di Dany Martini. Arriva una grande notizia per il capoluogo brindisino: sarà costituita entro giugno un’associazione no profit che avrà tra i suoi principali obiettivi la sensibilizzazione dell’opinione pubblica in favore della donazione del cordone ombelicale e della ricerca scientifica e medica.
Ogni anno in Italia ci sono in media 12 nuovi casi ogni 100 mila abitanti e circa 500 di questi riguardano bambini al di sotto dei 14 anni. Il sangue prelevato da cordone ombelicale può essere utilizzato, con risultati assolutamente positivi, in taluni pazienti affetti da patologie ematologiche, sia neoplastiche (leucemie e linfomi), sia non neoplastiche (gravi forme di anemia, talassemia). Da qui la necessità di diffondere con maggiore convinzione la cultura alla donazione svolgendo un’azione di sensibilizzazione in particolare tra le giovani donne.
L’associazione brindisina, che entrerebbe a fare parte del circuito delle “Adisco” (associazione per le donatrici italiane sangue di cordone ombelicale) già esistenti in altre regioni, sarebbe un ulteriore strumento per rafforzare il percorso avviato sul territorio negli ultimi anni da quel comitato promotore Ba.co. che riuscì a raccogliere ben 27mila firme allo scopo di avere su Brindisi una struttura dedicata al prelievo di cordone ombelicale.
Attività che già viene effettuata nell’ospedale “A. Perrino” di Brindisi ma la costituente associazione offrirebbe nuovo strumenti operativi e si spera anche più capacità di attrarre risorse economiche da destinare alla ricerca medico-scientifica.
Un primo incontro tra i promotori dell’associazione si è svolto alla presenza, tra gli altri, del dott. Francesco Cucci, primario di Medicina Trasfusionale dell’ospedale “A. Perrino” di Brindisi, e dei suoi colleghi Bernardo Scarano, direttore U.O.C. di Medicina Nucleare dell’ospedale "A.Perrino" di Brindisi, e Antonio Caretto, presidente regionale dell’associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (ADI).
Ogni anno in Italia ci sono in media 12 nuovi casi ogni 100 mila abitanti e circa 500 di questi riguardano bambini al di sotto dei 14 anni. Il sangue prelevato da cordone ombelicale può essere utilizzato, con risultati assolutamente positivi, in taluni pazienti affetti da patologie ematologiche, sia neoplastiche (leucemie e linfomi), sia non neoplastiche (gravi forme di anemia, talassemia). Da qui la necessità di diffondere con maggiore convinzione la cultura alla donazione svolgendo un’azione di sensibilizzazione in particolare tra le giovani donne.
L’associazione brindisina, che entrerebbe a fare parte del circuito delle “Adisco” (associazione per le donatrici italiane sangue di cordone ombelicale) già esistenti in altre regioni, sarebbe un ulteriore strumento per rafforzare il percorso avviato sul territorio negli ultimi anni da quel comitato promotore Ba.co. che riuscì a raccogliere ben 27mila firme allo scopo di avere su Brindisi una struttura dedicata al prelievo di cordone ombelicale.
Attività che già viene effettuata nell’ospedale “A. Perrino” di Brindisi ma la costituente associazione offrirebbe nuovo strumenti operativi e si spera anche più capacità di attrarre risorse economiche da destinare alla ricerca medico-scientifica.
Un primo incontro tra i promotori dell’associazione si è svolto alla presenza, tra gli altri, del dott. Francesco Cucci, primario di Medicina Trasfusionale dell’ospedale “A. Perrino” di Brindisi, e dei suoi colleghi Bernardo Scarano, direttore U.O.C. di Medicina Nucleare dell’ospedale "A.Perrino" di Brindisi, e Antonio Caretto, presidente regionale dell’associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (ADI).