BARI. Intervento del consigliere regionale Patrizio Mazza (Idv) sulla questione della selezione dei manager Asl pugliesi. "La Sanità di questi giorni dibatte sulle nomine dei manager in quelle sedi ASL commissariate (Taranto, Lecce, Bat) e dove il direttore generale ha appena concluso il mandato (Brindisi) o dove si è dimesso (Bari) e comunque a breve anche nelle altre sedi (Foggia, Bari Policlinico). Perché tanto patire con illazioni, malumori, dichiarazioni di intenti e di principi? Ribadisco che la politica deve star fuori dalle nomine, affinché non si manifesti il principio di spartizione ma si segua un criterio di professionalità e via dicendo.
Quand’anche la politica dovesse influenzare occorre che vi sia un minimo di coerenza e chiarezza per tutti! La nomina dei direttori spetta al presidente regionale di concerto con l’assessore i quali hanno più volte detto che la selezione effettuata ha portato ad una rosa di nomi ristretta che presuppone una certa omogeneità di qualità e capacità – e noi ci crediamo - il che comporterebbe indifferenza nella scelta tra l’uno o l’altro candidato; ma ci accorgiamo che così non è vista la reiterata difficoltà nello sviscerare questi nomi una volta per tutte .
Se il problema è, come sempre, politico, al di là delle esternazioni sui giornali fatte dai partiti, io non vedo quale male ci sia a dire che si preferisce un manager ad un altro, ammesso che tutti siano tecnicamente validi.
Viene il pensiero che di fatto non sia così e che la politica ci voglia essere dentro pesantemente, che in questo momento il problema si dibatta tutto all’interno di PD e SEL con ovvia esclusione dei partiti minori.Di fatto non c’è stata alcuna riunione per dire con quali criteri di scelta procedere, tant’è che il sottoscritto aveva avanzato l’ipotesi, vista la uguale qualificazione dei potenziali Direttori, di mettere i nomi in un cappello e pescare con gli opportuni abbinamenti. Ovviamente tale metodologia potrebbe essere giudicata troppo semplicistica e asettica e allora avevo suggerito di far si che i potenziali direttori fossero qualificati in base alla loro capacità di produrre un progetto di assistenza sanitaria che tenga contro dei criteri di economicità e riduzione della rete ospedaliera secondo il piano di rientro e soprattutto che badi alla efficienza e includa un piano antisprechi; soluzione auspicabile ma forse troppo complessa. Come uscirne dignitosamente? Credo che spetti al presidente stabilire le nomine e desidero che lui o l’assessore si presentino a dire chiaramente senza mezzi termini o dinieghi di risposta in Consiglio regionale i criteri che sono stati seguiti se i nomi ci sono già , o i criteri che intendono seguire se i nomi non ci sono ancora. Auspico che non ci sia il timore di dire che la scelta è caduta su quella persona o l’altra magari per meriti di simpatia o impegno politico verso quel partito o altro, purché sia vero che tutti sono tecnicamente validi. Da parte nostra, e non solo nostra, si prenderebbe atto del fatto che almeno non vi sono quelle azioni sottobanco che riteniamo in questo momento alquanto fuori luogo, trovandoci nel mezzo di una crisi economica, etica, morale e di prospettive per il futuro peggiore di quella del dopoguerra; con la differenza che in quel momento, proprio perché il peggio era già passato, tutti si pensava nel meglio dell’evoluzione delle cose".
Quand’anche la politica dovesse influenzare occorre che vi sia un minimo di coerenza e chiarezza per tutti! La nomina dei direttori spetta al presidente regionale di concerto con l’assessore i quali hanno più volte detto che la selezione effettuata ha portato ad una rosa di nomi ristretta che presuppone una certa omogeneità di qualità e capacità – e noi ci crediamo - il che comporterebbe indifferenza nella scelta tra l’uno o l’altro candidato; ma ci accorgiamo che così non è vista la reiterata difficoltà nello sviscerare questi nomi una volta per tutte .
Se il problema è, come sempre, politico, al di là delle esternazioni sui giornali fatte dai partiti, io non vedo quale male ci sia a dire che si preferisce un manager ad un altro, ammesso che tutti siano tecnicamente validi.
Viene il pensiero che di fatto non sia così e che la politica ci voglia essere dentro pesantemente, che in questo momento il problema si dibatta tutto all’interno di PD e SEL con ovvia esclusione dei partiti minori.Di fatto non c’è stata alcuna riunione per dire con quali criteri di scelta procedere, tant’è che il sottoscritto aveva avanzato l’ipotesi, vista la uguale qualificazione dei potenziali Direttori, di mettere i nomi in un cappello e pescare con gli opportuni abbinamenti. Ovviamente tale metodologia potrebbe essere giudicata troppo semplicistica e asettica e allora avevo suggerito di far si che i potenziali direttori fossero qualificati in base alla loro capacità di produrre un progetto di assistenza sanitaria che tenga contro dei criteri di economicità e riduzione della rete ospedaliera secondo il piano di rientro e soprattutto che badi alla efficienza e includa un piano antisprechi; soluzione auspicabile ma forse troppo complessa. Come uscirne dignitosamente? Credo che spetti al presidente stabilire le nomine e desidero che lui o l’assessore si presentino a dire chiaramente senza mezzi termini o dinieghi di risposta in Consiglio regionale i criteri che sono stati seguiti se i nomi ci sono già , o i criteri che intendono seguire se i nomi non ci sono ancora. Auspico che non ci sia il timore di dire che la scelta è caduta su quella persona o l’altra magari per meriti di simpatia o impegno politico verso quel partito o altro, purché sia vero che tutti sono tecnicamente validi. Da parte nostra, e non solo nostra, si prenderebbe atto del fatto che almeno non vi sono quelle azioni sottobanco che riteniamo in questo momento alquanto fuori luogo, trovandoci nel mezzo di una crisi economica, etica, morale e di prospettive per il futuro peggiore di quella del dopoguerra; con la differenza che in quel momento, proprio perché il peggio era già passato, tutti si pensava nel meglio dell’evoluzione delle cose".
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