grande Vito non si è dimenticato neanche dei piccoli teatri (Kursaal Santalucia, Il Purgatorio, L’Abeliano, Il Piccolo Teatro “E. D’Attoma”), dei quali narra pure storie e vicende.
Per Maurogiovanni scrivere significava vivere ed ecco cosa scriveva a Gianni Cavalli della Levante Editori il 12 giugno 2008: “Caro Gianni (e intanto cari saluti al carissimo Lello - fratello di Gianni -) non mi chiamare grafomane. Eccoti i “Teatri”. A dicembre si aprirà il Petruzzelli, e allora ecco le storie di teatri importanti italiani: La Fenice di Venezia, La Scala di Milano, il San Carlo di Napoli, il Piccinni ed il Petruzzelli di Bari, il Farnese di Parma (in questi giorni la TV ha ripreso di lì lo spettacolo di Fo e Albertazzi), il Comunale di Treviso. Conclude il libro “Il diario del Petruzzelli”, tanti articoli scritti sul teatro che delineano – dall’interno – attività non molto note di quello che fu il Massimo barese. Ti prego di leggerli, questi “Teatri”: se ti piacciono ne parliamo. T’abbraccio e dammi la speranza di continuare a scrivere. Vito”.
Nove mesi dopo Vito non era più tra noi e non ebbe la soddisfazione di vedere pubblicata l’opera sui Teatri, ma la sua principale preoccupazione, dal momento che non poteva parlare agevolmente a causa della sua malattia, era quella di continuare a scrivere, poiché la scrittura per lui era la vita. E per ricordarlo degnamente ancora una volta la famiglia insieme alla Levante Editori hanno voluto pubblicare il volume di cui sopra, affidando la cura a Francesco De Martino.
Il 24 maggio 2010 il volume è stato presentato nel Salone degli Affreschi del Palazzo Ateneo, in occasione in una manifestazione organizzata dall’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari, con gli interventi di Corrado Petrocelli, Magnifico Rettore dell’Università di Bari, Grazia Distaso, docente di Letteratura Italiana della stessa Università e lo stesso Francesco De Martino, direttore editoriale della Levante Editori.
Per l’occasione gli attori: Mariolina De Fano, Tina Tempesta e Vito Signorile hanno letto brani di Maurogiovanni, intervallati da brani musicali eseguiti al piano da Roberta Peroni.
Qualche giorno fa il volume è stato nuovamente presentato nella splendida cornice del salone delle feste del Circolo Unione, con gli interventi del vicepresidente del Circolo, dr. Giacomo Tomasicchio, Vito Signorile, direttore artistico del Teatro Abeliano, e il curatore dell’opera, Francesco De Martino. Al piano il giovane pianista e medico Ignazio Rossiello ha suonato splendidamente tre pezzi di Chopin: “Notturno, Opera 9 n. 2” e “Valzer, Opera 64 n. 2 e n. 1”.
De Martino ha ricordato quindi la figura di Maurogiovanni, biografo, anzi quasi “auto-biografo” di Bari, illustrando il volume, uno dei suoi libri del cuore, insieme a “Cantata per una città ” e “Come eravamo” (entrambi di Levante), che nell’insieme formano una trilogia della memoria, edita dallo stesso Editore, sempre vicino allo scrittore. Sono poi state proiettate alcune foto di scena di “Un re borbone e tre barboni”, il testo teatrale inedito del 1992 già ricordato nel libro, e andato in scena in prima nazionale il 5 maggio con la regia della stesso Signorile. In chiusura di serata è stata proiettata una parte di un raro filmato de “La passione de Criste” del 1979, diffuso anche dalla Rai, un altro “classico” indimenticabile dello scrittore barese.
Innamorato, fino all’ultimo attimo di vita della sua città , Maurogiovanni è stato il raccoglitore delle memorie di Bari, meritando tutto l’amore e l’onore che i baresi gli vanno sempre più ricambiando.
La copertina di Carlo Fusca, rappresenta il bozzetto dell’artista per la decorazione della cupola del Petruzzelli.
La pubblicazione è stata fortemente voluta dall’indimenticabile Maurogiovanni. Non è infatti il libro dell’addio ma della “speranza a continuare a scrivere”. I teatri per Maurogiovanni sono anche “spazi di dignità ” dove dare la possibilità a quegli eroi microscopici privi di ascolto, dei quali si era fatto appassionato cantore.
De Martino, insieme alla signora Anna ed alle figlie Elvira, Celeste e Giovanna Maurogiovanni e con l’aiuto di amici del caro Vito, si sono sobbarcati una notevole mole di lavoro per tentare di raccogliere il maggior numero possibile di “Scritti di Maurogiovanni”, ma soprattutto la raccolta degli innumerevoli “Scritti su Maurogiovanni”, cosa non facile per la notevole produzione dello scrittore e giornalista e della relativa critica. Si tratta di diverse centinaia di scritti, in riferimento solo a quelli di cui il curatore ha attentamente cercato, ottenuto e visionato, ma sicuramente c’è ancora altro materiale di cui non si è a conoscenza o non è stato possibile rintracciare.
