di Vittorio Polito. Circa sette anni fa ci lasciava Mario Cavalli (1916-2004), fondatore della storica casa editrice “Levante”, decano dell’editoria barese, operatore intelligente, onesto, instancabile, un galantuomo di vecchio stile. Insomma un cavallo di razza.
I primi approcci col mondo grafico risalgono all’anno 1932, quando il padre lo avviò nella propria tipografia denominata “Levante” per dare una mano al fratello Vittorio, in considerazione delle difficoltà economiche in cui versava l’azienda a quell’epoca. A causa degli eventi bellici (1940-45), fu richiamato alle armi, distinguendosi per la proficua e intensa attività svolta in particolari esigenze di interesse pubblico. È in questo periodo che si rivelarono le sue grandi qualità di lavoratore dinamico e volitivo dal momento che nella propria azienda si notarono sensibili progressi. Restituito alla vita civile si dedicò con maggior tenacia e fervore alle attività della propria azienda, superando difficoltà di varia natura e ottenendo sempre maggiori riconoscimenti.
Don Mario ha continuato fino all’ultimo a “sorvegliare” le attività della sua casa editrice, ben condotte dai figli Gianni, regista occulto delle iniziative editoriali, Raffaele, che dirige il lavoro di coordinamento fra i vari reparti, Irene, docente di lettere, che cura le pubbliche relazioni dell’azienda e la signora Olga che collabora anch’essa alle attività aziendali.
Oggi la casa editrice “Levante” di Bari, grazie alla correttezza commerciale dimostrata dall’azienda in oltre mezzo secolo di attività, dispone di un corposo catalogo di pubblicazioni di ogni genere, anche in lingue straniere, molte di alto prestigio, diffuse in Italia e all’estero. A tal proposito un docente tedesco, il prof. Thomas Stehl, in una corrispondenza scrive testualmente: «Ammiro il coraggio di pubblicare a Bari un libro in lingua tedesca. Ammiro anche la professionalità e la diligenza che si possono facilmente riconoscere dalla cura con cui i volumi sono realizzati».
Mi piace riportare alcuni episodi e curiosità ricordati da Vito Maurogiovanni, grande amico di “don Mario”, nel suo libro “Come eravamo”, ovviamente edito da Levante. «Quando gli proponevi un nuovo libro, notava subito quel che mancava», e proponeva le modifiche da fare ed assicurando così l’esito positivo della pubblicazione.
Il suo destino era l’arte tipografica. «Nel dopoguerra incomincia per Levante la grande stagione dei libri e dei giornali politici. La libertà di stampa, e le successive elezioni, vedono esponenti di tutti i partiti pubblicare periodici di tutti i generi, in tipografia, a stretto contatto di gomito, correggono le loro bozze democristiani, fascisti, socialisti, comunisti, e, a tutti, al di là delle ideologie, Mario Cavalli, offre preziose notizie di stampa e impaginazione».
A tutto ciò si aggiungevano docenti universitari e personalità del mondo giuridico, letterario e scientifico, ai quali don Mario aveva sempre consigli da elargire per assicurare il miglior risultato ai loro lavori. «Nel 1981 Raffaele Nigro vince con un saggio pubblicato da don Mario il prestigioso “Premio Basilicata” conseguendo la sua prima affermazione nella difficile repubblica delle lettere».
In occasione della visita di Papa Giovanni Paolo II a Bari nel 1984, Mario Cavalli, con la sua casa editrice, dette vita a quel ponderoso volume dedicato a “Bona Sforza, regina di Polonia e duchessa di Bari”, donato al Pontefice, al quale presero parte qualificati studiosi dell’argomento (Gerardo Cioffari, Giuseppe Di Benedetto, Vito A. Melchiorre, Gaetano Mongelli, mons. Michele Ruccia).
Un'ultima curiosità, ricordata sempre da Maurogiovanni: «Nel 1916, quando nacque l’editore, sul Gargano, a San Giovanni Rotondo mise piede per la prima volta, un frate destinato a diventare Santo: San Pio». L’ultimo titolo pubblicato dalla Levante, con Mario Cavalli ancora in vita, è stato proprio un libro di Pasquale Perna dal titolo “Padre Pio: Faro sulla Via Longobardorum”.
Anch’io ho avuto l’onore e il piacere di conoscere nel lontano 1959 don Mario e, destino ha voluto, che a distanza di mezzo secolo, sono diventato anch’io un cliente della prestigiosa casa editrice “Levante”, avendo pubblicato due libri sulla Baresità, nella collana “La Puglia nei documenti”.
Quanto sopra, grazie al notevole attaccamento al lavoro, al grande spirito di sacrificio che Mario Cavalli ha profuso nell’azienda e, soprattutto, alle referenze di incondizionata stima e prestigio che ha collezionato, insieme ai figli, nel corso dei decenni da parte di coloro che lo hanno conosciuto, quale esempio mirabile di uomo, padre, amico, lavoratore e grande editore.
