BARLETTA. Sabrina Salerno, candidato sindaco del partito dei Verdi, apprende con soddisfazione a mezzo stampa la delibera della giunta comunale di Barletta che approva la raccolta domiciliare dei rifiuti.
«Una vittoria per me e per il partito dei Verdi che stiamo diffondendo da tempo l’importanza e la necessità di tale progetto per una comunità. L’ho presentato in varie occasioni, nei confronti fra i candidati sindaco, alla presentazione della lista dei Verdi, al primo comizio pubblico a Piazza Aldo Moro, tramite comunicato stampa e alla tribuna politica del 5 maggio su Rai3 fra i candidati sindaco di Barletta, alla presenza, pertanto, anche di Nicola Maffei. Ho assicurato sarebbe stato avviato nei primi 100 giorni dell’Amministrazione Salerno. Ho sottolineato le azioni che devono accompagnare tale progetto al fine di renderlo virtuoso. Dal comunicato diffuso dallo staff dell’amministrazione Maffei, ho notato che, probabilmente perché dinanzi a una pratica nuova e complessa, il sindaco uscente non ha percepito bene i vari e necessari passaggi. Mi permetto pertanto di continuare nei suggerimenti, motivata dall’aver preso atto che le mie istanze, proprio perché valide e sostenibili, vengono recepite seduta stante. Sarebbe meglio avviare la raccolta “porta a porta” in un primo rione (io comincerei con Borgovilla – Patalini). Pretendere di passare alla raccolta domiciliare nell’”intero territorio comunale” si rivelerebbe dispendioso e fallimentare. La sperimentazione in altri comuni italiani lo ha dimostrato. Bisognerebbe coinvolgere il prima possibile associazioni e singoli cittadini, veri protagonisti nello start-up del progetto. Il “gettone di collaborazione” che l’amministrazione metterà a loro disposizione permetterà le visite a domicilio per spiegare come si fa una raccolta differenziata giusta e attrezzare i nuclei familiari degli strumenti idonei. Attenzione alla costante fornitura di buste adeguate. La loro carenza, insieme al mancato processo di sensibilizzazione, hanno già causato il fallimento della raccolta dell’umido a Barletta, voluta da Maffei alcuni mesi fa. Infine, è indispensabile individuare e comunicare alla cittadinanza, l’ente che si occuperà del riciclo dei rifiuti differenziati in attesa di averne uno nel nostro territorio. Come ho già sottolineato al sindaco Maffei in occasione del confronto presso la sala Pop up organizzato da Bi press, differenziare non significa riciclare. La tariffa in base alla differenziazione e la copertura delle nuove assunzioni che il “porta a porta” determina si realizza grazie al risparmio che deriva dal mancato smaltimento dei rifiuti (pratica che grava sulle casse comunali) e grazie al guadagno che comporta vendere i rifiuti ai centri di riciclo. Questo è il vero ciclo virtuoso dei rifiuti. Questo significa “io non voglio gli inceneritori”. Maffei parla di delocalizzazione della Cementerai Buzzi – Unicem “per stare più tranquilli e di non temere più per la nostra salute”. Il punto, per chi è contro gli inceneritori, non è spostarli ma eliminarli! Per Barletta e per l’intera Provincia BAT sarebbe auspicabile la riconversione della Cementeria da inceneritore a centro di riciclo così da salvaguardare davvero la salute di tutti e l’ambiente in cui viviamo».
«Una vittoria per me e per il partito dei Verdi che stiamo diffondendo da tempo l’importanza e la necessità di tale progetto per una comunità. L’ho presentato in varie occasioni, nei confronti fra i candidati sindaco, alla presentazione della lista dei Verdi, al primo comizio pubblico a Piazza Aldo Moro, tramite comunicato stampa e alla tribuna politica del 5 maggio su Rai3 fra i candidati sindaco di Barletta, alla presenza, pertanto, anche di Nicola Maffei. Ho assicurato sarebbe stato avviato nei primi 100 giorni dell’Amministrazione Salerno. Ho sottolineato le azioni che devono accompagnare tale progetto al fine di renderlo virtuoso. Dal comunicato diffuso dallo staff dell’amministrazione Maffei, ho notato che, probabilmente perché dinanzi a una pratica nuova e complessa, il sindaco uscente non ha percepito bene i vari e necessari passaggi. Mi permetto pertanto di continuare nei suggerimenti, motivata dall’aver preso atto che le mie istanze, proprio perché valide e sostenibili, vengono recepite seduta stante. Sarebbe meglio avviare la raccolta “porta a porta” in un primo rione (io comincerei con Borgovilla – Patalini). Pretendere di passare alla raccolta domiciliare nell’”intero territorio comunale” si rivelerebbe dispendioso e fallimentare. La sperimentazione in altri comuni italiani lo ha dimostrato. Bisognerebbe coinvolgere il prima possibile associazioni e singoli cittadini, veri protagonisti nello start-up del progetto. Il “gettone di collaborazione” che l’amministrazione metterà a loro disposizione permetterà le visite a domicilio per spiegare come si fa una raccolta differenziata giusta e attrezzare i nuclei familiari degli strumenti idonei. Attenzione alla costante fornitura di buste adeguate. La loro carenza, insieme al mancato processo di sensibilizzazione, hanno già causato il fallimento della raccolta dell’umido a Barletta, voluta da Maffei alcuni mesi fa. Infine, è indispensabile individuare e comunicare alla cittadinanza, l’ente che si occuperà del riciclo dei rifiuti differenziati in attesa di averne uno nel nostro territorio. Come ho già sottolineato al sindaco Maffei in occasione del confronto presso la sala Pop up organizzato da Bi press, differenziare non significa riciclare. La tariffa in base alla differenziazione e la copertura delle nuove assunzioni che il “porta a porta” determina si realizza grazie al risparmio che deriva dal mancato smaltimento dei rifiuti (pratica che grava sulle casse comunali) e grazie al guadagno che comporta vendere i rifiuti ai centri di riciclo. Questo è il vero ciclo virtuoso dei rifiuti. Questo significa “io non voglio gli inceneritori”. Maffei parla di delocalizzazione della Cementerai Buzzi – Unicem “per stare più tranquilli e di non temere più per la nostra salute”. Il punto, per chi è contro gli inceneritori, non è spostarli ma eliminarli! Per Barletta e per l’intera Provincia BAT sarebbe auspicabile la riconversione della Cementeria da inceneritore a centro di riciclo così da salvaguardare davvero la salute di tutti e l’ambiente in cui viviamo».