Il curatore del volume ha stilato una lista chiamata “Teatro” che ha delineato la successione cronologica della produzione del mito e sorridente Maurogiovanni, ma anche l’intensità della produzione e le stagioni. In questa parte De Martino ha raccolto testimonianze di amici e artisti, riportando anche alcuni inediti che aiutano a definire alcune date, non solo delle “prime”, ed anche i titoli, per i quali sono testimoniate varianti d’autore, verificati quando possibile, sugli originali riprodotti nelle stesse pagine del libro. Un notevole lavoro che solo uno studioso di letteratura come De Martino, poteva ordinare in così bella trascrizione.
Per quanto riguarda la parte scritta da Maurogiovanni, egli traccia la storia e le vicende dei teatri più importanti d’Italia (La Fenice di Venezia, il Comunale di Bologna, La Scala di Milano, il San Carlo di Napoli, Il Piccinni di Bari, ecc.), ma traccia anche un “Diario del Petruzzelli” nel quale narra dei periodi bellici, delle riviste, degli spettacoli, della “Caravella” e di Marietta (Wanda Rinaldi), la cassiera del Diurno di Corso Vittorio Emanuele, ecc. Quel teatro, inaugurato per la seconda volta, dopo un incendio, il 4 ottobre 2009, Vito non ha avuto il piacere di rivederlo. Il grande Vito non si è dimenticato neanche dei piccoli teatri (Kursaal Santalucia, Il Purgatorio, L’Abeliano, Il Piccolo Teatro “E. D’Attoma”), dei quali narra pure storie e vicende.
Per Maurogiovanni scrivere significava vivere ed ecco cosa scriveva a Gianni Cavalli della Levante Editori il 12 giugno 2008: “Caro Gianni (e intanto cari saluti al carissimo Lello - fratello di Gianni -) non mi chiamare grafomane. Eccoti i “Teatri”. A dicembre si aprirà il Petruzzelli, e allora ecco le storie di teatri importanti italiani: La Fenice di Venezia, La Scala di Milano, il San Carlo di Napoli, il Piccinni ed il Petruzzelli di Bari, il Farnese di Parma (in questi giorni la TV ha ripreso di lì lo spettacolo di Fo e Albertazzi), il Comunale di Treviso. Conclude il libro “Il diario del Petruzzelli”, tanti articoli scritti sul teatro che delineano – dall’interno – attività non molto note di quello che fu il Massimo barese. Ti prego di leggerli, questi “Teatri”: se ti piacciono ne parliamo. T’abbraccio e dammi la speranza di continuare a scrivere. Vito”.
Nove mesi dopo Vito non era più tra noi e non ebbe la soddisfazione di vedere pubblicata l’opera sui Teatri, ma la sua principale preoccupazione, dal momento che non poteva parlare agevolmente a causa della sua malattia, era quella di continuare a scrivere, poiché la scrittura per lui era la vita. E per ricordarlo degnamente ancora una volta la famiglia insieme alla Levante Editori hanno voluto pubblicare il volume di cui sopra, affidando la cura a Francesco De Martino.
Il 24 maggio 2010 il volume è stato presentato nel Salone degli Affreschi del Palazzo Ateneo, in occasione in una manifestazione organizzata dall’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari, con gli interventi di Corrado Petrocelli, Magnifico Rettore dell’Università di Bari, Grazia Distaso, docente di Letteratura Italiana della stessa Università e lo stesso Francesco De Martino, direttore editoriale della Levante Editori.
Per l’occasione gli attori: Mariolina De Fano, Tina Tempesta e Vito Signorile hanno letto brani di Maurogiovanni, intervallati da brani musicali eseguiti al piano da Roberta Peroni.
Qualche giorno fa il volume è stato nuovamente presentato nella splendida cornice del salone delle feste del Circolo Unione, con gli interventi del vicepresidente del Circolo, dr. Giacomo Tomasicchio, Vito Signorile, direttore artistico del Teatro Abeliano, e il curatore dell’opera, Francesco De Martino. Al piano il giovane pianista e medico Ignazio Rossiello ha suonato splendidamente tre pezzi di Chopin: “Notturno, Opera 9 n. 2” e “Valzer, Opera 64 n. 2 e n. 1”.
De Martino ha ricordato quindi la figura di Maurogiovanni, biografo, anzi quasi “auto-biografo” di Bari, illustrando il volume, uno dei suoi libri del cuore, insieme a “Cantata per una città ” e “Come eravamo” (entrambi di Levante), che nell’insieme formano una trilogia della memoria, edita dallo stesso Editore, sempre vicino allo scrittore. Sono poi state proiettate alcune foto di scena di “Un re borbone e tre barboni”, il testo teatrale inedito del 1992 già ricordato nel libro, e andato in scena in prima nazionale il 5 maggio con la regia della stesso Signorile. In chiusura di serata è stata proiettata una parte di un raro filmato de “La passione de Criste” del 1979, diffuso anche dalla Rai, un altro “classico” indimenticabile dello scrittore barese.
Innamorato, fino all’ultimo attimo di vita della sua città , Maurogiovanni è stato il raccoglitore delle memorie di Bari, meritando tutto l’amore e l’onore che i baresi gli vanno sempre più ricambiando.
La copertina di Carlo Fusca, rappresenta il bozzetto dell’artista per la decorazione della cupola del Petruzzelli.