BARI. “Ha aspettato giusto il tempo di far chiudere le urne dei ballottaggi e dichiarare ai tg nazionali che i candidati di estrema sinistra hanno vinto a Milano e Napoli perché vicini alla gente e attenti alle povertà e subito dopo, da Presidente della Regione Puglia, Vendola ha firmato il decreto con cui aumenta l’Irpef ai pugliesi per coprire i debiti della sua gestione sanitaria del 2010”. Lo dichiara in una nota il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese.
“Tasse che si aggiungono ad altre tasse già in vigore per coprire il deficit sanitario creato da Vendola che nel 2010 ha accumulato ben 335,4 milioni di euro di disavanzo senza tuttavia aver aumentato la quantità o la qualità dei servizi sanitari erogati ai cittadini. Per coprire i debiti della sanità, già oggi sono in vigore aumenti di tasse regionali. I cittadini pugliesi pagano ogni anno: 25 mln di euro di addizionale regionale sul gas metano, 140 mln di euro di addizionale regionale Irap, 13 mln di euro di tassa regionale su conferimento rifiuti in discarica, 45 mln di euro di ticket sulle ricette farmaceutiche, 15 mln di euro di addizionale regionale sulla benzina. Ma con l’andare dei mesi, è emerso che di quei 335,4 milioni di euro di deficit, restavano da coprire ancora 93,6 milioni di euro. Quindi Vendola è stato nominato commissario ad acta per coprire il disavanzo.
Dopo il decreto firmato ieri dal ‘paladino dei poveri’ Vendola, aumenta anche l’Irpef che, per quanto aumentata a scaglioni, è una tassa pagano tutti i singoli cittadini e che peserà non poco nei bilanci delle famiglie e delle aziende pugliesi.
Il tentativo dell’assessore Pelillo di incolpare il ministero dell’Economia dell’aumento dell’Irpef in Puglia, non regge: in primo luogo è la Regione che comunica i dati al Ministero, in secondo luogo, ammesso e non concesso che il Ministero abbia sbagliato le previsioni sul gettito, la colpa originaria di aver accumulato il deficit sanitario era e resta della Giunta Vendola, tanto più perché non giustificata dall’aumento dei servizi ai cittadini. Come noi pugliesi abbiamo purtroppo scoperto 6 anni fa a nostre spese – conclude Palese - la vera faccia di Vendola è quella che viene fuori un minuto dopo la chiusura delle urne: non paladino dei poveri, ma pronto anche ad aumentare le tasse pur di non tagliare sprechi e clientele”.
“Tasse che si aggiungono ad altre tasse già in vigore per coprire il deficit sanitario creato da Vendola che nel 2010 ha accumulato ben 335,4 milioni di euro di disavanzo senza tuttavia aver aumentato la quantità o la qualità dei servizi sanitari erogati ai cittadini. Per coprire i debiti della sanità, già oggi sono in vigore aumenti di tasse regionali. I cittadini pugliesi pagano ogni anno: 25 mln di euro di addizionale regionale sul gas metano, 140 mln di euro di addizionale regionale Irap, 13 mln di euro di tassa regionale su conferimento rifiuti in discarica, 45 mln di euro di ticket sulle ricette farmaceutiche, 15 mln di euro di addizionale regionale sulla benzina. Ma con l’andare dei mesi, è emerso che di quei 335,4 milioni di euro di deficit, restavano da coprire ancora 93,6 milioni di euro. Quindi Vendola è stato nominato commissario ad acta per coprire il disavanzo.
Dopo il decreto firmato ieri dal ‘paladino dei poveri’ Vendola, aumenta anche l’Irpef che, per quanto aumentata a scaglioni, è una tassa pagano tutti i singoli cittadini e che peserà non poco nei bilanci delle famiglie e delle aziende pugliesi.
Il tentativo dell’assessore Pelillo di incolpare il ministero dell’Economia dell’aumento dell’Irpef in Puglia, non regge: in primo luogo è la Regione che comunica i dati al Ministero, in secondo luogo, ammesso e non concesso che il Ministero abbia sbagliato le previsioni sul gettito, la colpa originaria di aver accumulato il deficit sanitario era e resta della Giunta Vendola, tanto più perché non giustificata dall’aumento dei servizi ai cittadini. Come noi pugliesi abbiamo purtroppo scoperto 6 anni fa a nostre spese – conclude Palese - la vera faccia di Vendola è quella che viene fuori un minuto dopo la chiusura delle urne: non paladino dei poveri, ma pronto anche ad aumentare le tasse pur di non tagliare sprechi e clientele”.
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