Melania: il giallo della borsa

di Roberta Calò. Secondo i recenti sviluppi, non sono state rinvenute tracce di Dna nè di Melania Rea, la giovane donna ritrovata morta dopo un'aggressione nel bosco di Ripe di Civitella, nè del marito, Salvatore Parolisi, sull'involucro esterno della siringa infilzata nel petto della vittima o sul laccio emostatico che si trovava vicino al corpo. Resta da chiarire invece con ulteriori accertamenti la natura del liquido contenuto nella siringa dove, a primo acchito, sembrerebbero essere presenti tracce di sangue.
Le ultime indiscrezioni hanno invece rivelato che le ricevute fiscali recuperate nelle zone limitrofe ai luoghi del ritrovamento del cadavere non risultano, almeno per adesso, fondamentali a livello investigativo. Per ora l'attenzione è concentrata sugli esami di laboratorio e sulle ricerche nella zona di Colle San Marco, in particolare perlustrando sentieri e strade alternative alla principale. L'operazione si sta avvalendo anche dell'ausilio dei cani molecolari. Tra gli obiettivi rientra anche quello del ritrovamento della borsa della donna, una borsa chiara ben visibile nelle ultime riprese in un supermercato cinque ore prima della scomparsa. Il coniuge in sede di interrogatorio aveva dichiarato che la moglie aveva lasciato la borsa a casa dopo aver fatto spese con lui, ma in casa la borsa non è mai stata ritrovata.
Nulla intanto viene confermato sui problemi matrimoniali della coppia. Tra conferme e smentite, al centro del mirino ci sarebbero le ipotetiche ma non ancora comprovate scappatelle da parte del marito che avrebbero fatto pensare ad una intenzione da parte della vittima di voler lasciare il marito. Tale teoria confuterebbe quanto sostenuto da Salvatore Parolisi circa i rapporti sessuali avuti con la moglie dieci giorni prima dell'omicidio nel luogo stesso del ritrovamento.
Al momento nessuna ipotesi sembra verificata dato l'irrisorio numero di indizi e informazioni disponibili.

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