I primi approcci col mondo grafico risalgono all’anno 1932, quando il padre lo avviò nella propria tipografia denominata “Levante” per dare una mano al fratello Vittorio, in considerazione delle difficoltà economiche in cui versava l’azienda a quell’epoca. A causa degli eventi bellici (1940-45), fu richiamato alle armi, distinguendosi per la proficua e intensa attività svolta in particolari esigenze di interesse pubblico. È in questo periodo che si rivelarono le sue grandi qualità di lavoratore dinamico e volitivo dal momento che nella propria azienda si notarono sensibili progressi. Restituito alla vita civile si dedicò con maggior tenacia e fervore alle attività della propria azienda, superando difficoltà di varia natura e ottenendo sempre maggiori riconoscimenti.
Don Mario ha continuato fino all’ultimo a “sorvegliare” le attività della sua casa editrice, ben condotte dai figli Gianni, regista occulto delle iniziative editoriali, Raffaele, che dirige il lavoro di coordinamento fra i vari reparti, Irene, docente di lettere, che cura le pubbliche relazioni dell’azienda e la signora Olga che collabora anch’essa alle attività aziendali.
Oggi la casa editrice “Levante” di Bari, grazie alla correttezza commerciale dimostrata dall’azienda in oltre mezzo secolo di attività, dispone di un corposo catalogo di pubblicazioni di ogni genere, anche in lingue straniere, molte di alto prestigio, diffuse in Italia e all’estero. A tal proposito un docente tedesco, il prof. Thomas Stehl, in una corrispondenza scrive testualmente: «Ammiro il coraggio di pubblicare a Bari un libro in lingua tedesca. Ammiro anche la professionalità e la diligenza che si possono facilmente riconoscere dalla cura con cui i volumi sono realizzati».
Mi piace riportare alcuni episodi e curiosità ricordati da Vito Maurogiovanni, grande amico di “don Mario”, nel suo libro “Come eravamo”, ovviamente edito da Levante. «Quando gli proponevi un nuovo libro, notava subito quel che mancava», e proponeva le modifiche da fare ed assicurando così l’esito positivo della pubblicazione.
Il suo destino era l’arte tipografica. «Nel dopoguerra incomincia per Levante la grande stagione dei libri e dei giornali politici. La libertà di stampa, e le successive elezioni, vedono esponenti di tutti i partiti pubblicare periodici di tutti i generi, in tipografia, a stretto contatto di gomito, correggono le loro bozze democristiani, fascisti, socialisti, comunisti, e, a tutti, al di là delle ideologie, Mario Cavalli, offre preziose notizie di stampa e impaginazione».
A tutto ciò si aggiungevano docenti universitari e personalità del mondo giuridico, letterario e scientifico, ai quali don Mario aveva sempre consigli da elargire per assicurare il miglior risultato ai loro lavori. «Nel 1981 Raffaele Nigro vince con un saggio pubblicato da don Mario il prestigioso “Premio Basilicata” conseguendo la sua prima affermazione nella difficile repubblica delle lettere».
In occasione della visita di Papa Giovanni Paolo II a Bari nel 1984, Mario Cavalli, con la sua casa editrice, dette vita a quel ponderoso volume dedicato a “Bona Sforza, regina di Polonia e duchessa di Bari”, donato al Pontefice, al quale presero parte qualificati studiosi dell’argomento (Gerardo Cioffari, Giuseppe Di Benedetto, Vito A. Melchiorre, Gaetano Mongelli, mons. Michele Ruccia).
Un'ultima curiosità, ricordata sempre da Maurogiovanni: «Nel 1916, quando nacque l’editore, sul Gargano, a San Giovanni Rotondo mise piede per la prima volta, un frate destinato a diventare Santo: San Pio». L’ultimo titolo pubblicato dalla Levante, con Mario Cavalli ancora in vita, è stato proprio un libro di Pasquale Perna dal titolo “Padre Pio: Faro sulla Via Longobardorum”.
Anch’io ho avuto l’onore e il piacere di conoscere nel lontano 1959 don Mario e, destino ha voluto, che a distanza di mezzo secolo, sono diventato anch’io un cliente della prestigiosa casa editrice “Levante”, avendo pubblicato due libri sulla Baresità, nella collana “La Puglia nei documenti”.
Quanto sopra, grazie al notevole attaccamento al lavoro, al grande spirito di sacrificio che Mario Cavalli ha profuso nell’azienda e, soprattutto, alle referenze di incondizionata stima e prestigio che ha collezionato, insieme ai figli, nel corso dei decenni da parte di coloro che lo hanno conosciuto, quale esempio mirabile di uomo, padre, amico, lavoratore e grande editore.